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Paolo “instancabile facchino (e direttore del Corriere della Sera)” Mieli

“Trasferiteci tutti”. Sembra passato un secolo. E invece era giusto poco più di un anno fa, quando un pugno di giovani calabresi dell’associazione antimafia “Ammazzateci tutti” gridava proprio questo slogan – “Trasferiteci tutti” – per difendere quello che per loro era il paladino della giustizia in terra di Calabria, il pm Luigi de Magistris. Ebbene: il loro grido di rabbia non è caduto nel vuoto. Qualcuno – nei Palazzi; tra Roma e Milano – deve averli ascoltati. Perchè negli ultimi quattordici mesi – oltre a de Magistris, spedito alla velocità della luce ad occuparsi d’altro in quel di Napoli – sono stati trasferiti (o sollevati dai loro rispettivi incarichi): 1 capitano dei carabinieri; 1 superconsulente informatico della Procura di Catanzaro; 2 pubblici ministeri; e – pure e per giunta – 1 procuratore generale della Repubblica. Insomma: se non li hanno trasferiti davvero tutti – come altrettanti ingombranti scatoloni – poco ci manca.

Anzi: poco ci mancava. Perchè a far conoscere questa sfilza di “trasferimenti” a chi scrive – attraverso le pagine del Corriere della Sera – era un giornalista. Carlo Vulpio. E sì, avete capito bene: “era”. E non è più. Perchè questa settimana: pure lui – come potete leggere sulle pagine del suo blog, in un post datato 11 dicembre – è stato, per dirla con parole sue, “rimosso”, “esonerato”, “congedato”, insomma “trasferito”. Per ordine del suo direttore, Paolo Mieli.

Fonte: www.bamboccioni-alla-riscossa.org