Walter Veltroni, Francesco Rutelli, Enzo Carra, Pd, Partito Democratico, bamboccioni, bamboccioni alla riscossa

Più chiaro dell’acqua cristallina: “Il Partito democratico la prevenzione del malcostume politico intende farla sul serio”. E più duro del marmo di Carrara: “Per i disonesti non c’è posto nel Partito Democratico”. Insomma: lui, il lidèr maximo e romano de’ Roma, Walter Veltroni ieri ha finalmente detto la sua sulle inchieste per corruzione e reati vari che coinvolgono mezzo Piddì (dalla Basilicata alla Toscana, passando per Napoli e Pescara). Con parole belle, dure e pure. Ma che devono aver scatenato ondate di panico (”Ma che sta a parlà de me?”). E pure qualche dubbio tra i parlamentari “piddini”. Perchè: qualcuno – tornando con la memoria alle ultime elezioni – deve essersi chiesto: “A Waltere, ma allora io, qui, che ce sto a fa’?”.

Se lo deve essere chiesto – per esempio – quell’ex margheritino di Enzo Carra. Che ad aprile è stato elettoper la terza volta (consecutiva) – in Parlamento, nonostante avesse sul groppone una condanna (definitiva; a 1 anno e 4 mesi), per false dichiarazioni (all’allora pm, Antonio Di Pietro). E nonostante il fatto che la sua foto nelle aule di giustizia – con tanto di schiavettoni, cioè manette, ai polsi – avesse fatto di lui, negli anni Novanta, il condannato simbolo di Tangentopoli. E qualche perplessità deve essere scattata anche nella mente del trapanese (anzi per la precisione: dell’alcamese “dop”, perchè nato ad Alcamo, provincia di Trapani), Antonino Papania. Pure lui alla terza legislatura di fila. E pure lui eletto (senatore) nelle liste del Pd. Perchè – neppure una vita fa; giusto a gennaio 2002 – aveva patteggiato 2 mesi e 20 giorni (va da sè: di reclusione) per abuso d’ufficio. Causa: un’incresciosa vicenda di compravendita di posti di lavoro.

Ma – forse, chissà – qualche domanda se la saranno fatta anche altri due vecchi “big” del partito “nuovo”: i Cip&Ciop della politica in salsa capitolina: al secolo Rutelli Francesco e Lusetti Renzo. Tutti e due rieletti (Lusetti, deputato, al terzo giro in Parlamento; Rutelli, senatore e habituè di Montecitorio e Palazzo Madama, addirittura al sesto). Tutti e due ex margheritini. E tutti e due – illo tempore (all’epoca della prima sentenza, poi confermata in Cassazione, correva l’anno 2000) – condannati dalla Corte dei conti a risarcire il Comune di Roma, per alcune consulenze un po’ “allegre” decise quando il primo era sindaco e il secondo assessore (al Personale) della Capitale. Consulenze costate – alle casse dei contribuenti romani (e come ricordò all’epoca Repubblica) – appunto un capitale. Read the rest of this entry »

Fonte: www.bamboccioni-alla-riscossa.org