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Bisogna essere fortunati a trovare un tram vuoto a quell’ora.
Succede, a volte, ma non tutti i giorni.
Il più delle volte il tram è mezzo pieno.
Certe mattine il tram è così pieno che bisogna lasciarlo passare ed aspettare quello dopo.
Solitamente, a quell’ora ci sono in giro solo i mendicanti fissi – quelli che si siedono in terra nelle stazioni dei treni o della metropolitana o agli angoli delle strade e aspettano lì con la mano tesa. I mendicanti dinamici, quelli che si muovono di vagone in vagone o di tram in tram, compaiono solo dopo le 10 (più che altro per una ragione logistica: a Milano, camminare con il piattino in mano dentro ad una metropolitana piena significa linciaggio sicuro).
Dopo quell’ora compaiono facce di tutte le etnie, munite dei più disparati strumenti atti a spremere monete dalle borse dei passeggeri:
- violini
- fisarmoniche
- bambini a spalla
- bambini liberi
- cuccioli
- parole di autocommiserazione
Stamattina non erano ancora le 10. Il tram era veramente pieno. Eppure Raffaele è salito lo stesso.
Raffaele è un omone grosso, sulla sessantina con i capelli bianchi e la barba grigia di 2-3 giorni. Chiuso dentro ad un giaccone blu un po’ liso, ha le mani callose e segnate. Si capisce che si è sempre guadagnato da vivere con lavori manuali. Spinge per salire, poi si guarda intorno con un po’ di imbarazzo.
Si fa spazio proprio addosso a noi, sentiamo il contatto.
In un secondo e mezzo facciamo un rapido check delle nostre tasche e dello zaino per controllare se ci sono rischi di borseggio. Istinto di sopravvivenza urbano. Tutto a posto.
Percepiamo, senza comprendere il perchè, l’energia di Raffaele. Sembra instabile, come pronto ad esplodere. Istintivamente pieghiamo un po’ le gambe e portiamo le mani al colletto, in quella posizione che l’istruttore di combattimento ravvicinato ci ha insegnato ad usare nelle situazioni di potenziale minaccia. E’ una insospettabile posizione di guardia – non si nota, eppure sei pronto a parare la maggior parte dei colpi, e sei anche pronto a colpire a ripetizione, in caso di necessità.
Ed infatti Raffaele esplode, anche se solo verbalmente.
Fa un grande respiro e tira fuori una voce poderosa, robusta e determinata. Assorda all’istante l’impiegato con il blackberry che in un momento di disattenzione o di disgusto preventivo gli ha mostrato il fianco (e l’orecchio) anzichè la schiena.
E dice:
FACCIO QUALUNQUE LAVORO PER MANGIARE!
Raccolgo anche la merda dei cani, faccio qualunque lavoro che mi vorrete dare. Io lavoravo, non ho mai chiesto soldi a nessuno. Avevo un lavoro ma l’ho perso per la crisi. Ho sessant’anni. Qualcuno mi dia un lavoro, sono onesto e voglio guadagnarmi da vivere!
Faccio qualunque lavoro, anche raccogliere la merda dei cani.
Ho perso il lavoro. I sindacati se ne fregano della gente che perde il lavoro, tanto loro guadagnano i milioni. I politici se ne fregano della gente che perde il lavoro perchè hanno un sacco di soldi. E lasciano che vengono qui gli extracomunitari che stuprano e ammazzano e rubano.
Io non voglio rubare, datemi un lavoro o qualche soldo per vivere. Datemi qualche soldo con le buone oppure devo rubare. In qualche modo devo mangiare.
O mi date i soldi con le buone o devo rubare.
(mescolare a piacere le singole frasi e ripeterle a piacimento per altri 5 minuti)
Raffaele, dalla corporatura ingombrante, si sposta a fatica nel tram affollato. Mentre ci facciamo largo a nostra volta per scendere, sentiamo rumore di portamonete che si aprono e di monete che tintinnano nelle mani. Raffaele ha guadagnato qualche soldo anche stavolta.
Sicuramente si comprerà un’altra bottiglia di vino.
Probabilmente userà quei soldi per campare.
Fine della storia (vera) dell’incontro tra Felice e Raffaele.
Penseranno alcuni degli affezionati lettori: “Perchè, Felice caro, ci racconti questa stupida e melensa storia di quelle che leggiamo quotidianamente sui giornali?”
….perchè di solito i mendicanti sono malaticci, zoppi, vecchi, zingari o stranieri. Quasi sempre si umiliano volutamente per catalizzare i sensi di colpa altrui (“poverino”, vero?).
…perchè stamattina il mendicante era invece una persona nel pieno della forza fisica, di portamento solido e con una certa determinazione nella voce e nel carattere. Una persona disposta a fare qualsiasi lavoro per mangiare. Quella persona ci ricorda le foto di San Francisco nel 1931, con persone dal portamento dignitoso ridotte a chiedere lavoro per cibo, o fare la fila in modo composto per un piatto di zuppa.
….perchè in realtà la crisi, come la guerra, è sempre una entità lontana. L’avverti, come Matrix, ma non la senti mai veramente finchè non la tocchi con mano. Ci sbracciamo tutti per i cittadini di Gaza sotto le bombe, eppure la guerra a Gaza è un evento che non siamo in grado di percepire fino in fondo. Così la crisi: la si legge su internet e su Informazione Scorretta, si vedono le foto, si leggono numeri da paura in borsa… si avverte. Ma la si tocca con mano solo quando ci viene detto dal capo, per esempio, che questo venerdì l’azienda resta chiusa, o quando il direttore della filiale ci rifiuta il credito.
…perchè stamattina la crisi era dentro un tram affollato. L’abbiamo sentita, toccata con mano e guardata negli occhi.
La scena si poteva fotografare e guardare in bianco e nero.
Poteva essere San Francisco nel 1931.
Invece era Milano nel 2009.
Fonte: http://informazionescorretta.blogspot.com