A proposito di vincitori e vinti. Tra quelli che ce l’hanno fatta – a conquistare un posto al Parlamento europeo – quest’anno c’è anche lui: il reggiano Tiziano Motti. Professione: editore. Impegni (politici) precedenti: presidente di una ignotissima (ai più) fondazione. Dettaglio un po’ fuori dal comune: Motti ha spiegato – ai giornalisti del berlusconiano “Il Giornale” – che questa primavera aveva tappezzato le città con i suoi manifesti elettorali, ancor prima di aver trovato qualcuno – leggasi uno straccio di partito – disposto a candidarlo.
Costoso (il tappezzare le città di manifesti). E curioso (il fatto di volere partecipare alle elezioni, senza avere un partito). Ma poco male. Perchè poi il partito è saltato fuori. E Motti – a colpi di spot e di “serate elettorali” in discoteca con artisti del calibro di Walter Nudo – alla fine ce l’ha fatta. E con più di 18mila voti ha strappato quel biglietto che gli consentirà di avere il suo strapuntino di ordinanza a Bruxelles. Con quale formazione politica? Dopo abboccamenti e addirittura un comizio con il Popolo delle Libertà – una storia ben raccontata da “L’espresso” – il reggiano volante ha cambiato al volo cavallo. E per coerenza – e forse per assonanza con l’amico Nudo – ha scelto la cattolicissima Udiccì del cattolicissimo (e, sempre per coerenza, divorziatissimo) Pierferdinando Casini.
Imbarazzo per questa giravolta già al debutto? Maddechè. Perchè: “Non importa di che colore sia il gatto, l’importante è che acchiappi il topo”, ha spiegato da vero professionista della politica a “L’espresso”. Mescolando non solo Berlusconi e Casini, ma pure un po’ di Mao Tse Tung. E come diceva Totò: “Ma sì… fai vedere che abbondiamo… abbundandis in abbundandum”.
L’elezione, comunque, Motti se l’è meritata tutta. Grazie a doti insospettabili che però non hanno tardato a manifestarsi. La coerenza, dicevamo. Ma anche le qualità canore. In un raggelante spot in stile rap – caricato anche su YouTube (e che poi è quello in cima al post) – riusciva a cant(ilen)are stando serio: “Sono Tiziano Motti e mi candido per il Parlamento europeo, per cambiare una politica che ci ha stancati, fatta di interessi personali e mai di risultati; sono come te, perchè sono stanco di promesse e di infinite attese; so cosa vuol dire fare fatica ad arrivare alla fine del mese“.
E alla fine ce l’ha fatta. A fine mese ora si ritroverà – come prebenda – settemila e passa euro più i rimborsi spese. Oh-yeah.
Cantava lo spot rappato: “C’è chi decide perchè ha un mandato; e non perchè in politica ce lo hai mandato”. E verrebbe da dire: nulla da aggiungere. Ce l’abbiamo mandato – anzi ce lo hanno mandato in 18mila – e lui, giustamente, ci va. Del resto: è la democrazia, bellezza. Qualunque cosa – ormai – questa parola voglia dire.
P.S. Onore al merito ad Akille per aver scovato l’impareggiabile video rap.