1. “Arriva l’era del ricercatore low cost: In Cina e India si spende la metà”, Corriere della Sera.  Si dice: niente nuove, buone nuove. E in effetti la mail spedita da Torbjon Kvist, top manager di Nokia-Siemens, ai 600 dipendenti dei due centri di ricerca che la società tedesco-finlandese ha in quel di Milano, decisamente non ha portato bene.  Kvist, infatti, ha scritto che il futuro non porterà niente di buono ai ricercatori italiani: il loro carico di lavoro verrà ridotto; i loro compiti cambieranno. E la ricerca di Nokia sui cellulari di nuova generazione traslocherà integralmente per finire in Cina (a Hangzou) e India (a Bangalore). Motivo? Non uno solo. Ma tre. Primo: secondo il management del gruppo tedesco-finlandese, la ricerca ormai è meglio farla vicino ai Paesi che promettono maggiori guadagni (per meglio interpretarne e assecondarne i gusti). Secondo: i Paesi, a parere di Nokia, dove si faranno gli affari migliori nei prossimi anni saranno appunto Cina e India.  Terzo: come ha spiegato al Corriere un dipendente Nokia che ha preferito rimanere anonimo: ormai le università cinesi (o indiane) sono buone quanto quelle del Belpaese; ma un ricercatore italiano – tra tutto – costa a Nokia 45 euro; un cinese la metà. Commento nostro: ma qualcuno non aveva detto che la Cina non era “una minaccia” e che per rispondere alla concorrenza di Pechino, bastava l’innovazione (o, appunto, la ricerca, che dir si voglia)?
  2. “Air One diventerà la low-cost”, La Repubblica. Repubblica racconta – riuscendo perfino a rimanere seria – che  per Roberto Colaninno, numero uno di Alitalia, il futuro della ex compagnia di bandiera è sereno come un cielo senza nuvole. Perchè, ha spiegato in sostanza Colaninno: sistemati (in parte) i problemi di affidabilità della prima parte dell’anno; e con i conti in fisiologico miglioramento estivo, la nuova Alitalia ora potrà iniziare  a pianificare con più calma il suo futuro strategico. E che ce’ sta’ in questo “futuro strategico”? La possibilità di  trasformare AirOne – uno dei marchi di proprietà di Alitalia – in una compagnia low cost. Per rubare clienti a Ryanair e Easyjet. Commento nostro: una delle privatizzazioni più care (per i contribuenti italiani) della Storia potrebbe – dovesse andare in porto quest’affare – far nascere l’ennesimo hard discount dell’aria. Quanto è ironica la sorte, eh?

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