Non so voi, ma quando io vedo la frase “Nuovo Ordine Mondiale” sbandierata su tutti i siti principali come se fosse un nuovo sapore di Tic Tac, sono costretto a chiedermi se la gente sa davvero quello che vuol dire.
Il Nuovo Ordine Mondiale era una cosa che le persone come me leggevano nei libri che non erano mai disponibili nella libreria locale. Dovevamo ordinarli apposta. (A meno che non ti capitasse di vivere vicino ad una libreria specializzata in roba inusuale). Del Nuovo Ordine del Mondo se ne parlava durante i programmi radio trasmessi in piena notte, dopo che il ragazzo alieno non era più in onda. Il Nuovo Ordine del Mondo era una barzelletta: “Sei un teorico della cospirazione che crede al Nuovo Ordine Mondiale? HAHAHA. E agli elicotteri neri? HAHAHA”. Ecc.
Quando ero all’università e mi specializzavo nelle Relazioni Internazionali, non mi aspettavo di sentir parlare tanto di questa roba. Al contrario ho incontrato mucchi di quello che la gente ignorante chiama teoria della cospirazione come parte del mio lavoro svolto durante il corso. È teoria della cospirazione se devi scrivere tesine e sostenere esami su cose come il Progetto dei Modelli dell’Ordine Mondiale, il Club di Roma, il federalismo globale, il multilateralismo, l’interdipendenza economica, la trasformazione del sistema, le Nazioni Unite e il fallimento del loro predecessore, la Lega delle Nazioni? Molti dei professori erano membri del Council on Foreign Relations.
Vai a vedere un relatore ospite ed era il tal dei tali del Royal Institute of International Affairs. L’ospite della settimana dopo, il Generale Bob, era assistente vice direttore di morte e distruzione nella legione dello sfacelo prima di diventare un consigliere della Commissione Trilaterale. Ah, Kevin ci puoi dare una mano al World Economic Forum il mese prossimo? L’elite non ingaggia gente per lavorarci, chiedono solo agli studenti di farlo gratis. Ci potrebbe essere un po’ di roba da mangiare gratis per te, allora che ne dici? Farà una bella impressione sul tuo CV.
Scusate ci devo scherzare sopra adesso perché tutta questa storia era incommensurabilmente stupida e uno spreco di tempo e soldi così incredibile…Verso La Fine (laurea), pensavo “Forse cercherò di trovare un lavoro timbrando merda sui passaporti”. (Il che vuol dire lavorare per il Foreign Service statunitense). Sono andato ad iscrivermi per l’esame e l’unico pensiero che avevo in testa era “che caz…” Come avrei fatto a piegare abbastanza la coscienza da mantenere le apparenze in quella commedia se per poco non mi sono avvelenato il fegato per prendere la laurea???
Così ho visto la situazione da entrambi i lati. Ero uno dei viscidi zoticoni “teorici della cospirazione” che leggeva i fumetti e William Cooper. Allora ho fatto un paio di passi verso una carriera di sostegno all’elite prendendomi quella stupida laurea. Ma guardando indietro al mio incontro con il Nuovo Ordine Mondiale, la cosa che emerge è che era così “blah” e blando a quel livello.
Certo si può avere davanti agli occhi una fabbrica di zombi globalisti e non rendersene conto. Basta guardare la più vicina grande università con un programma di relazioni internazionali. Quello che si vedrà è un mucchio di gente che indossa scarpe pratiche e legge il New York Times e il Foreign Affairs. Molti guideranno una Volvo e avranno l’abbonamento alla radio pubblica nazionale. Ci sarà l’occasionale persona in uniforme militare. La scena non sembrerà affatto strana. Ma provate a starci qualche anno in quell’ambiente e dopo venite a dirmi che una cosa come il Nuovo Ordine del Mondo non esiste.
Effettivamente, non importa, ditelo a MarketWatch (parte della rete digitale del Wall Street Journal).
Via: MarketWatch:

Thomas Jefferson ha detto una volta: “Quando arrivi alla fine della tua corda, facci un nodo e aggrappati”. Mentre il sistema finanziario globale procede su uno spago, gli investitori stanno disperatamente cercando di tenersi forte.
Il Nuovo Ordine Mondiale è su di noi, pieno di speranza, promesse e una discreta dose di paura. Nella nostra recente discussione riguardo alla direzione del nostro paese, abbiamo notato i rischi di accontentarci dei luoghi comuni e le implicazioni per il dollaro USA.
Il mantra di Minyanville fornirà notizie finanziarie che hai bisogno di sapere prima che tu sappia di averne bisogno. Questa è una sottile linea da percorrere, perché la previsione si oppone spesso all’accettazione generale.
Nel 2006, è sembrato controintuitivo predire un “malessere socioeconomico prolungato totalmente più deprimente di una recessione”.
Per anni la nozione di una “mano invisibile” era una teoria di cospirazione finché abbiamo imparato che il Gruppo di Lavoro sui Mercati Finanziari era uno strumento di politica centrale. E adesso mentre guardiamo a tutto il nostro orizzonte storicamente significativo, dobbiamo aprire le nostre menti a pensieri ed idee che potrebbero sembrare estranei a gente condizionata dal passato e scioccata dal presente.

