DI WAYNE MADSEN
Wayne Madsen Report

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La storia dell’estrazione del materiale genetico dai cadaveri delle vittime del virus dell’influenza spagnola del 1918 che furono sepolti nel permafrost artico è in parte ‘X-files’ e in parte ‘Jurassic park’.
Dopo una missione senza successo del 1951, che coinvolse degli specialisti statunitensi della guerra biologica, per estrarre materiale genetico dell’influenza spagnola del 1918 da un cimitero nel paese di Inupiat Eskimo a Brevig Mission, in Alaska, gli scienziati fecero una altro tentativo, che si risolse con un successo, nel 1997.
Il dottor Johan Hultin, dell’Università statale dell’Iowa, estrasse con successo del materiale genetico dal cadavere di una obesa di circa 30 anni che morì a causa dell’influenza spagnola del 1918, insieme all’85 percento degli abitanti di Brevig Mission (rinominata Teller Mission nel 1918). La pandemia uccise almeno cinquanta milioni di persone nel mondo.
Una volta che il materiale genetico fu ottenuto dai polmoni, dalla milza, dal fegato, e dal cuore del cadavere della donna di Eskimo gli scienziati, in una scena che ricorda il film fantastico ‘Jurassic Park’, in cui il materiale genetico prelevato da dinosauri estinti viene utilizzato per riportare le creature in vita, ricrearono l’influenza spagnola del 1918, scomparsa da molto tempo, in un laboratorio finanziato dal governo statunitense. Gli organi della donna vennero tagliati in cubi da un pollice e spediti all’Istituto di Patologia delle Forze Armate a Rockville, nel Maryland, dove il materiale genetico RNA del virus fu identificato e l’influenza spagnola del 1918 fu riportata in vita con successo.
La ricerca dei corpi congelati delle vittime dell’influenza del 1918 non fu limitata all’Alaska. Un altro team di scienziati, agendo come ‘Igor’ del dottor Frankenstein, si proposero di scavare le tombe dei minatori che morirono di influenza nel lontano villaggio minerario norvegese di Longyearbyen, a Spitsbergen, che si trova a nord del Circolo Polare Artico.
Il WMR ha appreso da uno scienziato ricercatore che ha lavorato alla ricreazione dell’influenza del 1918 che il materiale genetico è stato ricostruito per creare sinteticamente ciò che è ora conosciuto come virus A/H1N1 o, come lo chiamano i Centers for Disease Control [Centri per il Controllo della Malattia, ndt] (CDC), ‘la nuova influenza’.
L’influenza A/H1N1, che contiene materiale genetico ricavato da due specie di influenza suina, due specie di influenza umana e una specie di influenza aviaria, ha infettato fino al 13 maggio, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), un totale di 4880 persone nel Nord America: 2059 in Messico, 2535 negli Stati Uniti e 286 in Canada. Sono stati registrati 56 casi di morte a causa dell’influenza in Messico, tre negli Stati Uniti e uno in Canada.
Il WMR ha appreso da un ricercatore del virus A/H1N1 che l’attuale ‘nuova’ forma di influenza sta mutando rapidamente negli umani ma nessun animale ha contratto il virus. L’enzima nell’A/H1N1, così come tutti i virus dell’influenza A, viene chiamato polimerasi. Gli scienziati hanno calcolato che l’orologio molecolare della forma A/H1N1 è rappresentato dal tasso di polimerasi presente nel virus. A causa del rapido mutamento del virus e del fatto che, diversamente dal 1918 i trasporti globali rapidi sono oggi la norma, gli scienziati prevedono che tale orologio molecolare del virus A/H1N1, associato ai trasporti moderni, significa che quasi tutte le nazioni del mondo avranno a che fare con uno scoppio del virus A/H1N1 entro i prossimi mesi.
Ciò che rende differente l’A/H1N1 rispetto ad altre forme di virus che mutano rapidamente all’inizio, poi rallentano la mutazione e infine si fermano completamente, ‘la nuova’ o, come viene chiamata in maniera errata, ‘influenza suina’ non sta ancora mostrando segni di rallentamento del suo ritmo di mutazione e ciò, secondo gli scienziati che si preoccupano che l’A/H1N1 sia stato generato sinteticamente, non accade in natura.
