Quello che segue è un interessante confronto privato intercorso tra Paolo Barnard e Marco Travaglio. Interessante perchè Barnard, pubblicandone il contenuto, ci ha dato la possibilità di conoscere “più da vicino” uno dei personaggi pubblici saliti “spontaneamente” alla ribalta come “tribuno del popolo”. Ci accorgiamo così che i leader dell’antipolitica a cui  viene concesso ampio spazio mediatico, sono tutti al guinzaglio dei soliti padroni.

Marco Pizzuti

Introduzione di Barnard

Il mio rapporto col collega Marco Travaglio inizia quando gli spedii il mio libro “Perché ci Odiano” (Rizzoli BUR 2006) sul grande terrorismo di USA, GB, Israele e Russia. Lo feci perché eravamo autori nella stessa collana, la Futuro Passato della BUR, e convinto di fargli cosa gradita, visto che il mio libro era soggetto a una censura feroce da parte di tutti i media. A pensarci oggi mi vien da ridere: Marco è un appassionato pro-sionista, un fan di Israele che non pedona gli arabi, e chi ha letto il mio libro sta ridendo con me. Seguì poi un secondo contatto con lui, che trovate qui sotto, uno scambio di mail molto sanguigno da entrambe le parti, ma che finì con l’ira di Travaglio al punto da sbattere il sottoscritto nella sua cartella spam.
In ogni caso, a parte gli screzi personali, il mio vero scontro con Marco Travaglio rientra nella mia critica all’ipocrisia, all’inutilità e alla dannosità dei ‘nuovi paladini’ dell’antisistema italiano.
Ho divulgato due pezzi su Travaglio: la prima fu una ‘lettera aperta’ a lui diretta, sul pericolo della fama, cioè dello Stardom, dell’essere osannato come Guru, Vate. Era una riflessione, assolutamente essenziale, sui meccanismi con i quali il Sistema perfidamente ingloba i personaggi dell’Antisistema (lui e altri) attraverso l’uso del subdolo strumento della fama mediatica, che li risucchia nel circo dei VIP e nei suoi meccanismi travianti, annullandoli di fatto. Avvisavo Marco, lo invitavo a riflettere, e con lui i suoi compagni di Stardom.

Le email

Qualche giorno fa a Parma, durante una serata sul mio libro, una signora nel pubblico mi ha chiesto cosa pensassi della sopravvivenza di Report in RAI negli anni del Berlusca. Me lo chiedono da anni, me lo chiedevano sempre quando stavo a Report. Le ho risposto “Lo chieda a Travaglio, ne sa più di me” e le ho dato la tua mail.
La tizia mi ha girato oggi la tua risposta, e cioè che la Gaba è lì per puri meriti professionali perché ogni tanto qualcuno ci scappa.
Sai cosa mi è venuto in mente? Il famoso “ritrovamento” dei documenti di Mohammed Atta fra le rovine delle Torri Gemelle. Stessa plausibilità. Se è plausibile che Report stia 4 anni in prima serata lungo tutto l’olocausto berluscon/gasparriano, allora è anche plausibile che i documenti di Atta siano sopravvissuti appena bruciacchiati all’olocausto che ha disintegrato tonnellate di acciaio a NY.
Sai meglio di me che non sempre si hanno le prove dei fatti che osserviamo, ma per fortuna esiste l’intelligenza. Nel caso della Gaba è meglio un No Comment, se no uno che ha scritto quello che hai scritto tu sul vampirismo televisivo ci perde la faccia. I vampiri non si distraggono per 4 anni sulla prima serata, non si fanno sfuggire le Gabanelli e le sue inchieste dai buchi del mantello.
Un’ultima cosa. In “Inciucio” tu scrivi: “Report… già nel mirino delle polemiche e delle denunce per le puntate sul terrorismo filo USA in Sud America…”. Quali denunce e polemiche? Quell’inchiesta come sai è mia e ti assicuro che passò nel silenzio più blindato, non si mosse una foglia. Chi ti ha informato su questo punto? Grazie,
Paolo Barnard
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Travaglio 12 Dec 2006, dopo pochi minuti:

mah, francamente non capisco queste domande. le polemiche erano su tutti i giornali.
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Barnard:

Convenient…

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Travaglio:

vabbè, chiudiamola qui, perchè la conversazione si fa kafkiana
mt
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Barnard:

Non c’è nulla di kafkiano, tu non rispondi, tu come tutti, per supponenza, disonestà intellettuale, ma soprattutto maleducazione.
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Travaglio:

bene, sta a vedere che il maleducato sono io. continui a insinuare cose strane sulla gabanelli senza venire al punto, oppure pretendi che io mi schieri contro una collega brava e coiraggiosa per misteriosi motivi. non mi piace questo tuo modo di faree ti prego, d’ora in poi, di lasciarmi in pace. ho di meglio da fare.
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Barnard:

