di
Ferdinando Calda
Dopo che Barack Obama ha rotto gli indugi e ha espresso pubblicamente il proprio appoggio ai manifestanti che da giorni stanno protestando contro il governo di Teheran, il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad ha invitato l’inquilino della Casa Bianca a “non interferire” negli affari interni della Repubblica islamica, accusandolo di comportarsi come il suo predecessore. “Ripete solo quello che già Bush era solito dire sulla nostra nazione – ha detto il leader iraniano – pretendo delle scuse dagli Stati Uniti”.
Inizialmente dalla Casa Bianca avevano rilasciato commenti piuttosto prudenti riguardo ai disordini successivi alle elezioni presidenziali del 12 giugno, soprattutto per evitare accuse di ingerenza nella politica di Teheran e per evitare di perdere un interlocutore sulla questione del nucleare. Tuttavia martedì scorso Obama ha espresso “seri dubbi” sullo svolgimento delle elezioni, appoggiando quindi la tesi dell’opposizione, che denuncia brogli di enormi proporzioni. Il presidente statunitense si è detto “spaventato e indignato per le minacce, le violenze, gli arresti” e ha elogiato il “coraggio” e la “dignità” dei manifestanti. “Se il governo iraniano vuole il rispetto della comunità internazionale – ha intimato – deve rispettare i diritti e la volontà del suo popolo”.
A questo pubblico attacco ha ribattuto il presidente iraniano, accusando Obama di essere caduto nella “trappola” dell’Europa, che ha sempre riservato toni particolarmente ostili all’esecutivo di Teheran. “Il signor Obama ha fatto un errore a dire quelle cose”, ha detto Ahmadinejad citato dall’agenzia iraniana Fars. “La domanda da porsi – ha aggiunto – è perché è caduto in questa trappola e ha detto le stesse cose del suo predecessore. Spero che Obama eviti ingerenze nelle nostre questioni interne e si scusi in modo che il popolo iraniani ne sia informato”.
E proprio dall’Europa sono venuti gli attacchi più duri contro il governo della Repubblica islamica dell’Iran. Mercoledì il presidente del Parlamento europeo, Poettering, aveva affermato che “il comportamento del regime è un’indicazione che vi sono state frodi massicce”, mentre ieri il Parlamento di Strasburgo ha espresso la sua “forte protesta e condanna della repressione dei manifestanti da parte delle autorità iraniane”.
Una presa di posizione che ha scatenato le proteste dell’ambasciatore iraniano in Belgio, Ali Asghar Khaji, che ha denunciato “l’atteggiamento orientato e di parte” dell’Unione europea. In una nota, il diplomatico ha chiesto al Parlamento e all’Ue di “non interferire negli affari interni dell’Iran e di evitare di prendere posizioni e misure affrettate e premature, che potrebbero comportare conseguenze spiacevoli”.
Tra i Paesi europei che si sono distinti per l’asprezza dei loro attacchi, ci sono Francia, Germania e Gran Bretagna. Quest’ultima, storico nemico della Repubblica islamica e definita da Khamenei “il più grande nemico del popolo iraniano”, è stata accusata da Teheran di essere implicata nei disordini che hanno sconvolto le strade della capitale iraniana. Il ministro dell’Intelligence iraniano, Gholamhossein Mohseni-Ejei, ha fatto sapere, infatti, che alcune persone “con passaporto britannico” risultano coinvolte negli scontri.
Ma se Stati Uniti, Israele e i loro fedeli sudditi europei hanno condannato senza riserve il “regime” di Teheran, il governo iraniano può contare anche sull’appoggio di altri Paesi meno “allineati” con le posizioni Washington e Tel Aviv. Uno fra tutti il Venezuela di Hugo Chávez, tra i primi a complimentarsi con Ahmadinejad per la sua rielezione. Proprio ieri, all’inaugurazione del vertice straordinario dell’Alba (Alternativa Bolivariana per le Americhe), il presidente venezuelano ha ribadito la sua convinzione che Ahmadinejad abbia vinto “in piena legalità”. “Ne siamo assolutamente sicuri – ha aggiunto – perché conosciamo la realtà dell’Iran”.
Inoltre Chávez ha accusato gli Stati Uniti e la Cia di essere implicati nei disordini di questi giorni. “C’è la gente nelle strade, ci sono i morti, ci sono i franchi tiratori e dietro a tutto questo – ha affermato – ci sono la Cia e la mano imperialista dei Paesi europei e degli Stati Uniti”.