Nel 2006, durante un summit a Cancun, in Messico, il presidente George W. Bush, il Primo Ministro canadese Stephen Harper e il presidente messicano Vicente Fox si accordarono affinché le loro nazioni si coordinassero per rispondere all’influenza aviaria, che si stava diffondendo in Asia. La Radio Pubblica Nazionale, il 2 aprile 2006, trasmise un pezzo su come l’influenza degli uccelli devastò Brevig Mission nel 1918. L’edizione del weekend della RPN trasmise un servizio da Brevig Mission, curato da Lori Townsend dell’Alaska Public Radio: “La tomba è stata aperta due volte dallo stesso patologo. Nel 1951 Johann Hultin convinse gli anziani del villaggio a concedergli di prelevare dei campioni di tessuto dai corpi sepolti nel permafrost. I suoi tentativi in laboratorio di mappare il virus rimasero senza successo, ma egli ritornò nel 1997, e gli fu concesso ancora una volta il permesso di riaprire la tomba”.
Il WMR ha appreso da un giornalista di Anchorage che coprì l’esumazione della tomba nel 1997 che c’era del personale della CIA assieme al team degli scienziati. Gli anziani di Brevig Mission lamentarono che scavare le tombe delle vittime dell’influenza avrebbe liberato gli spiriti del male. Tuttavia, il denaro presumibilmente cambiò le cose tra il team di ricerca del governo statunitense e alcuni degli anziani, così il permesso di scavare le tombe fu garantito.
NPR e Alaska Public Radio hanno riportato che ciò che fu estratto dal cadavere della vittima dell’influenza del 1918 era il virus H5N1 dell’influenza aviaria, ma si sbagliavano. Oppure no? Se ciò che fu estratto dal corpo della donna morta di Brevig Mission fosse stato utilizzato per creare sinteticamente l’attuale virus A/H1N1, ci sarebbe una specie di influenza aviaria nel virus. Ma l’attuale virus A/H1N1 contiene anche specie di influenza umana e suina.
Il ricercatore ha affermato che il virus originale del 1918 era il virus H1N1. Durante il lavoro in laboratorio, condotto al livello 3 di biosicurezza (BSL-s), che fu in gran parte dichiarato riservato, il virus fu artificialmente combinato con il comune H3N2 e un filamento più piccolo di gene prelevato dalla specie H5N1 dell’influenza aviaria eurasiatica.
L’influenza aviaria, o virus H5N1 che colpì l’Asia nel 2006, conteneva alcune mutazioni genetiche del virus del 1918. E gli scienziati che compiono ricerche sulle specie di influenza pandemica hanno giocato, fin dalla ricreazione dell’influenza del 1918, velocemente e ampiamente con i campioni di influenza. Il 17 aprile 2005, il Washington Post riportava che Meridian Bioscience, che era sotto contratto con il Collegio Americano dei Patologi, distribuì accidentalmente la specie H2N2 di influenza pandemica giapponese, come parte di un kit di test sull’influenza, ai laboratori dell’influenza del mondo. L’OMS ordinò ai laboratori di distruggere immediatamente il campione dell’influenza perché era preoccupata da una possibile accidentale liberazione del virus pandemico, che avrebbe avuto come conseguenza una crisi sanitaria globale. Nel 1957 l’H2N2 uccise un milione di persone nel mondo.
L’articolo del Post, di Wendy Orent, affermava che gli scienziati stavano lavorando al fine di creare una specie artificiale del virus del 1918: “[Gli scienziati] possono combinare alcuni geni del 1918 sia con specie di laboratorio che sono state adattate a crescere nei topi, i quali normalmente non contraggono l’influenza umana, o con specie di ordinaria influenza umana per produrre nuove specie artificiali. In seguito il ricercatore infetta i topi con la sua nuova specie. Si sa già che le specie che utilizzano tre geni del 1918 uccidono i topi”.
