di
Nicoletta Forcheri
Opera di Sawan Yahngwe
Ci risiamo, che sia il governo del PDL o quello del PDmenoL, il programma della P2 – o 2P(artiti) – continua imperterrito attraverso il lavoro indefesso delle sue pedine nelle cariche che contano quanto basta. Il programma, che porta lo zampino delle grandi sorelle, del Petrolio, prevede il prevalere degli idrocarburi sulle energie rinnovabili e la presa/distruzione delle risorse del nostro suolo e sottosuolo, acqua e semi agricoli compresi. Non prima di avere reso del tutto colabrodo le banche dati “sensibili” (idrogeologiche, sismiche, vegetali, personali e quant’altro) che il paese dovrebbe tenersi strette.
Grazie a Prodi, dal 1996, “il territorio nazionale e le zone del mare territoriale e della piattaforma continentale gia’ aperte alla prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi sono disponibili in maniera permanente alle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi” (625/1996, art. 3 comma 1 e rimandi alla legge). Permanente che cosa significa esattamente? Come il contratto della concessione della sorgente San Pellegrino alla Nestlé, senza scadenza???
Nei fatti, non c’è mai alcun motivo di sicurezza nazionale che venga avanzato dal Ministero per rifiutare una domanda, benché la facoltà di rifiuto sia prevista nella stessa legge nei confronti di un ente “effettivamente controllato da Stati o da cittadini non appartenenti all’Unione europea”. Certo, la nozione di sicurezza nazionale è altamente soggettiva, o manipolata, ad esempio dagli accordi internazionali, mai resi noti, od occultati. Quel che è certo è che non coincide con la sensazione di sicurezza dei tanti cittadini costretti a convivere – o a emigrare – con un ambiente che prima di essere diventato degradato, inquinato e ostile era fonte di sostentamento e di soddisfazione per sé e la sua famiglia. Parlo delle tante aziende agricole costrette a chiudere per inquinamento del terreno.
Prova ne siano le nuove ondate migratorie dei giovani che scappano da Basilicata e Abruzzo. Ma fondi sovrani, scatole cinesi dai proprietari non rintracciabili, fondi di isole paradisi fiscali, va tutto bene basta che le domande non provengano da paesi che le canaglie sorelle del P definiscono “canaglia” , con il motivo che non si vogliono allineare alle loro condizioni commerciali capestro e strozzine.
L’Unmig del Ministero dello Sviluppo Economico, davanti all’ondata di domande che lo travolge (oltre 155 domande più i 291 permessi già validi di ricerca, coltivazione e stoccaggio in terraferma e in mare), può solo opporre le lungaggini burocratiche, in altre parole procrastinare, e praticamente mai rifiutare le domande, soprattuto quelle provenienti da fondi provenienti dall’Australia, dal Commonwealth, dalla Francia ecc. ecc, siano essi di ignoti proprietari o di note multinazionali.
Con il decreto legge votato in Parlamento il 14 maggio scorso, si fa un passo in più nel nuovo regime di Stato – che chiamerò regime del P – e che impone a Regioni e Comuni le decisioni in merito, mettendoli davanti ai fatti compiuti – che sia in siti di parchi regionali, o vicino a beni paesaggistici tutelati dall’Unesco (vedi val d’Orcia, parco Curone, Val d’Agri) come spiega bene la D’Orsogna nell’articolo sotto.
La trasversalità del programma 2P sembra coinvolgere Scajola, già ex Ministro dello Sviluppo economico; Marzano, quello del divieto di servire acqua minerale da bottiglie di vetro al bar (solo plastica derivante dal petrolio!) e naturalmente il duo Bersani/Bubbico, quest’ultimo brevemente indagato nel luglio del 2007 prima che l’indagine Toghe Lucane fosse avocata a De Magristris, per le seguenti ipotesi di reato: abuso d’ufficio, associazione per delinquere e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. E Bersani suo strenuo difensore al momento dei fatti. Bisogna però rendergli atto che ha tentato d’introdurre un emendamento che avrebbe dato una piccola voce in capitolo alle Regioni, emendamento bocciato in aula al Senato dalla maggioranza il 12 maggio scorso.
Se si può ragionevolmente presupporre che la sovranità di una nazione si misuri nella percentuale dei canoni che riesce a fimporre alle multinazionali per le ricchezze del suo sottosuolo, allora dobbiamo constatare che l’Italia è tra le meno sovrane al mondo, dietro solo (immagino) a paesi come Irak, Bosnia o Pakistan. Nel paradiso dei petrolieri, i canoni versati ammontano appena al 7% (aumentati al 10% con questa legge) rispetto a (fonte: http://www.olambientalista.it/petrolioart91.htm, D’Orsogna) rispetto a canoni del 50% in Canada e Gran Bretagna.
Infine si rifletta a questi dati: la pianura padana rappresenta il secondo maggiore giacimento di gas d’Europa (con una stima di 27 tcf ad oggi) mentre la Val d’Agri è diventata il maggiore giacimento petrolifero d’Europa!
Se rifiutiamo i canoni vessatori, l’Italia diventa come l’Iraq?
Altri documenti:
http://www.nonlasciamolifare.org/download/dossier_idrocarburi.pdf
http://merateonline.it/Finestra_Zoom.asp?ID=65055&Sezione=MAIN
http://www.marelibero.net/wp-content/uploads/2008/07/dossier-piattaforme-def.pdf
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