Il brevetto mostrato qui sopra, ma visibile anche sul sito patentstorm.us descrive un metodo per monitorare ed alterare da lontano le onde cerebrali (Apparatus and method for remotely monitoring and altering brain waves) e risale a 40 anni fa, esattamente al 20 aprile del 1976. Si tratta del brevetto statunitense numero 3951134 ( US Patent 3951134).
Qui sotto il disegno dello schema di tale apparato e di seguito la traduzione del sunto (abstract) del brevetto. Da notare il periodo finale: la forma d’onda demodulata inoltre può essere utilizzata per produrre un segnale compensativo che è trasmesso in direzione inversa al cervello per generarvi il desiderato cambiamento dell’attività elettrica.
Se notiamo che il brevetto è vecchio di 40 anni, e se ricordiamo quale diabolico interesse abbiano l’establishment militare (in particolare l’agenzia statunitense DARPA) ed i servizi segreti per lo sviluppo di simili brevetti, è facile immaginare il livello di sviluppo e perfezionamento di certe tecnologie nel corso di tutti questi anni. Ovviamente non tutto quello che viene realizzato nel segreto di un laboratorio militare può essere noto al pubblico, perchè molti progettti sono classificati.
Anche questa traduzione si collega a quanto da me riferito nell’intervista realizzata per la trasmissione Mistero sulle scie chimiche (dichiarazioni sfortunatamente non inserite nel servizio).

Metodo e apparato per la captazione delle onde cerebrali da una posizione distante dal soggetto [che viene monitorato] attraverso il quale segnali elettromagnetici di differenti frequenze vengono tramessi simultaneamente al cervello del soggetto dove essi interferiscono tra di loro per generare una forma d’onda modulata dalle onde cerebrali del soggetto.
La forma d’onda di interferenza che è rappresentativa dell’attività delle onde cerebrali è ritrasmessa dal cervello ad un ricevitore dove essa viene demodulata ed amplificata. La forma d’onda demodulata viene quindi visualizzata ed inviata ad un computer per ulteriorie elaborazione ed analisi. La forma d’onda demodulata inoltre può essere utilizzata per produrre un segnale compensativo che è trasmesso in direzione inversa al cervello per generarvi il desiderato cambiamento dell’attività elettrica.

Per chi non avesse confidenza con le nozioni di fisica utilizzate nella costruzione di tale apparato (interferenza di onde, modulazione e demodulazione della forma d’onda) basti dire che il principio di cui si parla è simile a quello utilizzato per codificare (ovvero inviare), trasmettere e poi decodificare (ovvero ricevere) un segnale radio.
In questo caso alcune onde elettromagnetiche di opportuna frequenza vengono emesse in direzione di un individuo, il cui cervello emette naturalmente onde nello stesso range di frequenze (ovviamente di intensità alquanto debole). Quando un’onda (elettromagnetica) proveniente dall’esterno si “incontra” con un’onda generata dal cervello le due onde interferiscono, ed al rilevatore giunge non più il segnale emesso il partenza, ma un segnale a cui viene aggiunta (se è in fase) o sottratta (se è in opposizione di fase) una certa quantità.
La forma d’onda emessa (che dipende dalle differenti frequenze emesse dall’apparato emittente e dall’intensità delle onde emesse a tali frequenze) si trova così a differire dalla forma d’onda ricevuta dal ricevitore dopo l’interferenza con le onde cerebrali.
Comparando il segnale emesso in partenza con quello del ricevitore (modificato dall’interferenza), si può quindi ricostruire il segnale delle onde cerebrali grazie ad una sorta di differenza (analisi di Fourier a parte ovviamente).
Ed immaginatevi quale raffinato controllo sulle menti potrebbero avere le tecnologie di monitoraggio e alterazione del funzionamento tramite onde elettromagnetiche nei soggetti umani nei quali venisse impiantato un microchip … non certo per il loro bene come certa propaganda di regime vuole farci credere, visto che il microchip è un prodotto inaffidabile e pericoloso per chi lo riceve.

 

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