di
Marco Pizzuti
Una immagine dei posti lasciati vuoti dai delegati italiani alla conferenza di Ginevra.
Ieri la macchina della propaganda mediatica al servizio dell’elite globale ha fatto rullare i suoi tamburi di guerra “sensibilizzando” (o meglio manipolando) l’opinione pubblica sull’emergente pericolo razzista costituito dall’Iran (ricco di petrolio) e il suo leader Ahmadinejad. Molti dei rappresentanti degli stati occidentali infatti non hanno partecipato alla conferenza ONU (uno strumento di governo mondiale creato dalla massoneria) di Ginevra in cui si è tenuto il summit sul razzismo come segnale di protesta e sentita indignazione morale per la presenza di un personaggio come Ahmadinejad. L’episodio che ha messo in agitazione i “politici etici” del rifiuto sarebbero state alcune scandalose affermazioni “antisemite” rilasciate dal leader iraniano con cui ha osato definire lo stato sionista d’Israele uno stato razzista. La vicenda è stata poi montata ad arte dai mass-media per demonizzare uno stato canaglia come l’Iran:
Razzismo, sì al documento finale
Ue condanna Ahmadinejad ma si spacca
Obama critica Iran ma sì al dialogo. Vaticano: passo avanti
verso diritti umani. Israele: «In Iran c’è il nuovo Hitler»
Fonte: Il Messaggero
Link: http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=55312&sez=HOME_NELMONDO
Israele si ferma e ricorda la Shoah,
«Ahmadinejad come Hitler»
L’affondo del vice premier israeliano Shalom sul presidente iraniano, accolto a Teheran da eroe
Israele, Ahmadinejad rilancia
"A Gaza fa pulizia etnica"
A due giorni dalla conferenza di Ginevra e nonostante le dure reazioni della comunità internazionale il leader iraniano torna ad attaccare lo Stato ebraico: "Criminali che vanno puniti. Dovranno dare conto della loro brutalità"
La Casa Bianca invita i leader del Medio Oriente
Fonte: La Repubblica
Link: http://www.repubblica.it/
la conferenza Onu
Ahmadinejad fa
indignare il mondo
Il presidente iraniano definisce Israele "stato razzista" scatenando reazioni alla conferenza Onu di Ginevra, ma anche applausi. Mentre Tel Aviv richiama il proprio ambasciatore a Bama, Israele ringrazia i Paesi tiratisi fuori dal consesso.
Fonte: Il Tempo
http://iltempo.ilsole24ore.com/
E dopo questa breve carrellata di “informazione imparziale” profusa come un mantra ai popoli per sollevare la loro indignazione contro la super-potenza del petrolio iraniana, possiamo finalmente andare a vedere cosa hanno dichiarato i leader israeliani sionisti nel corso del tempo (tralasciando quello che hanno fatto e che stanno facendo).
Non esiste qualcosa come un popolo palestinese. Non è che siamo venuti, li abbiamo buttati fuori e abbiamo preso il loro paese. Essi non esistevano.
(Golda Meir, Primo Ministro di Israele, Sunday Times, 15/6/1969).
Dobbiamo espellere gli arabi e prendere il loro posto.
(David Ben Gurion, 1937, “Ben Gurion and the Palestinian Arabs”, Oxford University Press).
I palestinesi saranno schiacciati come cavallette…le teste spaccate contro le rocce e i muri.
(Yitzahak Shamir, Primo Ministro, “New York Times”, 1/4/1988).
Non c’è sionismo, colonizzazione o Stato ebraico senza l’espulsione degli arabi e la confisca delle loro terre.
(Ariel Sharon, ministro degli esteri, “Agence France Press”, 15/11/1998).
Israele ha il diritto di processare gli altri, ma nessuno ha il diritto di mettere sotto processo il popolo ebraico e lo Stato di Israele.
(Ariel Sharon, Primo Ministro, “BBC Online”, 25/3/2001).
Dobbiamo usare il terrore, l’assassinio, l’intimidazione, la confisca delle loro terre, per ripulire la Galilea dalla sua popolazione araba. C’è bisogno di una reazione brutale. Se accusiamo una famiglia, dobbiamo straziarli senza pietà, donne e bambini inclusi. Durante l’operazione non c’è da distinguere tra colpevoli e innocenti.
(Ben Gurion, 1967)
Che le cose andarono così fin dall’inizio ce lo testimonia lo storico israeliano Ilan Pappe con una sua dichiarazione:
In questo palazzo, il 10 marzo 1948, in un freddo pomeriggio, un gruppo di undici uomini, dirigenti sionisti veterani insieme a giovani ufficiali ebrei, diedero il tocco finale al piano di pulizia etnica della Palestina. La sera stessa venivano trasmessi alle unità sul campo gli ordini di effettuare i preparativi per la sistematica espulsione dei palestinesi da vaste aeree del territorio. Gli ordini erano accompagnati da una minuziosa descrizione dei metodi da usare per cacciar via la popolazione con la forza: intimidazioni su vasta scala; assedio e bombardamento di villaggi e centri abitati; incendi di case, proprietà e beni; espulsioni; demolizioni; e, infine, collocazione di mine tra le macerie per impedire agli abitanti espulsi di far ritorno… Questo progetto definitivo dichiarava in modo esplicito e senza ambiguità: i palestinesi devono andarsene… l’obiettivo era la distruzione delle aree rurali e urbane della Palestina…[1].
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Ciò premesso, si preferisce non commentare, lasciando così i lettori liberi di giudicare da soli il reale stato di salute e di trasparenza del mondo dell’informazione occidentale, ovvero se questo sia realmente pluralista e democratico come ci viene sbandierato all’ombra di armi di distrazioni di massa come calcio e grande fratello o se invece è completamente appiattito su una unica versione della storia, quella dell’alta finanza internazionale che vuole ottenere il consenso delle masse per scatenare una guerra contro l’Iran. Una nazione che come è noto possiede molto petrolio..
Una immagine del piduista sionista Silvio Berlusconi, attuale premier italiano e magnate di un impero mediatico che farebbe invidia alla macchina di propaganda nazista.
Note: