Introduzione di Marco Pizzuti
La televisione come noto è il più formidabile strumento per la manipolazione delle masse che non a caso la considerano ormai il proprio oracolo di riferimento per tutto ciò che le riguarda, dall’informazione ai modelli di riferimento sociale. Si tratta infatti di una tecnologia ampiamente sfruttata dall’establishment che la controlla come fabbrica delle illusioni da dare in pasto alle nazioni mentre gli vengono messe le catene ai polsi e sfilati i portafogli. Il popolo viene perennemente distratto attraverso il culto mediatico dell’intrattenimento al fine di allontanarlo dalla politica e dai problemi reali di tutti i giorni (La P2 controllava ad es. sia la stampa che la televisione attraverso giornalisti del calibro di Maurizio Costanzo e magnati come Silvio Berlusconi). Il ruolo del leone in questo caso lo svolge da sempre lo sport ma ce n’è per tutti i gusti al fine di raggiungere fin dentro la propria abitazione ogni categoria di persone. Nel frattempo i c.d. “rappresentanti del popolo” ne approfittano per portare avanti indisturbati il progetto dell’alta finanza internazionale per la creazione del loro Nuovo Ordine Mondiale. L’aumento esponenziale dell’indebitamento pubblico, sinergicamente all’emergenza sociale creata ad hoc con il terrorismo, stanno rendendo tutto questo possibile mentre le masse si preoccupano solo del risultato di una partita di calcio o dell’ultimo vincitore dei concorsi a premi milionari. L’incubo descritto da Orwell con i suoi romanzi sta così divenendo realtà. In nome della sicurezza infatti verrà progressivamente abolità ogni garanzia di libertà personale (vedi ad esempio cosa è successo in America con il Patriot act approvato dopo l’11 settembre) mentre in nome dei c.d. “piani di salvataggio” anti-crisi (aumento del prelievo fiscale) saremo costretti a lavorare come schiavi per i banchieri.
Quello che segue è quindi un interessante articolo del Corriere della Sera dove viene sottolineato l’inquietante distacco dalla realtà della maggior parte delle persone..
La grande illusione dei quiz in tv
Undici ore di programmazione, due milioni in palio.
«Ma si crea un divario tra mondo virtuale e realtà»
di Chiara Maffioletti
Si possono vincere computer, viaggi, buoni spesa, batterie di pentole, automobili, perfino autobus. E, naturalmente, tanti, tantissimi soldi. Basta avere un pizzico di fortuna. È la promessa della tv: dei numerosi quiz, concorsi e giochi a premi che affollano i palinsesti delle principali reti nazionali. Ogni giorno, almeno 11 ore di programmazione sono occupate da programmi che fanno sognare vincite facili in grado se non di cambiare la vita di darle almeno una bella mano. Solo Canale 5 mette in palio oltre un milione di euro al giorno. Raiuno più di 800mila. È una gara a chi offre di più, a chi spinge più su l’asticella del «montepremi». Una lampada di Aladino catodica dove non bisogna strofinare ma telefonare: tanto basta perché poi, altrettanto magicamente, «il fortunato telespettatore che ha trovato per primo la linea» si ritrovi nella condizione di vincere potenzialmente qualunque cosa. È la televisione «gratta e vinci».
Una televisione «attraente» ma fortemente «diseducativa» e «pericolosa», almeno secondo uno studio promosso da Comunicazione Perbene, associazione per l’ecologia della comunicazione. Dal 19 al 25 ottobre scorsi sono stati monitorati i palinsesti delle principali reti nazionali (Rai e Mediaset). Quindi, un pool di 100 esperti tra psicologi, psicopedagogisti e sociologi ha analizzato i dati raccolti. Dalle 8 del mattino alle 24, le principali sei reti nazionali su 144 ore di programmazione dedicano oltre 11 ore a programmi che promettono facili vincite, con picchi di giorni in cui si superano le 15 ore. Quotidianamente, la somma di tutti i montepremi supera i 2 milioni di euro. Solo Gerry Scotti, con «Chi vuol essere milionario» mette in palio ogni giorno un milione di euro. Raiuno supera gli 815 mila euro con cinque programmi, dal mattino fino ad «Affari tuoi». Il gioco dei pacchi da solo ha come montepremi 500 mila euro. Quello messo in atto da questa tv sarebbe un vero e proprio «bombardamento» che secondo gli psicologi (69%) può avere effetti «pericolosissimi» sul pubblico. Il 58% degli intervistati annovera questi programmi tra i più diseducativi della tv, colpevoli di creare frustrazione (39%), non promuovere i veri valori (56%) e dare un’immagine falsata della vita reale.
