di Richard Falk* – «The Nation»
Gli attacchi aerei sulla Striscia di Gaza rappresentano delle gravi e massicce violazioni del diritto internazionale umanitario definito dalle Convenzioni di Ginevra, sia in relazione agli obblighi di una Potenza Occupante, sia ai requisiti del diritto bellico.
Tali violazioni implicano:
• Punizione collettiva: l’intera popolazione composta da un milione e mezzo di persone che vivono nell’affollata Striscia di Gaza viene punita per le azioni di pochi militanti.
• Civili come obiettivo: gli attacchi aerei sono stati rivolti verso aree civili in una delle porzioni di terra più affollate del mondo, certamente la più popolata del Medio Oriente.
• Reazione militare sproporzionata: Gli attacchi aerei non hanno soltanto distrutto ogni ufficio di polizia e di sicurezza del governo eletto di Gaza, ma hanno ucciso e ferito centinaia di civili; è stato riferito che almeno uno dei bombardamenti ha colpito gruppi di studenti in attesa di mezzi di trasporto da casa all’università.
Le precedenti azioni israeliane, in particolare la completa sigillatura della Striscia di Gaza in entrata e in uscita, hanno portato a una grave scarsità di medicine e carburante (così come di cibo), fino a causare l’impossibilità per le ambulanze di soccorrere i feriti, l’incapacità degli ospedali di fornire adeguatamente le medicine o le necessarie attrezzature per i pazienti, e l’impossibilità per i medici e gli altri operatori sanitari sotto assedio di Gaza ad assistere sufficientemente le vittime.
Certamente gli attacchi con razzi contro obiettivi civili in Israele sono illegali. Ma tale illegalità non fa sorgere in capo a Israele, né in veste di Potenza Occupante né di Stato sovrano, alcun diritto a violare il diritto internazionale umanitario o commettere crimini di guerra o crimini contro l’umanità nella sua reazione. Prendo atto che la progressione di attacchi militari di Israele non ha reso i civili israeliani più sicuri; al contrario, l’unico israeliano ucciso oggi dopo la recrudescenza della violenza israeliana è il primo da oltre un anno.
Israele ha altresì ignorato le recenti iniziative diplomatiche di Hamas miranti a ristabilire la tregua o il cessate il fuoco a partire dal suo termine del 26 dicembre
Gli attacchi aerei di oggi, con i catastrofici costi umani che hanno causato, sfidano quei paesi che sono stati e restano complici, sia direttamente sia indirettamente, nei confronti delle violazioni del diritto internazionale da parte di Israele. Tale complicità comprende quei paesi che notoriamente forniscono l’equipaggiamento militare, tra cui aerei di guerra e missili usati in questi attacchi illegali, così come quei paesi che hanno sostenuto e partecipato nell’assedio di Gaza che di per se stesso ha causato una catastrofe umanitaria.
Ricordo a tutti gli Stati Membri delle Nazioni Unite che l’Onu continua a essere vincolata a un indipendente obbligo di proteggere qualsiasi popolazione civile che si trovi a fronteggiare massicce violazioni del diritto internazionale umanitario, a prescindere da quale paese sia responsabile di tali violazioni. Faccio appello a tutti gli Stati Membri, nonché a tutti i funzionari e a ogni organo rilevante del sistema Onu, affinché si muovano sulla base dell’emergenza non solo per condannare le serie violazioni israeliane, ma per sviluppare nuove misure volte a fornire una reale protezione del popolo palestinese.
* Richard Falk, professore emerito di diritto e pratica internazionale alla Princeton University, è relatore speciale dell’Onu sui diritti umani nei territori palestinesi occupati e fa parte del comitato editoriale di «The Nation».
Fonte: http://www.thenation.com/doc/20090112/falk?rel=hp_currently
[29 dicembre 2008]
Traduzione di Pino Cabras –
Fonte: www.megachip.info