Di Solange Manfredi
Il decreto Gelmini porta gli studenti (e non solo) in piazza.
Alle manifestazioni di protesta contro il decreto ci sono degli scontri (non si sa se, come in passato, causati da agenti provocatori, ma il sospetto è forte).
Nonostante l’impegno dei partecipanti alle manifestazioni, che instancabilmente gridano “siamo tutti studenti” con la utopica speranza, almeno questa volta, di non venire strumentalizzati, il governo, con rapidità e sicurezza straordinarie, dichiara: “Gli scontri a Piazza Navona del 29 ottobre 2008 sono stati causati dagli studenti di sinistra”.
Ecco creati gli estremisti di destra e di sinistra.
Passano due giorni e il 31 ottobre 2008 Licio Gelli rilascia un intervista in cui afferma:
“Terreno ”fertile” per un eventuale ritorno delle Brigate Rosse…”
Ancora qualche giorno e, l’ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga scrive al capo della polizia dispensando consigli:
”Un’efficace politica dell’ordine pubblico deve basarsi su un vasto consenso popolare, e il consenso si forma sulla paura… “
Il 13 novembre il Ministro della Pubblica Istruzione Renato Brunetta afferma:
“Sono sotto scorta perchè le Br vogliono farmi fuori”.
Il 15 novembre ancora l’ex presidente della repubblica Francesco Cossiga scrive:
“Cio’ premesso io, Francesco Cossiga, già ministro dell’Interno, dichiaro che ho molto più rispetto per i militanti delle Brigate Rosse e di Prima Linea che per i giudici delle Sezioni Unite Civili della Corte di Cassazione”.
Il 23 novembre un volantino firmato “Nuove Brigate Rosse” con la stella a cinque punte cerchiata
viene rinvenuto attaccato alla porta d’ingresso della redazione dell’emittente ligure ‘Primocanale’. Nel messaggio si legge:
“Nessun compromesso sarà possibile con i carnefici della libertà e dei diritti”
Ricapitolando:
Due indiscussi protagonisti (Gelli e Cossiga) di quel periodo storico noto come gli anni di piombo evocano due cose: “Br e paura”.
Immediatamente il Ministro della Repubblica Brunetta dichiara di vivere sotto scorta perché minacciato dalle Br.
Le Br ricompaiono con un volantino di rivendicazione annunciando il ritorno della lotta armata.
Il tutto in meno di un mese.
Qualcosa non torna, vediamo cosa:
Un ministro della Repubblica sostiene di vivere sotto scorta perché le Br vogliono ucciderlo.
Eppure alla dichiarazione del Ministro Brunetta, non solo nessun giornale o telegiornale dà particolare risalto, ma nessun giornalista si domanda come, quando e da chi sarebbero state ricostituite le BR?
Due sono le possibilità di tanta indifferenza: o nessuno crede alle affermazioni di Brunetta o qualcosa non va nell’informazione.
La notizia del ritorno delle BR, con le minacce di morte ad un Ministro della Repubblica, non è notizia da poco. Ed invece nulla, nei tg si parla di panettoni e regali di Natale. Tutto normale?
Evidentemente si, ed infatti ecco ricomparire, proprio ieri, come d’incanto, le Br con il loro comunicato.
Evocate e subito comparse, quasi si tratti di magia.
Certo qualcuno potrà sostenere che il ritorno delle Br era prevedibile, vista la situazione difficile in cui versa il paese, e le affermazioni fatte in tal senso provenivano da uomini di sicura esperienza.
Ma a tale affermazione si potrebbe contestare che nel 1992, con il crollo della lira e le stragi, nessuno evocò il ritorno delle Br.
In quel periodo storico della nostra repubblica si preferì una nuova sigla: Falange armata.
Dal 1989 al 1994 la Falange armata rivendicò di tutto: stragi, omicidi, rapine, attentati, ecc…(vedi articolo su questo blog http://paolofranceschetti.blogspot.com/2008/05/gladio-il-principale-segreto-della.html )
L’escamotage però non ebbe gran successo, molte persone ancora oggi non ricordano tale sigla e, ancor meno, che da alcuni viene segnalata come struttura formata da ex appartenenti ai corpi speciali che “ha visto i natali dentro le istituzioni dello Stato, i cui responsabili hanno molte medaglie sul petto…”. (Vedi articolo su questo blog http://paolofranceschetti.blogspot.com/2008/01/capaci-damelio-fauro-georgofili-sono.html )
Non c’è niente da fare, nel territorio italiano la forza evocativa e di paura della sigla Br è difficile da ricreare, e il fallimento della falange armata ne è una dimostrazione tangibile.
Meglio tornare al vecchio.
D’altronde, come dice anche l’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga, il consenso si forma sulla paura. E cosa c’è di meglio per terrorizzare i cittadini, e distrarli dal disastro economico e dalle probabili vergognose manovre a favore dei soliti noti, che il ritorno delle Br?
Nulla.
Ed eccole qua.
Probabilmente tale volantino serve a qualcuno per tastare il polso della forza intimidatrice sulla popolazione del ritorno delle Br.
Se sarà positivo si continuerà ed inizieranno gli attentati e gli omicidi.
Se la popolazione risponderà in maniera distratta si troverà un altro modo per incutere terrore (c’è ancora l’asso nella manica del terrorismo islamico).
Allora mi permetto di dare un consiglio a chi deve “organizzare” questi nuovi gruppi terroristici che devono seminare il terrore tra la popolazione a vantaggio dei soliti noti.
Questa volta non fate l’errore commesso nel 1970, siate più organizzati ed attenti.
Se, rivendicando attentati, usate lo stesso simbolo per i gruppi terroristici sia dell’estrema destra che dell’estrema sinistra forse, questa volta, qualcuno potrebbe accorgersene e dirlo.
Nel 1970 avete rifilato come simbolo per rivendicare gli attentati la stella a cinque punte dentro il cerchio sia al gruppo di estrema destra MAR dei Fumagalli[1] che alle BR. Certo, dopo le prime rivendicazioni, ve ne siete accorti ed avete lasciato il simbolo solo alle BR ma, diciamocelo, è stato un errore grossolano.
Quindi, questa volta maggiore attenzione, per favore.
Quando avrete i vostri uomini che attendono in fila, come in caserma e, chiamandoli per nome, gli direte: “tu sarai uno “sparatore” di estremista di destra, tu sarai uno di estrema sinistra, ecc..” nel dargli istruzioni, simboli e volantini, per favore, ricontrollate i fogli, il simbolo del gruppo terroristico della sinistra deve essere diverso da quello del gruppo terroristico di destra. OK?
Si lo so, è vero, anche se fate un errore non succede nulla, noi italiani abbiamo dato ampia prova di credere a tutto, anche agli asini che volano, però con i più attenti non ci fate una bella figura.
Una curiosità: alla persona che per errore nel 1970 diede lo stesso simbolo per rivendicare gli attentati sia agli uomini che avete mandato a fare la parte dei brigatisti rossi e che agli uomini che invece avete mandato a fare gli estremisti di destra nel Mar dei Fumagalli cosa avete fatto? Anche lui morto in un incidente d’auto, o ha avuto un infarto?
[1]Volantino del 13 aprile 1970