Più a rischio sono gli adolescenti (71%), mentre il fattore più diseducativo è nella sproporzione capacità-vincite (62%). «La tv rappresenta il media più potente, questo comporta una responsabilità che spesso il piccolo schermo dimentica, ovvero promuovere messaggi educativi – sottolinea Saro Trovato, presidente di Comunicazione Perbene -. Oggi basta accendere la tv per assistere a programmi che regalano cifre esorbitanti». Rispetto al passato, il cambiamento starebbe proprio nella frequenza di questo tipo di trasmissioni (41%): si è persa l’eccezionalità dell’evento, così come era ai tempi dei grandi quiz di Mike Bongiorno. Ora la percezione diffusa è che la dea bendata si sia fatta molto meno schizzinosa, ormai pronta a baciare chiunque e in ogni momento. A riprova, una rapida scorsa del palinsesto. È un fiorire di programmi con montepremi milionari: su Raiuno in «Carràmba che fortuna», Raffaella Carrà promettere vincite fino 750mila euro (oltre agli altri 800mila offerti quotidianamente dalla rete); Enrico Papi su Italia 1 ne «regala» 100mila, basta girare la ruota della fortuna e incrociare le dita.
C’è poi «Paperissima» che, su Canale 5, mette in palio 100mila euro per chi ha avuto la fortuna di girare un filmato divertente, o ancora «Mattino in Famiglia » che, su Raidue, offre qualche centinaia di euro per risolvere un cruciverba e «Mezzogiorno in Famiglia» che fa «sfidare » i diversi comuni italiani per vincere un pullman (dal valore di circa 150mila euro). E ancora, lo zaino a pannelli solari di «Geo & Geo», la batteria di pentole de «La prova del cuoco», il carrello di libri di «Per un pugno di libri», i buoni spesa di «Occhio alla spesa», i chilometri di viaggio di «Alle Falde del Kilimangiaro». Gli esempi sono moltissimi. Ed è così che – escludendo i reality che pure promettono importanti vincite semplicemente «votando» («La Talpa» di Italia 1, ad esempio, mette in palio 200mila euro) – la tv ogni settimana fa segnare un montepremi totale di oltre 15 milioni di euro: più due milioni di euro messi in palio al giorno, 84.272 euro ogni ora, 1.404 euro ogni minuto, 23 ogni secondo. Cifre che, in tempo di crisi, inevitabilmente ingolosiscono ancora di più. Non c’è da stupirsi dunque se esiste chi dell’inseguire la fortuna in tv ha fatto un’arte. O meglio, un mestiere.
Carmela Giardina, 49 anni, ha costituito una sorta di società con tre delle sue cinque figlie, a Canicattì. Insieme non si perdono un quiz, un concorso, un gioco a premi. Organizzate meticolosamente, telefonano, giocano e vincono. «Ho iniziato oltre vent’anni fa con la tv, ma poi ho esteso a tutti gli altri tipi di concorsi », racconta la signora al telefono. È cortese ma spazientita: «Si sta parlando troppo di questa storia, si crea concorrenza…non possiamo sentirci un’altra volta?». Solo una domanda: secondo lei è vero che i giochi a premi in tv sono dannosi? Crede sia fondato il timore degli esperti secondo cui questi programmi veicolerebbero un messaggio distorto, tipo che si può avere successo, vincere tanti soldi, possedere beni di lusso pur non avendo particolari meriti? «No, non sono d’accordo. Per vincere i concorsi tv serve astuzia, costanza e un pizzico di fortuna. Per noi è come andare a scuola ogni giorno. Però mi scusi, adesso la devo proprio salutare, sono rientrata ora in casa da un viaggio a Capo Verde…è l’ultimo che ho vinto». Ecco, appunto.