di Marco Zatterin
su la Stampa.it
Almunia: "è stata già studiata una soluzione di intervento se un paese dell’Eurozona facesse bancarotta".
L’Europa considera concretamente l’ipotesi che un socio del club della moneta unica possa fare bancarotta. Il commissario Ue agli affari monetari, Joaquin Almunia, ha rilevato stamane che se un Paese dell’area euro dovesse diventare insolvente è stata già studiata una soluzione di salvataggio. Lo spagnolo ha anche sottolineato che non sarebbe corretto divulgare i contenuti dello schema di emergenza ma ha precisato che "la soluzione esiste".
Nelle ultime settimane la pressione del mercato è aumentata soprattutto nei confronti di Paesi come Grecia e Irlanda con un aumento degli spread sui titoli pubblici rispetto al Paese di riferimento per le emissioni, la Germania. In condizioni difficili anche l’Austria, il cui debito delle banche nei confronti dell’Est vale l’80 per cento del PIL.
Pochi i dettagli. Almunia si è limitato a rivelare che il piano di salvataggio europeo scatterebbe prima che il Paese di Eurolandia in difficoltà si rivolga al Fondo Monetario Internazionale per un intervento. E ha aggiunto che sarebbe "possibile e ragionevole" per due Paesi dell’area euro di emettere titoli di Stato congiuntamente anche se tale soluzione al momento non è politicamente praticabile.
Resta la curiosità sull’uscita dello spagnolo. Del rischio default hanno certamente parlato domenica i ventisette nel vertice di Bruxelles anche se nulla è trapelato. Il fatto che Almunia indichi la possibilità di insolvenza è un’arma a doppio taglio: da un lato può tranquillizzare con la garanzia Europa per chi dovesse trovarsi in difficoltà gravi; dall’altro, può essere un invito alla speculazione ad andare a giocare con chi è più debole come il gatto col topo. Col rischio di avvicinare l’insolvenza invece che tenerla più distante.