DI PETER OBORNE

Daily Mail

Circa sette anni fa i terroristi di Al Qaeda colpivano con gli aerei che avevano dirottato le Twin Towers nel cuore del centro finanziario di New York – e il mondo risultava trasformato.
Non ci sono stati morti questa settimana, ma gli effetti della strage avvenuta nei mercati finanziari saranno molto più profondi e destabilizzanti delle atrocità dell’11 settembre.
Per quasi tutti noi si tratterà, prevedo, di un cambiamento in peggio e per un’ampia minoranza le conseguenze saranno estremamente dolorose.
Il mondo occidentale – la Gran Bretagna, l’Europa e gli USA – sono passati dall’eccesso all’austerità nel giro di poco tempo. La tempesta finanziaria di questa settimane avrà un forte impatto sugli standard di vita.
A suo tempo, farà cadere i governi e condurrà ad un trasferimento permanente del potere politico ed economico dall’Europa e dall’America alle emergenti e, in alcuni casi, come la Cina, semi-barbare economie orientali.
So che sarò accusato di essere apocalittico senza necessità e pessimista senza responsabilità, ma credo che il più grande errore che possiamo fare ora è sottovalutare la serietà della situazione e mettere la nostra testa sotto la sabbia.
Gli eventi sismici che hanno visto la quasi distruzione del settore delle banche d’investimento e il collasso del gigante delle assicurazioni AIG sono sullo stesso livello del Grande Crollo del 1929.
Quello fu un disastro tale perché creò le condizioni per l’emergere del fascismo nell’Europa continentale e poi per la Seconda Guerra Mondiale.
Benché sia difficile prevedere le conseguenze, dobbiamo aspettarci complicazioni di uguale importanza – inclusa la rinascita in tutto il mondo di partiti di Estrema Destra che faranno uso della violenza.
Alcuni esperti parlavano questa settimana come se la crisi finanziaria fosse quasi superata. Erano più che mai dalla parte del torto [E l’articolo si riferisce alla settimana tra il 14 e il 21 Settembre! N.d.r.]. La crisi è appena iniziata – e molti cittadini che non hanno nulla a che fare con la finanza non se ne sono nemmeno accorti.
Ma se ne accorgeranno presto e in modo brusco. L’economia britannica è nelle stesse condizioni in cui si trovavano all’inizio di questo mese le coste texane poco prima dell’arrivo dell’uragano Ike – apparantemente calma, con la vita che procede normalmente, mentre una onnipotente tempesta si fa minacciosa all’orizzonte e si dirige verso di noi ad una velocità spaventosa.
Possiamo attenderci un forte aumento di bancarotte individuali. Tuttavia, esse raggiungeranno il loro picco non prima dell’anno prossimo in questo periodo.
Centinaia di migliaia di persone perderanno il loro posto di lavoro, con molti di essi obbligati a vendere la propria casa. I prezzi degli immobili crolleranno.
Vi saranno una grande sofferenza umana, panico e disperazione. Molte carriere saranno distrutte. Questa recessione è notevolmente peggiore rispetto a quella avvenuta all’inizio degli anni ’90.
L’ortodossia del governo britannico, della Confindustria britannica e di altri, secondo i quali vi sarà un lieve rallentamento dell’economia che si concluderà alla fine del prossimo anno, è priva di senso.
Questa crisi è violenta, dinamica ed è soltanto appena iniziata.
Anche coloro tra noi che saranno abbastanza fortunati da non perdere il lavoro e la casa avranno amici e parenti a cui accadrà..
Prendiamo in esame, per prima cosa, il destino dei banchieri della City come quelli della Lehman Brothers – quasi tutti licenziati quando la loro azienda è fallita questa settimana.
Non riceveranno la loro liquidazione e non avranno quasi più nessuna occasione di beneficiare dei salari a sei zeri e degli ingenti bonus che avevano dato per scontati negli ultimi anni.
Questo significa che non potranno più restituire i giganteschi mutui che avevano ottenuto per costosissime case. Perciò questo fine settimana sono diventati venditori obbligati – il che significa che centinaia di nuovi cartelli con la scritta “Vendesi” compariranno a Londra e nel Sud Est nelle prossime settimane.
Benché questi banchieri d’investimento disoccupati abbiano avuto la sventura di acquistare ciò che di meglio vi era sul mercato, ora devono affrontare una bancarotta individuale.
Questo perché scopriranno che le loro case valgono di meno rispetto a quanto le avevano pagate, e perciò non saranno in grado di restituire il mutuo.
Con così tanti venditori sul mercato obbligati a vendere a qualunque prezzo, può essere dato per certo che questo fine settimana qualunque casa a Londra varrà il 25% in meno rispetto allo stesso periodo della scorsa settimana..
Molti giovani banchieri – ventenni e trentenni con una famiglia recentemente costituita – si trovano ad affrontare un disastro totale.
Sicuramente, c’è scarsa simpatia verso questi ex-“padroni dell’universo” che si sono divertiti.
