DI
RUDO DE RUIJTER
courtfool.info
L’articolo illustra una proposta di riforma delle banche, per proteggere le aziende dalle pagliacciate del mondo bancario e permettere una migliore politica economica, anche nei momenti peggiori
Introduzione
Le cause della crisi bancaria sono state oggetto di numerose analisi, molte delle quali la imputano a una normativa avida e insufficiente e al manchevole controllo da parte degl’Istituti centrali.
Quando le banche hanno cominciato ad affondare, i governi, di fronte alle conseguenze della situazione, sono stati colti completamente di sorpresa. I ministri delle Finanze hanno avuto carta bianca per rimettere in sesto il sistema fornendo aiuti per miliardi di euro. E tutto perché le banche sono un elemento fondamentale del sistema economico.
Ma i miliardi di euro sono scomparsi come l’olio da una scatola del cambio incrinata, e gl’ingranaggi non hanno voluto rimettersi a girare. Nel frattempo un crescente numero di aziende ha dichiarato fallimento per mancanza di credito, e intere nazioni si sono trovate nei guai e sono finite sotto tutela del Fondo Monetario Internazionale [1]. Molti analisti prevedono che la crisi potrebbe continuare per vari anni…
Per di più, anche se il fenomeno non è direttamente collegato, la crescita ininterrotta altera il clima. I nostri valori e priorità sono determinati dal consumo e dalla cupidigia, e ogni giorno nuovi servizi pubblici vengono sacrificati sull’altare di Wall Street…
Ma esiste un’alternativa: i governi possono assumere in prima persona il compito di erogare credito. Quando il denaro diventa denaro di Stato, non siamo più obbligati a dipendere dal meccanismo di solvibilità/liquidità delle banche private, che può nuovamente bloccarsi in qualsiasi momento se in qualche parte del mondo vengono messi in circolazioni altri titoli spazzatura. E, nell’odierna giungla di approfittatori occupati in tutto il mondo a speculare e gonfiare titoli, potete star sicuri che la prossima crisi è già in incubazione da qualche parte.
Ritengo del tutto insensato lasciare che le aziende falliscano a causa di problemi che riguardano il mondo bancario, e correre a salvare le banche private – versando loro miliardi delle tasse, comprandole o fornendo loro liquidità e garanzie – mi sembra una visione molto miope. Quando vengono soccorsi dallo Stato, gl’istituti bancari devono poi naturalmente rimborsare pagando elevati interessi. Benissimo. Ma questo significa solamente che le banche scaricheranno i costi su di voi, in quanto loro clienti. In un modo o nell’altro siamo con le spalle al muro!
L’articolo descrive una proposta di riforma bancaria che si pone come obiettivi:
- porre fine alla crisi;
- creare moneta / erogare credito sulla base d’interessi sociali ed economici;
- evitare che l’erogazione del credito si blocchi per problemi del mondo bancario
- evitare politiche conflittuali tra governo e banca centrale;
- mettere a punto un controllo parlamentare sulla creazione di moneta;
- fornire alla banca centrale un volante, che si aggiunga all’acceleratore e al freno di cui già dispone;
- svincolare l’erogazione del credito dalla crescita economica;
- assicurare il miglior contesto di sviluppo prospero, anche nei periodi più difficili.
1. L’erogazione del credito, oggi
La Banca centrale è indipendente
Attualmente, quasi dappertutto la banca centrale è indipendente dal governo. Le banche e la banca centrale stabiliscono quanto credito erogare e quanto devono pagare gli utilizzatori per ottenerlo. La banca centrale influenza l’economia. Per usare una frase della Banca centrale tedesca (DNB N.V.): "L’interesse è l’acceleratore e il freno dell’economia". [2]
Due capitani per una sola nave
La maggior parte dei paesi dispone adesso di un’economia con due capitani, e la politica della banca centrale delimita lo spazio d’azione del governo: quando il governo vuole stimolare l’economia ma la banca centrale mantiene alto il tasso d’interesse, il governo non ha molte speranze di successo.
Moltiplicatore monetario
I soldi ricevuti in prestito e usati per pagare un fornitore di beni vengono depositati in un’altra banca, che torna a prestarli. In questo modo il totale del circolante nell’economia viene moltiplicato (cfr. "Debito, credito, banco!”). Quando l’erogazione del credito si blocca, la moneta in circolazione può diminuire di varie decine di punti percentuali in pochi mesi. (Cliccare su Grafico della Banca centrale di Saint Louis).
2. Un breve sguardo al passato
Prima che venisse creata la banca centrale, il maggior ostacolo alla crescita del settore era la bancarotta. Nel 1913 venne creata la Federal Reserve, un’istituzione privata per gestire un fondo di riserva delle banche, che avrebbe permesso di salvare quelle in pericolo. Le istituzioni affiliate avevano così la possibilità di prestare una quantità maggiore di denaro, aumentando al tempo stesso la "fiducia" del pubblico. La Fed ottenne l’indipendenza dal governo: i politici non avevano la minima idea di cosa fosse il denaro, e i banchieri promisero di occuparsene.
"Fiducia" è la parola magica nel mondo bancario: se il pubblico non si fida del sistema non consegna i propri risparmi alle banche, che a loro volta non possono prestare soldi. È anche per questo che le banche centrali private amano di solito definirsi banche di Stato, anche se in realtà sono private e, in quasi tutti i paesi, indipendenti dai governi (cfr.: "Segreti di denaro, interesse e inflazione")
Nel tempo il ruolo delle banche centrali è cambiato, e varia da una nazione all’altra: in certi momenti hanno finanziato le guerre, in altri hanno stimolato l’agricoltura o l’industria, ma per buona parte del tempo hanno operato come regolatori del settore bancario, intervenendo più tardi anche nei pagamenti interbancari. Grazie ai tassi d’interesse influenzano i cambi, l’attività economica, l’inflazione e i margini beneficiari delle banche.
Nel frattempo, il mondo bancario è cresciuto, trasformandosi in una caotica giungla finanziaria globale, in cui gl’interessi sociali e industriali sono sacrificati alla legge del profitto e dell’espansione della massa monetaria. In questa ottica, molte banche centrali hanno adottato una politica lassista.
3. Un breve sguardo al futuro
Dunque, per i prossimi anni è prevista una dura recessione che, secondo me, non è inevitabile se il governo si assume in prima persona la responsabilità di erogare il credito.
Il debito estero degli USA
Sommersi dalla massa d’informazioni sulla crisi creditizia, abbiamo finito col dimenticare come, in realtà, è cominciata la storia. Dal 1973 gli USA hanno dato un enorme impulso al debito estero, cresciuto in maniera esplosiva, e se riescono a mantenere a galla il dollaro è solo perché ne danno in prestito a una velocità ancora maggiore (cfr. "Costi, misfatti e pericoli del dollaro"): la mondializzazione dei subprime è stata solo una prova di questa politica. Il programma di bailout per il recupero delle banche, finanziato con prestiti, darà vita a una bolla creditizia di dimensioni incredibili che provocherà una enorme svalutazione del dollaro. E il collasso del dollaro lascia, a parer mio, presagire un caos finanziario planetario.
Quando ci troveremo in questa situazione, i paesi potranno cercare di limitare le conseguenze solo se l’erogazione del credito sarà nelle mani del governo, che non dev’essere guidato da profittatori miopi e da azionisti avidi.
Previsioni energetiche
Un problema più serio è la sempre minore disponibilità di energia prevista (cfr. "Energia mondiale e popolazione”). Sappiamo tutti che stiamo dando fondo a fonti di energia limitate: per generazioni ci siamo abituati a consumarle a un ritmo sempre maggiore, sicuri che, alla fine, sarebbero state scoperte nuove riserve…
La maggior parte di noi preferisce istintivamente negare che la fine della crescita sia oramai alle porte. E non è che si metta in dubbio l’affidabilità dei dati disponibili: semplicemente, molti non riescono ad immaginare il mondo senza una popolazione e un’economia in costante crescita.
C’è anche qualcuno che confonde ancora le "riserve" energetiche con la "fornitura" energetica. E inganniamo noi stessi blaterando sulla nostra produzione di energia solare o eolica, che, in effetti, rappresentano solo l’1% del consumo globale. E così, sorprendentemente, ci comportiamo come se il problema non esistesse.
4. Riforma bancaria
L’erogazione del credito non deve più dipendere dalla fiducia che il pubblico ripone nelle banche. Per dirla in altre parole, l’erogazione del credito deve diventare indipendente dal bilancio contabile di depositi e risparmi.
