di
Felice Capretta
Deflazione negli USA e strane storie di cronaca nelle notizie di ieri.
Truculenti dettagli di cronaca della peggior specie hanno invaso il tg1 di ieri sera in prime time, come ci segnala la lettrice Sara tra i commenti.
I primi 20 minuti di telegiornale, pari a circa il 40% – 50% dell’airtime, sono stati assorbiti da una interminabile filippica politically correct sul branco incendiario di bravi ragazzi che ha improvvisato un barbecue umano al curry sulle banchine della stazione.
Episodio drammatico, non c’e’ che dire.
Oltremodo odioso.
Eppure non c’e’ molto da dire, se non che si dovrebbe:
- inchiodare i ragazzi alle loro responsabilità lato giudiziario
- indagare sui motivi dell’accaduto lato media
- mettere in atto, sul lato politico/amministrativo, un piano di lungo periodo volto a spegnere le cause che, a nostro modesto avviso, sono annidate nello stile di vita attuale prima che nella psiche.
Forse sarebbe stato opportuno parlare della crisi economica negli stati uniti che sta assumendo sempre i più i connotati della Grande Depressione se non peggio. Il Tg1 ha dedicato all’argomento solo poche parole, schiacciate in pochi minuti del tg1.
La voce del giornalista non nascondeva un briciolo di sdegno globally correct nel riferire che il presidente Obama vuole sostenere il concetto di “Buy USA”, ovvero preferire i prodotti interni a quelli esteri.
L’orribile parola: “protezionismo”, tanto odiata dai globalizzatori di ogni genere e dalla stampa accondiscendente, rappresenta in realtà una delle poche concrete vie americane per attenuare leggermente gli effetti disastrosi della crisi.
Nessuna parola invece su alcuni fatti veramente interessanti in campo economico:
- Altri posti di lavoro persi negli USA, con Macy’s che ha annunciato il taglio di 7.000 dipendenti e Morgan Stanley che potrebbe tagliare 1.500-1.800 unità.
- A dicembre, sesta flessione consecutiva dei consumi, il vero motore dell’economia americana. E’ la contrazione più prolungata da quando la statistica sui consumi viene pubblicata (dal 1956). Le famiglie americane spendono sempre meno: a dicembre la spesa personale è scesa dell’1%, , dopo una contrazione dello 0,8% a novembre e dell’1,1% a ottobre.
- Il dipartimento del commercio ha inoltre constatato che la flessione negli ultimi due trimestri consecutivi ha superato il 3%, fatto mai accaduto dal 1947 ad oggi.
- Le vendite delle auto negli USA a gennaio scendono al 30% in meno, ma in Italia non siamo da meno con una contrazione del 32%.
- Aumentata sostanzialmente invece la propensione al risparmio, che segna un +2%. Il mercato del lavoro USA non fa aumentare i redditi delle famiglie, e le famiglie devono risparmiare di più, il che inciderà ancora di più sui consumi.
Le vendite scontate di dicembre, infatti, non hanno avuto l’effetto sperato, con troppe merci in vendita per troppo poco denaro disponibile. Le famiglie non spendono e i prezzi si abbassano.
Risultato? La spirale della deflazione si è ormai innescata negli USA.
Per chi volesse approfondire, è disponibile la trilogia di post su inflazione o deflazione:
E ora che la sterlina è prossima alla parità con l’Euro e l’economia inglese è in bancarotta, Londra ha scoperto di essere pronta ad entrare nell’Euro.
Che combinazione.
Naturalmente l’Unione europea sarà felicissima di portarsi in casa il paese con l’economia più esplosiva al mondo dopo quella americana. Forse i cittadini europei non lo saranno altrettanto, ma si sa: le decisioni europee vengono prese a bruxelles, non dai cittadini.
Per concludere, in Grecia questa mattina gli agricoltori cretesi hanno tentato di sfondare il blocco della polizia e hanno fatto il pieno di lacrimogeni.