DI CHRIS HEDGES
LA Times

La nuova legge FISA [Foreign Intelligence Surveillance Act] usa il terrorismo come pretesto per permettere lo spionaggio di massa e danneggia seriamente la nostra libertà di stampa.
Se la legge ad ampissimo raggio sulla sorveglianza approvata dal presidente Bush giovedì 10 Luglio – che dà al governo degli Stati Uniti la quasi totale autorità di origliare le telefonate e le e-mail di Americani innocenti- viene mantenuta, avremo l’erosione di uno dei più importanti baluardi della libertà di stampa e di una società aperta.
La nuova legge FISA (FISA Amendments Act) elimina quasi completamente la supervisione sulla sorveglianza operata dal governo. Autorizza la Foreign Intelligence Court a riesaminare solo le procedure generali di spionaggio invece di mandati individuali. Alla corte non saranno più fornite specifiche su chi sarà intercettato, il che significa tristemente che la legge non fornisce adeguate misure di sicurezza per proteggere persone innocenti le cui comunicazioni finiscono nella rete dal programma di sorveglianza del governo.
La legge, passata sotto la parvenza di legge per la sicurezza nazionale, colpisce ostentatamente persone al di fuori del paese. Non ci sono dubbi comunque che questa intrappolerà comunicazioni tra Americani (quelli all’interno del Paese e quelli all’estero). Tali comunicazioni possono essere immagazzinate senza limiti ed inoltrate non solo al governo americano ma anche ad altri governi.
Questa legge rovinerà il lavoro di quelli di noi che in quanto reporter comunicano regolarmente con persone oltre oceano, specialmente persone nel Medioriente. Intimidirà i dissidenti, gli attivisti dei diritti umanitari e coraggiosi funzionari che cercano di svelare le menzogne del nostro governo o dei governi alleati. Penderà come la spada di Damocle su tutti coloro che oseranno opporsi alle versioni ufficiali degli eventi. Lascerà aperta la possibilità di castigare ed invita potenzialmente ad abusi da parte di coloro che si curano non della sicurezza nazionale ma del consolidamento del loro potere.
Mi sono unito alla causa ACLU che sfida la nuova legge insieme ad altri giornalisti, organizzazioni per i diritti umani ed avvocati difensori che contano sulla confidenzialità per svolgere il loro lavoro. Mi sono unito alla causa non solo perché questa legge prende di mira il mio lavoro ma anche perché segna una seria erosione della salvaguardia che rende possibile la nostra democrazia. Le leggi e la relativa applicazione sono la sola protezione che abbiamo in quanto cittadini. Una volta che si cambia la legge per permettere ciò che non è permesso, non potremmo più tornare indietro.
Io ho passato quasi 20 anni come corrispondente estero del New York Times o di altre riviste. Mi sono occupato del conflitto in Medio Oriente per 7 anni. Ho amici e colleghi a Gerusalemme, Gaza, Cairo, Damasco, Teheran, Baghdad e Beirut. Potrei essere facilmente uno di quegli Americani innocenti che sono spiati in base alla nuova autorità di sorveglianza del governo.
Il raggiungimento ti tale livello di sorveglianza ha già ostacolato il mio lavoro. Mi è stato raccontato una volta di un confronto tra una nave da guerra americana ed una nave iraniana che ebbe le potenzialità di tramutarsi in un vero conflitto. Contattai qualcuno che era sulla nave nel momento del presunto incidente e che secondo quanto mi era stato detto aveva delle foto. La sua prima domanda fu se il mio telefono o la mia e-mail fossero sotto controllo.
Che cosa potevo dire? Come potevo saperlo? Mi offrii di andare da lui ma, spaventato da ripercussioni, rifiutò. Io non so se la storia di quest’uomo è vera o no. So solo che la paura di essere sorvegliati mi rese impossibile verificare la verità. Sotto questa legge, tutti coloro che detengono informazioni che possono mettere in imbarazzo o smascherare le menzogne di chi è al potere avranno la stessa paura. La riservatezza ed il sapere che in quanto reporter io onorerò tale riservatezza, permette alla stampa libera di funzionare. Senza queste cose la stampa libera appassirà e morirà.
Conosco il costo del terrorismo e le conseguenze della guerra. Ho indagato sulle operazioni di Al Qaeda in Europa e ho coperto numerosi conflitti. Il controllo di sospetti terroristi, con adeguata supervisione, è una parte cruciale della sicurezza nazionale. Ma questa legge non riguarda la salvaguardia della sicurezza che potrebbe e dovrebbe essere fatta nel rispetto della Costituzione, e con la supervisione giudiziaria. Riguarda invece l’utilizzare il terrorismo come pretesto per permettere spionaggio di massa e per zittire le voci che ci permettono di mantenere la nostra una società aperta.
Titolo originale: “FISA Bill’s Real Target: What Remains of Our Open Society”

Fonte:

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Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ANTO SARNO