di

Felice Capretta

Le tre onde anomale dell’estate 2009 – disoccupazione di massa
Eccoci tornati con la seconda parte del GEAB Report n.36 di Europe2020.
Se avete perso la prima parte la trovate qui: tre onde anomale convergenti , mentre se non sapete di cosa stiamo parlando potete leggere questo post introduttivo dedicato a quanto durerà la crisi.
Dopo la prima parte gratuita e riassuntiva, Europe2020 si dedica all’analisi delle tre onde anomale:

  • 1. l’onda della disoccupazione di massa: tre date di impatto che variano secondo i paesi dell’America, dell’Europa, dell’Asia, del Medio Oriente e dell’Africa
  • 2. l’onda che si infrange con fallimenti in serie: Imprese, banche, Società immobiliare, Stati, regioni, città,
  • 3. l’onda della crisi terminale dei Bond US, del dollaro e della sterlina e del ritorno dell’inflazione

In questa seconda parte il focus passa alla prima onda anomala: la disoccupazione di massa.
GEAB 36. Parte II – L’onda della disoccupazione di massa: tre date differenti di impatto in funzione delle nazioni. America, Europa, Asia, Medio Oriente e Africa
L’estate del 2009 sarà ricordata come il punto di svolta per quanto riguarda l’impatto della disoccupazione sul corso degli eventi della crisi sistemica globale. Infatti, sarà il momento in cui, invece di una conseguenza della crisi, la disoccupazione in tutto il mondo diventerà un fattore aggravante.
Naturalmente, questo processo non si svilupperà ne allo stesso passo dovunque, ne con le stesse conseguenze. Comunque, dovunque senza eccezioni, diventerà una elevata priorità sia per il grande pubblico sia per i leader economici.
Secondo LEAP/E2020, questa ondata di disoccupazione di massa colpirà le regioni principali del mondo in tre momenti differenti:

  • A) Alla fine dell’estate 2009 nel caso di USA, UK, Irlanda e Spagna
  • B) A fine autunno 2009 nel caso di Cina, sudest asiatico, sud America, nuovi stati membri dell’UE, Turchia, medio Oriente, Africa
  • C) Nell’inverno 2009/2010 nel caso delle nazioni del nocciolo della Zona Euro, più Danimarca, Svezia e Giappone.