Ma sappiamo già che la fusione avvenuta giovedì [18 settembre] tra la Lloyds Bank e HBOS (ammesso che sia completata: contrariamente a quanto affermato dal Cancelliere dello Scacchiere Alistar Darling questo non e’ affatto certo) porterà alla perdita di 40.000 posti di lavoro tra i lavoratori nel settore bancario.
Avverrà una strage in ogni via dove vi sia tanto uno sportello della HBOS che uno della Lloyd – una filiale verrà sicuramente chiusa.
Ma questo massacro è solo l’inizio. Nei prossimi mesi, il ciclone finanziario si spingerà oltre senza pietà e condurrà l’economia alla rovina.
Le banche chiuderanno le porte a centinaia di piccole imprese. Un ingente numero di aziende fallirà inevitabilmente.
Questi disastri si ripercuoteranno quindi sul settore finanziario, dal momento che le bancarotte delle aziende e il crollo dei prezzi immobiliari costringeranno ad attuare svalutazioni contabili e ulteriori licenziamenti.
Si prevede che la disoccupazione – già rapidamente in crescita e che è aumentata di 80.000 persone nel corso dell’estate– farà un balzo in avanti e che aumenterà superando i due milioni previsti dagli economisti.
Questo produrrà un circolo vizioso. Ogni lavoratore disoccupato significa meno ricavi dalla tassazione e maggiore spesa sociale.
Nel bilancio dello scorso marzo ([considerato] irrealistico quando fu pubblicato), Alistair Darling prevedeva di prendere in prestito 43 miliardi di sterline. Anche allora, questo dato sembrava spaventosamente eccessivo.
Ciò significava che solo l’Egitto, il Pakistan e l’Ungheria tra le principali economie mondiali avevano una spesa statale più dissoluta di quella britannica.
Questo fine settimana, i prestiti dello Stato sono fuori controllo.
Essi raggiungeranno quota 100 miliardi di sterline il prossimo anno – più del doppio di quanto stimato da Darling. Questo farà suscitare dei dubbi sulla capacità della Gran Bretagna di finanziare il nostro debito sul mercato del credito internazionale
Il Fondo Monetario Internazionale ha già messo in guardia Darling in merito alle sue spese sfrenate. Nei prossimi mesi, chiederà di attuare dei tagli nella spesa statale, come fece negli anni ’70 quando il Cancelliere dello Scacchiere Denis Hailey, laburista, fu costretto a chiedere un prestito al FMI.
Darling sarà costretto a prendere provvedimenti urgenti e dolorosi per invertire la rotta rispetto alle recenti spese pazze – ben accolte dai parlamentari laburisti con poche conoscenze finanziarie – per i servizi pubblici, in particolare per la sanità e per l’istruzione.
E qualora l’ala responsabile del governo laburista sosterrà, come fece negli anni ’70, questo atteggiamento prudente, la Sinistra chiederà di aumentare la spesa per salvare i posti di lavoro.
È probabile che il Partito Laburista si spaccherà su questo tema – come fece dopo il Crollo nel 1931 e nuovamente all’inizio degli anni ’80. Nel medio termine, l’unica soluzione a questa crisi del debito è l’incremento dell’inflazione, dal momento che i governi sono obbligati a stampare moneta per evitare la depressione.
I risparmiatori dovrebbero perciò prepararsi al ritorno di incrementi dei prezzi a doppia cifra che non si vedono dai primi anni ’80.
Sotto la spinta della povertà, anche la criminalità crescerà – in particolare quella contro il patrimonio. Dovremmo anche prepararci al ritorno della violenza di matrice politica nelle strade.
Sicuramente il British National Party sfrutterà il rallentamento dell’economia per attaccare gli immigrati, accusandoli di aver “rubato il lavoro ai britannici”.
Il BNP ha registrato una crescita di consensi sorprendente in occasione delle elezioni dello scorso maggio, e questi cresceranno ancora alle elezioni europee del prossimo giugno.
Questo è il panorama problematico che ci aspetta. Ma le conseguenze a livello mondiale sono altrettanto significative e possiamo aspettarci che l’Euro resti schiacciato dal collasso economico.
L’Euro non è mai stato messo alla prova dalle avversità. Coloro che hanno progettato la moneta unica hanno commesso un errore folle quando la lanciarono dieci anni fa: hanno istituito l’unione monetaria prima di quella politica.
In democrazie da lungo tempo in vita come la Gran Bretagna e gli Stati Uniti, è normale che un’area del paese aiuti l’altra nei momenti di difficoltà.
Per esempio, non vi è stata nessuna forte opposizione da parte dei contribuenti del Sud quando è stato chiesto loro di salvare dalla bancarotta la Northern Rock, benché le sue attività fossero concentrare nel Nord Est.
Tuttavia, questo non è il caso dell’Europa continentale dove i contribuenti francesi si rifiuterebbero di fornire somme ingenti per salvare, ad esempio, il settore bancario italiano.
Ecco spiegato il motivo per cui è probabile che l’Euro verrà distrutto dalla tempesta economica in arrivo – come l’adesione della Gran Bretagna al sistema monetario europeo andò in pezzi in occasione del Mercoledì Nero del 1992. La verità è che il terremoto di questa settimana si trasformerà in una pesante umiliazione per la classe politica europea.
