di

Felice Capretta

 

 

Mentre i giornali si dividono tra il discorso di Obama ("ce la faremo") ed il consueto tema del romeno stupratore, sono stati resi noti i dati del deficit commerciale di Gennaio in Giappone. La situazione è meno peggio di quanto previsto dagli analisti: il passivo stimato era sopra i 1100 miliardi di yen, il passivo reale è di 952,5 miliardi di yen, pari a 8 miliardi di euro.
Il nuovo record batte lo storico passivo del gennaio 1980 da 842 miliardi di yen. Quattro mesi consecutivi di passivo non si vedevano dal medesimo periodo.
Allora furono le conseguenze dello shock petrolifero a colpire duramente l’economia giapponese. Oggi è la crisi sistemica, che è un fenomeno ben più complesso di un semplice shock petrolifero.
Il Giappone esporta ormai la metà delle merci rispetto alla misurazione precedente, con un tonfo del 45,7% in meno.
Le importazioni si sono ridotte del 30% circa.
Sulle esportazioni di gennaio dimezzate pesano particolarmente i crolli dell’export verso USA e Russia (52% e 65,5% in meno rispettivamente) con un tonfo particolare di 80% in meno di esportazioni negli USA per il settore auto.
In pratica, se a dicembre si vendevano 100 auto giapponesi negli Stati Uniti, questo mese se ne sono vendute solo 20.
E adesso a chi le vendono quelle 80 auto su 100, i giapponesi?
Guarda caso, il primo ministro giapponese è corso a Washington ad incontrare Barack Obama, e si sono detti pienamente daccordo a lavorare in modo urgente e congiunto per stimolare la domanda interna ed estera.
Ma pensa un po’.
Sono tutti daccordo “nella necessità di resistere al protezionismo”.
Che combinazione.
Ma ora che fine farà uno dei pilastri della ricetta per uscire dalla crisi, il Buy American tanto caro a Obama?
Nel frattempo, secondo Bloomberg il pil tedesco è dalato del 2,1% nel quarto trimestre rispetto al precedente, mai così giu’ dal 1987. Contribuiscono anche qui le esportazioni in discesa: -7,3%.

Fonte:  informazione scorretta