Il momento in cui una regione o una nazione viene colpita dipende da due fattori essenziali: la crescita della disoccupazione stessa; e la qualità degli ammortizzatori sociali nelle regioni / nazioni stesse.
A) USA, UK, Irlanda, Spagna: lo shock a fine estate 2009
Stati Uniti.
Una cosa certa oggi è che una prima ondata di milioni di disoccupati, non più aventi diritto a benefici assicurativi, colpirà gli USA tra Luglio e Settembre 2009. Sono tutte quelle persone che sono state lasciate a casa durante il quarto trimestre del 2008, quando i licenziamenti hanno iniziato a colpire 500.000 persone al mese.
[…]
La situazione è ancora peggiore dal momento che, subito dopo, altre ondate altrettanto grandi seguiranno a fine 2009. Anche le persone più ottimiste negli USA hanno smesso di credere che l’occupazione ripartirà entro la fine del 2009.
Questo significa che più di 4 milioni di nuovi disoccupati […] aspetteranno Natale con nessuna altra speranza se non i benefit delle assicurazioni sulla disoccupazione, e nessun lavoro all’orizzonte.
Socialmente ed umanamente parlando, è una tragedia che eclisserà rapidamente la Grande Depressione del 1929.
In UK, come in Irlanda e in Spagna, ma in un contesto monetario e politico di gran lunga peggiore, i primi milioni di disoccupati generati dalla crisi da metà 2008 in poi giungeranno al termine o quasi dei loro sussidi di disoccupazione […].
In Spagna in particolare, la cattiva stagione turistica in arrivo (in una nazione dove il turismo è un settore che crea posti di lavoro in quantità) trasformerà l’estate 2009 in un momento drammatico di verità per la nazione.
[…]
Già per settembre 2009 tutte queste nazioni dovranno fronteggiare un problema analogo: come gestire milioni di disoccupati con nessuna prospettiva di lavoro nel medio periodo e nessun sistema sociale efficiente per sostenerli.
Se l’Irlanda, essendo una nazione più piccola, può sperare di trovare un sostegno efficace nei finanziamenti europei, la dimensione del Regno Unito, così come la molteplicità delle crisi che lo stanno colpendo, lascia nessun’altra prospettiva che una crisi generale.
B) Cina, Asia e sud America, Russia, nuovi stati dell’UE, Turchia, Medio Oriente e Africa: autunno 2009
I leader cinesi sono consapevoli dei pericoli per l’ordine politico e sociale della nazione della disoccupazione di massa che continuerà a salire dopo l’estate del 2009. Per questo motivo, il loro piano di stimolo all’economia include una ampia sezione dedicata allo sviluppo del loro sistema di sicurezza sociale nelle campagne. Si stanno convincendo che saranno capaci di evitare il crollo della “paratia socio-politica” eretta negli anni 80 del secolo scorso tra una economia di mercato nascente ed il monopolio politico del partito comunista. Sotto il peso di 50-100 milioni di nuovi disoccupati senza più risorse entro l’autunno 2009, questa paratia potrebbe improvvisamente cedere.
Nel sudest asiatico, dove i sistemi sociali sono embrionali, avranno uno shock analogo entro l’autunno del 2009, in uno scenario di esportazioni in calo.
Finora, l’America latina ha fronteggiato meglio la crisi, ma le condizioni globali e le chiusure delle principali aziende esportatrici di materie prime dovrebbe prendere piede nella regine nell’autunno del 2009. Il livello dell’integrazione regionale non è ancora sufficiente per sostenere una domanda globale sempre più debole.
In Russia si preferisce non pagare i salari piuttosto che licenziare in massa. Questo metodo aiuta a mantenere il tasso di disoccupazione ufficiale sotto controllo più a lungo. […] questa “soluzione” non è sostenibile nel lungo periodo… a meno che il prezzo del petrolio schizzi a 100 dollari al barile entro l’estate 2009 (sempre se il dollaro non crolla nel frattempo) e i benefici derivanti siano massicciamente impiegati per pagare i salari statali.
I nuovi stati dell’UE avranno massiccia disoccupazione nell’autunno del 2009. I loro sistemi di protezione sociale sono stati ridotti da un decennio di “adattamenti” forzati ai dogmi neoliberali.
(NDFC: a proposito, i nostri affezionati lettori di stanza in Lettonia ci informano nei commenti sullo stato di salute dello stato baltico in pericolo. Lo stesso premier Dombrovskis ha dichiarato che senza prestito FMI / EU lo stato baltico avrà finito i soldi entro Agosto e non sarà più in grado di pagare stipendi, pensioni o "altri pagamenti", leggasi in pratica default sul debito pubblico. Articolo originale su baltic-course)
[…]
Nel Medio Oriente (e nel mondo arabo in generale), la disoccupazione diventerà un fenomeno esplosivo dopo l’estate 2009. Anche le ricche nazioni del Golfo raggiungeranno il limite dei loro sistemi di “welfare”una volta che andranno in frantumi tutti i sogni di sviluppo economico basato sulla previsioni di un mondo che nel 2008 è scomparso (Dubai è l’esempio più tragico).
Africa. Che sia direttamente o indirettamente integrata con la zona economica europea, come il nord Africa o come l’africa nera, collegata all’Europa grazie ai flussi migratori, comunque avrà un improvviso picco di disoccupazione nell’autunno del 2009, come conseguenza di una recessione persistente in EU.
C) Blocco Zona Euro, Danimarca, Svizzera, Svezia, Canada e Giappone: inverno 2009 / 2010
Solo una manciata di nazioni sono protette fino al quarto trimestre del 2009 dalle peggiori conseguenze della disoccupazione di massa. Sono stati i cui ammortizzatori sociali e sistemi sociali sono i più avanzati, come Germania, Francia, Olanda, la Scandinavia, Canada e Giappone (NDFC: l’Italia non è citata).
Finora, la crescita della disoccupazione è stata sostanzialmente inferiore alle altre nazioni sviluppate.
Tuttavia, in queste nazioni il processo sta raggiungendo i limiti finanziari in termini di volume (durata e numero delle richieste di sussidio). Dall’estate 2009 in poi, il numero dei nuovi disoccupati inizierà a crescere in modo significativo.
Poi , a fine 2009, i primi milioni di disoccupati lasciati a casa a fine 2008 non avranno più diritto ai sussidi, sovraccaricando i sistemi sociali e provocando squilibri ulteriori nei bilanci dei sistemi di protezione sociale.
Concludiamo qui la seconda parte del GEAB Report n.36 , mentre potete trovare la prima parte qui: Tre onde anomale convergenti – GEAB 36 parte I.
A breve, come sempre, seguirà la traduzione di altri stralci del report completo: i fallimenti di massa a catena, la crisi finale dei bond americani e del dollaro e i suggerimenti economici di Europe2020.
Ricordiamo che la ripubblicazione è consentita mantenendo attivi i link all’interno dell’articolo e a questo articolo originale "Disoccupazione di massa – GEAB 36 parte II" e alla fonte informazione scorretta.

 

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