L’erogazione del credito non dovrebbe dipendere da un qualche meccanismo bancario, che può facilmente bloccarsi quando un incidente disturba la liquidità e solvibilità di una banca.
L’erogazione del credito dovrebbe inoltre poter funzionare in modo normale anche quando non c’è crescita economica e quando la popolazione declina [3].
A mio avviso, la soluzione è una riforma bancaria grazie alla quale l’attuale banca centrale venga sostituita da una banca centrale dello Stato, che, in quanto elargitore esclusivo di moneta, dovrà assumersi la responsabilità dell’erogazione del credito.
L’erogazione del credito legata alla solvibilità e liquidità del sistema bancario privato verrà abolita, così come verrà abolito il moltiplicarsi di moneta fittizia [4].
Le banche diventeranno lo sportello d’interfaccia tra il pubblico e la banca centrale, che potrà allora pilotare con precisione la massa monetaria e il valore della valutaria.
Attualmente la banca centrale usa un solo tasso d’interesse per accelerare o frenare l’economia, come se tutti i settori economici dovessero sempre essere stimolati o frenati in egual misura, e ciò provoca numerosi effetti collaterali indesiderabili. Questo rozzo sistema può essere affinato fissando interessi diversi per ogni settore, permettendo così alla banca centrale di avere a sua disposizione non solo un acceleratore e un freno, ma anche un volante: la politica economica potrà dunque essere definita in modo più preciso e mirato.
L’obiettivo non dovrà essere ottenere benefici maggiori e più rapidi, ma ottimizzare la qualità della società e prevenire le necessità per il futuro. In tempi di prosperità economica è normale che i parlamentari non guardino al di là del proprio naso, ma stiamo mettendo al mondo ragazzi che vivranno per i prossimi 75/80 anni e sarebbe quantomeno auspicabile che valutassimo se in questo arco di tempo ci saranno ancora sufficiente energia, cibo e acqua.
La politica delle banche centrali mira all’inflazione permanente [5], in modo che il carico degl’interessi passi da coloro che prestano denaro a coloro che lo usano, e che il rischio di insolvibilità del credito diminuisca (cfr. "Segreti di denaro, interesse e inflazione"). Quando aumenta la disponibilità di energia, materie prime e forza lavorativa, un’inflazione moderata può inoltre rappresentare uno stimolo per l’economia. Nell’ultimo secolo il sistema ha funzionato piuttosto bene; non è quindi un caso che il nostro modello economico miri a una crescita ininterrotta di input, output e popolazione.
Il sistema odierno si basa sulla crescita permanente dell’erogazione di denaro; quando input e output economici si contraggono vengono alla luce sempre più bolle speculative con denaro senza un reale valore, destinate prima o poi a collassare. Centralizzando l’erogazione del credito, e rendendola indipendente dalla crescita economica, sarà possibile pilotare l’economia e ottimizzare la prosperità, anche in periodi d’instabilità economica.
La maggior parte di noi non si è ancora resa conto che siamo alla vigilia di una scarsità di energia, che in un modo o nell’altro provocherà una rapida contrazione della popolazione mondiale [6].
Un’alternativa è quella di guardare innanzi e usare il nostro cervello: se in futuro non ci saranno energia e cibo sufficienti, dovremo mettere al mondo meno neonati: quanto più si contrarrà il tasso di natalità tante o più possibilità di un’elevata qualità di vita avremo.
Un’altra alternativa è di aspettare stupidamente fino a quando carestie e guerre non diminuiscano la popolazione mondiale. I potenziali aggressori saranno probabilmente i paesi che dipendono pesantemente dalle importazioni energetiche, in gran parte riunite sotto la bandiera della NATO, il cui quartier generale si trova in Belgio, il paese che importa la maggior quantità di energia per abitante (cfr. “La crisi energetica: una svolta per l’umanità”).
Alcuni punti pratici
I privilegi delle banche centrali nascono da articoli di legge. Cambiarli è compito del Parlamento, i cui membri, in massima parte, non hanno la minore idea di che cosa sia il denaro e di come funzioni. "Segreti di denaro, interesse e inflazione" e "Debito, credito, banco!" offrono un’introduzione rapida e di facile comprensione.