Lo stesso articolo del Post cita Peter B. Jahrling, il capo degli scienziati all’Istituto Nazionale delle allergie e delle Malattie Infettive, riguardo il pericolo rappresentato dalla ricerca per la ricreazione del virus. Jahrling affermò che lo studio si poteva paragonare “alla ricerca di una fuga di gas con un fiammifero acceso”. L’articolo prosegue: “Ciò che preoccupa Jahrling e Brown, tra gli altri, è che gli esperimenti che coinvolgono i geni del 1918 non vengono eseguiti sotto il più alto livello di biosicurezza, il BSL-4. Mentre la maggior parte degli scienziati utilizzano quelle che sono conosciute come condizioni BSL-3 plus, o perfino superiori, essi non utilizzano tute spaziali, docce chimiche o stanze a prova di fuga di gas durante il loro lavoro”.
Infine, l’articolo contiene un duro avvertimento riguardo la ricostruzione dell’influenza del 1918 al laboratorio militare di Rockville, ricerca condotta dal dottor Jeffery Taubenberger. L’articolo afferma: “Perfino più preoccupante potrebbe essere ciò che succede quando Taubenberger pubblicherà le tre sequenze di geni rimanenti. Allora l’intera influenza del 1918 potrebbe essere costruita da zero da chiunque ne abbia le sufficienti risorse e conoscenze, e ovunque. E’ abbastanza plausibile che la resuscitata influenza del 1918 possa un giorno essere utilizzata come agente bioterroristico”.
In un articolo di Jamie Shreeve del New York Times del 29 gennaio 2006, intitolato ‘Perché ravvivare un virus dell’influenza morto?’, è riportato che all’influenza del 1918 è stata ridata vita con successo. L’articolo afferma. “In ottobre, un team di scienziati, tra cui [Terrence] Tumpey [del CDC], ha annunciato di aver ricreato l’organismo estinto dal suo codice genetico – essenzialmente lo scenario vissuto nel film ‘Jurassic Park’, quantunque in scala più piccola. Nel film, il ravvivamento dei dinosauri compiuto autonomamente dagli scienziati conduce al caos e alla morte… Quanto è pericoloso il virus del 1918 per la popolazione attuale? Il suo codice genetico si trova ora in database pubblici, dove altri ricercatori possono scaricarlo per condurre esperimenti. Alcuni scienziati dell’Università del Wisconsin e il Laboratorio Internazionale di Microbiologia del Canada hanno già collaborato per ricostruire il virus partendo dalla sequenza pubblicamente disponibile. Quanto sarebbe facile per un bioterrorista sfruttare le stesse informazioni per fini malevoli?”
L’articolo descrive minuziosamente come fu estratto il materiale genetico del 1918 e chi lavorò al progetto: “La resurrezione del virus dell’influenza del 1918 fu uno sforzo compiuto da un team comprendente le risorse del CDC di Atlanta, un oscuro laboratorio militare per le patologie fuori Washington, uno stimato gruppo di esperti d’influenza della Mount Sinai School of Medicine [Scuola di Medicina del Monte Sinai, ndt] di New York e un anziano svedese. Benché la storia sia stata raccontata in precedenza, è impossibile non iniziare dallo svedese. Nel 1950 Johan Hultin, che allora era uno studente venticinquenne all’Università dell’Iowa, stava cercando un argomento per il suo PhD quando sentì dire da un virologo in visita che l’unico modo per risolvere il mistero della pandemia del 1918 consisteva nel recuperare il virus da una vittima che fosse stata sepolta nel permafrost”.
C’era già stato un altro gruppo segreto del governo statunitense coinvolto nella ricerca di agenti per la guerra biologica, come l’influenza. Conosciuto semplicemente come JASON, il gruppo è formato da scienziati civili, i maggiori esperti nei loro campi e un certo numero di premi Nobel, che si incontrano periodicamente e stendono dei rapporti, molti dei quali vengono classificati. JASON esiste da quarant’anni e si pensa sia una prosecuzione del Manhattan Project, il gruppo scientifico top secret che creò la bomba atomica durante la Seconda Guerra Mondiale. Infatti, alcuni dei più vecchi membri di JASON aiutarono a progettare sia la bomba atomica che quella ad idrogeno. I suoi primi tre membri erano scienziati al Laboratorio Nazionale Los Alamos, la casa del Manhattan Project.