Ho scritto, in semplice italiano, che sulla ‘libertà’ di Report, su cui tu ti spendi pubblicamente, sarebbe prudente un no comment, e ho motivato la cosa con la semplice logica del tuo stesso lavoro. Non ho fatto alcuna insinuazione, né pretendo da te schieramenti, ho solo avanzato una logica speculativa, su cui avrei voluto discutere con te alla pari. Ho usato parole cortesi cui tu hai risposto con monosillabi maleducati e sarcastici nella scarsissima attenzione che dedichi a un collega che ti pone una questione. Sei troppo famoso e già si sente. Diventate così tutti. Spiace a questo punto offrirti un paragone, ma Noam Chomsky o John Pilger, al cui confronto io e te siamo intellettuali di cartapesta, rispondono da anni a ogni mia questione con cortesia a considerazione, anche quando siamo in grave disaccordo. Ti lascio in pace star.
Barnard
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Travaglio:
la star, caro il mio bel cafone, non c’entra nulla. rispondo sempre a tutte le mail. ma mi stufo di rispondere a chi vuole sentirsi rispondere quel che vuole lui. IO LA GABANELLI LA STIMO COME GIORNALISTA LIBERA E CAPACE: CHIARO? PUNTO E BASTA. passo e chiudo.
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Barnard:
E’ una piccolezza, ma la tua abilità nel sovvertire il vero, nel mutare la vittima in carnefice, è pari, qualitativamente e non quantitativamente, a quella di tutti gli orridi personaggi che trafiggi nei tuoi libri. Sei fatto così, così sono stati tutti i grandi censori.
Infine: comprendo perché hai così accuratamente evitato di rispondere alla mia mail sulla feroce censura di chi espone i crimini di Israele. Anche in quel caso la vittima è dipinta come il carnefice, roba che fa per te evidentemente.
Un abbraccio, e senza ironia.
B
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Travaglio:

ecco, dimenticavo di dirtelo: io sono anche appassionatamente filoisraeliano. ora vorrei lavorare in pace
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Barnard:

Sei filoisraeliano. Era sarcasmo o per davvero? B.
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Travaglio:

lo sono per davvero. da sempre. e ne sono fiero.
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Barnard:

Marco, ridiamoci su. Io che ti scrivo e che ti mando il mio libro perché è censuratissimo. Tu che tutto gentile mi dici “prego, fai pure, grazie!”. Poi mi immagino la tua faccia quando lo hai ricevuto…
Che divertente sta roba. In ogni caso se sei filoisraeliano o sei ignorante di storia mediorientale o sei emotivamente ricattato oppure sei un uomo senza pietà. Notte,
B.
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Travaglio:

io sono filoisraeliano per convinzione, perchè adoro israele e gli ebrei, perchè ci sono stato e ho visto di che cosa sono capaci gli arabi, perchè conosco la storia, perchè ho imparato la pietà studiando i campi di concentramento, perchè rifuggo dai ricatti emotivi e amo le democrazie per quanto imperfette ma sempre migliori delle tirannie corrotte arabo-musulmane. ma sono curioso di sentire tutte le campane e dunque leggo anche chi non la pensa come me. non vedo che ci sia di strano.
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Barnard:

No Marco, la tua pietà imparata studiando i campi di concentramento è cartavelina. Chi veramente conosce la pietà per un martirio, non la nega di fronte all’altro martirio.
Tu non sai nulla di Palestina e non hai visto nulla laggiù. Appari, e probabilmente sei, un cronista ben tenuto che non sa quello che dice. Sei troppo giovane, troppo famoso e troppo incosciente per poterti permettere di calpestare l’orrore patito da chi non ha mai conosciuto neppure un quarto d’ora della tua pasciuta vita. Siete tutti così, tu, Lerner, Teodori, Mieli, quelli che pontificano sulla barbarie dei negri mentre finiscono il carpaccetto all’aceto balsamico a Milano. Il mio libro ha una dedica a quelli come te. Te la riproduco qui sotto, ne hai bisogno.
“…  e in quanto a voi, sentite bene quel ch’io vi prometto. Verrà un giorno…”
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Travaglio:

Bene, signor Sotuttoio, adesso la mia pazienza ha un limite e non intendo farmi insultare oltre. ti sarei grato se la smettessi di importunarmi.in ogni caso, non risponderò più.
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Barnard:

Quelli della Pietas selettiva, dalla Moratti a te.. passando per tutti quei personaggi che, se mai messi in discussione 5 secondi, reagiscono come te: “lei mi insulta!”, da Dell’Utri a Cuffaro. Sei bravo a sputtanarli nei tuoi libri, li conosci bene, perché tu sei loro e loro sono te, arroganti, mistificatori di dialoghi, sovvertitori di ruoli, sprezzanti e ciechi di successo. “Verrà un giorno” Marco… e capirai cos’è la pietas senza condizioni. Arriva per tutti.
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Travaglio:

si, verrà un giorno in cui ti vergognerai di questi insulti. nell’attesa, ti comunico che sei entrato ufficialmente nella mia posta indesiderata. bye bye