Quasi tutti i libri di economia disponibili si occupano della crescita economica, il che rende un poco più difficile trattare il tema: a causa delle teorie sulla crescita economica, molti confondono la crescita economica e prosperità.
Avviare una banca centrale di Stato non è un’operazione costosa. Il denaro è solo un "debito con collaterali" e può essere creato dal nulla, come succede con la maggior parte del denaro oggi in circolazione [7].
Neppure la "nazionalizzazione" delle banche centrali esistenti è necessariamente un’operazione costosa: nella sua più semplice espressione consiste nel ritirare i privilegi concessi. I dipendenti potrebbero ricevere un’offerta per passare alle dipendenze del nuovo istituto centrale di Stato.
Le banche continueranno ad essere l’interfaccia necessaria tra banca centrale e pubblico. I criteri per l’erogazione del credito sono fissati dalla politica economica e sono messi in pratica dalla banca centrale: i criteri odierni basati sul profitto, la liquidità e la solvibilità delle singole banche private non serviranno più per decidere l’erogazione (o meno) dei crediti.
I privati non noteranno grandi cambiamenti, e potranno conservare i propri conti correnti. Ma, per come la vedo io, in futuro un numero sempre crescente di persone sceglierà con maggiore attenzione di cofinanziare progetti utili.
L’euro
L’euro è la moneta della BCE (Banca centrale europea) di Francoforte, un’istituzione privata di cui fanno parte le banche centrali private dei paesi partecipanti. La BCE e le banche centrali sono indipendenti [8]. L’euro non è la valuta obbligatoria dell’Unione europea; ad esempio, la Bank of England è una banca nazionalizzata con una sua valuta.
Di per sé, una moneta unica dell’Unione europea è una scelta utile. L’enorme potere del consorzio bancario che forma la BCE rappresenta però una minaccia per la democrazia. La sfrenata creazione di moneta ha già portato alla cessione di buona parte delle funzioni pubbliche (poste, telegrafo, telefono, trasporti, fornitura di gas, di acqua e di elettricità, compiti di polizia e di sorveglianza carceraria). La popolazione è nelle mani della grande finanza. Lo spazio di manovra dei governi si riduce ogni giorno di più.
Non penso che la BCE sia disposta a cedere i propri poteri. I governi che condividono una visione comune della struttura della società, oggi e in futuro, dovrebbero creare una nuova moneta europea e l’iniziativa potrebbe essere presa da qualunque stato membro dell’Unione europea.
RUDO DE RUIJTER
Fonte: www.courtfool.info
Link: http://www.courtfool.info/it_Le_banche_sono_i_crisi_Riformiamole.htm
4.02.2009
[1] Islanda, Ungheria e Ucraina
http://uk.reuters.com/article/marketsNewsUS/idUKLJ43131520090119
[2] L’interesse è l’acceleratore e il freno dell’economia (De Nederlandse Bank N.V.)
http://www.dnb.nl/en/interest-rates-and-inflation/general/index.jsp
[3] "Energia mondiale e popolazione", grafico 14
http://www.courtfool.info/it_Energia_mondiale_e_popolazione.htm
[4] Moltiplicatore monetario; « Debito, credito, banco ! »
http://www.courtfool.info/it_Debito_credito_banco.htm
[5] Le banche centrali presentano l’inflazione permanente (2% presunto) come "Stabilità dei prezzi" !
http://www.ecb.europa.eu/home/pdf/students/leaflet_en.pdf , pag. 10
[6] "Energia mondiale e popolazione", Paul Chefurka
http://www.courtfool.info/it_Energia_mondiale_e_popolazione.htm
[7] Fino al 1971 il dollaro statunitense era garantito da un quantità di oro di valore equivalente. Garantire la valuta con il controvalore in metallo prezioso non solo presenta il rischio di possibili speculazioni ma significa anche che i fornitori esteri del metallo prezioso diventano automaticamente proprietari del valore rappresentato. La moneta a corso forzoso, invece, si basa sul riconoscimento del debito e sulla promessa di un servizio. Essendo creata dal nulla, risulta più elevato il pericolo di abusi da parte delle autorità finanziarie (ad esempio l’inflazione).
[8] La BCE segue una politica indipendente
http://www.ecb.europa.eu/ecb/orga/independence/html/index.it.html
4 febbraio 2009
tradotto da
Carlo Pappalardo
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Court Fool, 2009