Il crocevia valutario

Mentre i governi si assumono più rischi – fissando il prezzo dei beni per conto del mercato e trasferendo il debito da privato a pubblico – il denominatore comune o valvola di sfogo diventa la valuta.
Se alla nostra condizione economica è permesso di prendere medicine sotto forma di distruzione del debito, il greenback si rivaluterà, e le classi di beni in genere si deflazioneranno. Se continuiamo ad iniettare medicine che mascherano i sintomi piuttosto che combattere la malattia, aumenta la probabilità di un riadattamento sismico nello stesso modo.
Le forze deflazionistiche nel mercato sono pervasive, e l’”altro lato” della nostra attuale equazione, ovvero l’iperinflazione, potrebbe succedere a distanza di anni. Tuttavia, dato il passo, le dimensioni e l’ampiezza dell’epidemia finanziaria globale, dobbiamo esplorare ciascun aspetto del contorto percorso.
Anni fa la Federal Riserve ha redatto una “relazione risolutiva” che riguardava la necessità di combattere i tassi di interesse “zero-bound”. La preoccupazione era la fuga di capitale dagli USA e un’opzione che è stata discussa era una valuta a due strati, una per i cittadini statunitensi e una per gli stranieri.
L’economista canadese Herbert Grubel ha introdotto per primo una potenziale manifestazione di questo concetto nel 1999. La Valuta Nordamericana – chiamata l’”Amero” nelle cerchie selezionate – avrebbe effettivamente messo insieme il dollaro canadese, il dollaro USA e il peso messicano.

A prima vista, seppure difficile da immaginare, ha un senso dal punto di vista intuitivo. L’abilità di combinare le risorse naturali del Canada, l’ingegnosità degli Americani e la manodopera a basso costo del Messico consentirebbe al Nordamerica di poter competere meglio sul piano globale.
Tuttavia l’esperienza ci insegna che le soluzioni intuite, introdotte dai politici e da chi stabilisce le politiche non sortiscono sempre l’effetto desiderato.

Le conseguenze non volute


Sostengo da tempo che come la profezia di internet si è dimostrata vera – sebbene non prima dello scontro tecnologico – così avrebbe fatto la globalizzazione, benché non senza la dolorosa-ma-necessaria distruzione del debito.
Per superare questo, dobbiamo attraversarlo. Se non ci è permesso di attraversarlo, gli stranieri cercheranno strade alternative. Ricordiamoci che per i possessori di beni denominati in dollari, il germe dello scontento è cresciuto sotto la superficie per anni, con il greenback sceso del 30% dal 2002.
Molto probabilmente i leader mondiali osserveranno come la nostra nuova amministrazione cerca di affrontare la crisi finanziaria prima di fare passi drastici. Capiscono che esiste un rischio codipendente come funzione dei derivati che tessono la nostra infrastruttura finanziaria. Se potessero distaccarsi dal nostro ecosistema economico senza causare danni ingenti a loro stessi, l’avrebbero già fatto da molto tempo.
Se la politica futura tenta di introdurre più debito anziché consentire l’allineamento di risparmi e obbligazioni, dobbiamo contemplare il potenziale di uno shock del sistema. Potremo dover lasciare che una valuta a due strati acquisti trazione se il dollaro si svalutasse significativamente rispetto ai livelli attuali.
Se si verificasse questa dinamica – e non sento che lo farà – l’equilibrio globale dei poteri si frammenterebbe in quattro regioni principali: il Nordamerica, l’Europa, l’Asia e il Medio Oriente. In tale situazione, le ramificazioni si manifesterebbero attraverso i disordini sociali e il conflitto geopolitico.
Questo particolare percorso non è auspicabile, ma gli squilibri globali che si sono costantemente inseriti nella nostra economia basata sulla finanza devono essere risolti in un modo o nell’altro. È questo il crocevia critico che affrontiamo insieme mentre il nostro diffidente mondo tenta di trovare la strada.
Fa paura? Sì. È probabile? Non tanto, almeno per il momento. È possibile? Certamente, anche se ripeto ancora che ci potrebbero volere degli anni prima che i pezzi di questo spinoso rompicapo possano essere ricomposti.
Una efficace gestione del denaro richiede di valutare l’intero spettro di probabilità degli esiti potenziali e di introdurlo nel nostro processo decisionale. Se la nozione di un cambiamento valutario sismico può sembrare oscura, dobbiamo contemplarne la possibilità molto prima che diventi una notizia sulle prime pagine dei quotidiani.
Perché, se abbiamo appreso qualcosa dagli ultimi anni, è che la provocazione proattiva del pensiero è il necessario precursore di una preparazione efficace.

DA CRYPTOGON.COM

Titolo originale: "Amero Could Result from Crisis: ‘The New World Order Is Upon Us’ "
Fonte: http://cryptogon.com
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29.01.2009
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di MICAELA MARRI