Operando sotto l’egida della MITRE Corporation, un’entità finanziata sotto contratto dal governo federale, gli scienziati del JASON si incontrarono inizialmente nell’ipersicuro Building 29 alla 3550 General Atomic Court, a San Diego. La location è l’indirizzo del Torrey Pines Institute. Finanziato dal Defense Advanced Research Project Agency (DARPA), JASON ha collegamenti anche con la CIA, secondo le liste di distribuzione presenti nei rapporti del JASON. La CIA mantiene un elemento chiamato IC [Intelligence Community] JASON Program alle dipendenze dell’Ufficio Capo Tecnico. Tradizionalmente, JASON auto-seleziona i suoi membri da un certo numero di discipline accademiche. Tuttavia, JASON ha perso quasi tutti i suoi finanziamenti un po’ di anni fa, quando, dopo aver redatto una rapporto criticante il programma dell’amministrazione Bush di difesa con missili balistici, il DARPA tentò di spingere tre nuovi membri, ovviamente responsabili politici, nel registro dei membri del JASON. Il capo del DARPA, Tony Tether, ritirò i finanziamenti per JASON, spingendo il gruppo per la prima volta dalla sua nascita nel 1959 a cercare un altro sponsor del Pentagono. Il programma di difesa con i missili balistici, chiamato anche Guerre Stellari II, era il progetto personale preferito del Segretario alla Difesa Donald Rumsfeld.
JASON sopravvisse quando l’organizzazione padre del DARPA, il Pentagon’s Directorate for Defense Research and Engeneering (DDR&E) [Direzione del Pentagono per la Ricerca e la Progettazione per la Difesa, ndt], finanziò direttamente JASON, un’indicazione del potere di cui godeva l’organizzazione segreta JASON. JASON ha anche altri sponsor del governo federale, tra cui il Dipartimento dell’Energia.
JASON è anche ampiamente coinvolto in tema di guerra biologica. JASON scrisse un rapporto sulla Biodifesa civile nel gennaio 2000, che fu altamente ritoccato quando fu rilasciato. Perfino i nomi degli autori del rapporto e le informazioni riguardo quattro scenari di guerra biologica sono completamente cancellati, eccetto una discussione di un incidente con il vaiolo nello Scenario numero Due. Il rapporto afferma inoltre che il Clandestine Measurement and Signature Intelligence (MASINT) Operation Center e il Counter-Proliferation Center erano interessati nella raccolta e nel tracciamento di armi biologiche. Una sezione del rapporto riguarda ‘la gestione della reazione civile’ ad un attacco biologico, così come una sezione sull’intelligence domestica. Una pagina sulla minaccia dell’antrace cita la ‘guerra psicologica delle armi biologiche’. Il rapporto del JASON fu completato circa due anni prima degli attacchi con l’antrace ma il lavoro del Congresso fu sospeso dopo l’11 settembre e vide il passaggio veloce dell’US Patriot Act.
Il rapporto del JASON discute anche dell’estrazione di dati medici, comprese le cartelle mediche dei pazienti, per scoprire se lo scoppio di una malattia sia accaduto e quanto distante e in quale direzione si stia diffondendo esaminando i percorsi ‘spaziotemporali’, incluse “le medie statistiche delle persone che viaggiano nel mondo”.
In realtà, il rapporto sulla Biodifesa civile del JASON rispecchia, sotto molti aspetti, l’analisi che stanno attualmente conducendo agenzie di intelligence medica (MEDINT) in tutto il mondo riguardo lo scoppio e la diffusione dell’A/H1N1. E ciò non arriva al punto: l’A/H1N1, sviluppato artificialmente dagli scienziati del governo statunitense, rappresenta la realtà o un test condotto per un fine molto peggiore?
Titolo originale: "The history of the synthetic H1N1 flu virus and a not-so-rosy future"

Fonte: http://www.waynemadsenreport.com/
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21.05.2009
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di MAURO SACCOL