Come in Gran Bretagna, questa crisi sarà sfruttata dall’Estrema destra in paesi come la Francia, l’Olanda e l’Austria.
Questi paesi hanno potenti partiti neo-fascisti che apprezzeranno la recessione, in particolare destinando le minoranze etniche ad esserne accusate, come fecero i nazisti in Germania dopo la crisi del 1929.
La buona notizia è che la Gran Bretagna – nonostante lo sforzo di Tony Blair e di altri – rimane fuori dall’Euro..
Questo significa che possiamo controllare i nostri tassi d’interesse e consentire che la sterlina venga svalutata, diversamente da molti Stati europei, alcuni dei quali (come l’Irlanda) sono già distrutti dalla recessione.
Ma la più grande preoccupazione riguarda quello che avverrà negli USA. Dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, l’America è stata il guardiano del mondo.
È stata in grado di ricoprire questo ruolo e di respingere quelli che riteneva propri nemici, come l’Unione Sovietica e l’Iraq di Saddam Hussein, perché negli ultimi 60 anni è stata la più grande potenza economica mondiale.
Il problema più importante che oggi il mondo sta affrontando è se gli Stati Uniti – già azzoppati dai 2 trilioni di dollari stimati per il finanziamento dell’occupazione dell’Iraq – possono permettersi di mantenere il loro ruolo a livello globale..
Il precedente storico è tutt’altro che incoraggiante.
Dopo il crollo del 1929, gli Stati Uniti si sono chiusi in se stessi, reintroducendo il protezionismo.
Tornò ad avere rapporti con il resto del mondo solo dopo l’attacco del Giappone a Pearl Harbour nel dicembre del 1941.
È ancora troppo presto per dirlo con certezza, ma è possibile che l’America sia a un punto di svolta simile nella propria storia.
La decisione del Presidente Bush di trasferire il denaro dei contribuenti ad istituzioni finanziarie andate in bancarotta ha condotto ad un’esplosione del debito pubblico degli USA, che peggiorerà enormemente a causa della decisione presa ieri a Washington.
Come conseguenza di ciò, l’affidabilità creditizia degli USA a livello globale è a rischio, ed è probabile che entro il prossimo decennio il dollaro perderà il suo status mai messo in discussione di valuta principale nelle riserve mondiali.
Vi sono segni che [dimostrano] che questo processo è già iniziato.
Il destino della sterlina è stato segnato da questo tipo di svalutazione in occassione della crisi economica degli anni ’30.
In verità, la decisione successiva di interrompere la corrispondenza tra sterlina e Gold Standard nel 1931 segnò la fine dell’Impero Britannico.
Il dominio globale dell’America – già minacciato dall’emergere di potenze economiche rivali come la Cina – potrebbe presto avere fine.
Gli Stati Uniti probabilmente si ritireranno al proprio interno, diventando isolazionisti, almeno temporaneamente – aprendo la strada ad un nuovo e persino più minaccioso ordine globale.
È inevitabile che l’America si ritirerà presto dall’Iraq, lasciando che il suo peggior nemico, l’Iran, sia la potenza dominante nella regione senza essere messo in discussione.
La Cina si farà valere maggiormente e vorrà umiliare Washington imponendo il proprio controllo su Taiwan, fatto di fronte al quale la Casa Bianca avrà difficoltà a opporre resistenza. Essa passerà poi a minacciare la vicina India.
L’Africa diventerà la sede di guerre per procura tra la Cina e l’Occidente, come lo fu delle guerre delegate tra gli Stati Uniti e la Russia sovietica per gran parte del periodo post-bellico.
La Cina, irritando ulteriormente gli Stati Uniti, inizierà anche ad intromettersi in America Latina.
Il mondo che uscirà dal Grande Crollo del 2008, perciò, sarà oscuro e imprevedibile.
Questo fine settimana, tutte le famiglie sagge analizzeranno la loro situazione finanziaria, preveniranno gli inevitabili problemi che li aspettano, e faranno immediatamente dei tagli alle spese non necessarie come i pasti fuori casa, le seconde auto e le vacanze all’estero.
Negli ultimi 25 anni abbiamo vissuto in una bella festa, tutti noi – governi, aziende, banche e, naturalmente, consumatori – abbiamo vissuto al di sopra dei nostri mezzi e ne stiamo pagando il prezzo.
Questo fine settimana iniziano i postumi della sbornia. Dureranno a lungo.
Lo stile di vita sarà molto più simile all’austerità del secondo dopoguerra piuttosto che al boom delirante e sostenuto dai debiti degli ultimi due decenni.
Forse le nostre vite non peggioreranno a causa di tutto questo. I nostri valori sicuramente cambieranno – molti diranno che era ora.
Gli oggetti materiali dovrebbero contare molto di meno.
Quasi dall’oggi al domani siamo entrati in nuovo mondo, e dobbiamo imparare a trarne il meglio.

Titolo originale: “Apocalypse Now?: New world order could have devastating implications for Western nations”
Fonte: http://www.dailymail.co.uk/
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21.09.2008

fonte versione italiana: www.comedonchisciotte.org
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ANDREA B.