di
Felice Capretta
Tasso di interesse negativo in Svezia!
Oggi dalle colonne dei giornali dei gruppo Rizzoli (che comprende Corriere e il gratuito City) campeggiano notizie di diverso genere e grado.
Le principali:
- immancabile strillo gettapanico sulla Nuova Influenza A/H1N1: i pediatri chiedono di rinviare l’apertura delle scuole, ma la Gelmini rifiuta
- una agghiacciante sfilza di dettagli sanguinolenti sull’ennesimo omicidio/suicidio
- un reportage da gossip nero sull’alibi di Stasi che sarebbe lì lì per crollare
Ah, e le colonne sono anche piene della sonora sconfitta inferta da una squadra di calcio all’altra. Siccome le due squadre hanno sede nella medesima città, la cosa fa particolarmente notizia.
Già.
Forse sarebbe stato più opportuno, rispettivamente:
indagare a fondo sulla nuova influenza e sulla sua reale pericolosità, anzichè fomentare il panico;
chiedersi perchè ci sono sempre più persone che impazziscono e sterminano la famiglia ed approfondire con l’aiuto di psicologi;
lasciare che la giustizia faccia il suo corso e analizzare le cause dietro al delitto.
Sarebbe stato ancora meglio dedicare un po’ di spazio ad una notizia economica di estrema importanza, apparsa venerdì sulla CNN.
Ancora non ne abbiamo visto traccia in lingua italiana.
Per la prima volta nella storia una banca centrale applica un tasso negativo!
Tasso negativo in Svezia, Banca Centrale
"Non c’e’ niente di strano riguardo ai tassi di interesse negativi", questo è quanto dichiarava in Luglio il direttore della banca centrale svedese, Svensson.
La scorsa settimana Svensson è passato all’azione: impostando un tasso di interesse sui depositi pari a – 0,25%, la banca centrale svedese è la prima banca centrale al mondo ad entrare nel territorio inesplorato del tasso negativo.
Il tasso negativo applicato da una banca centrale è un tema alquanto esoterico in ambito finanziario, guardato con sospetto e ancora ampiamente sconosciuto.
Come funziona un tasso negativo?
In teoria, con un tasso positivo come accade solitamente, depositate soldi in banca e la banca vi riconosce un interesse. Con un tasso negativo, invece, dovete pagare voi la banca perchè possiate depositare soldi nella banca stessa.
In pratica, è una tassa sul mantenere i soldi in banca.
In realtà, per i consumatori il tasso resterà attivo, banchè basso.
E’ per le banche svedesi che le cose cambiano. Detto in modo molto pratico, le banche svedesi dovranno pagare per tenere il denaro fermo in cassaforte. Da oggi dovranno pagare lo 0,25% alla banca centrale.
Questa misura è un forte incentivo a far circolare il denaro nell’economia, prestandolo, anzichè tenerlo in cassaforte. Mettere in circolo più denaro dovrebbe smuovere l’economia.
Ancora più che un forte incentivo, questa è una punizione per le banche che non prestano.
La decisione, dunque, è alquanto estrema.
Non fu presa nemmeno in Giappone nel peggior momento della crisi di deflazione degli anni 90, per incoraggiare le banche ad offrire denaro in prestito.
Henrik Mitelman, chief fixed income strategist per la banca svedese SEB, ha dichiarato che la decisione manda un forte segnale al mercati ed ha eufemisticamente dichiarato:
La Banca Centrale è stata molto coraggiosa
Don Smith, economista dell’ICAP:
La politica [monetaria] svedese è sicuramente di grande interesse. Dobbiamo aspettare e vedere cosa succede là. E’ sicuramente una strategia inusuale, ma questi sono tempi inusuali.
Benvenuti nella Trappola di Liquidità
Eppure anche questa misura estrema rischia di cadere lettera morta, perchè la trappola di liquidità è qui:
- se le banche sono disposte a dare credito "buono" alle aziende, le aziende non vogliono credito "buono". L’economia infatti rallenta e non ci sono investimenti da fare. Non servono soldi per la crescita e le aziende non li chiedono alle banche.
- se le aziende sono disposte a ricevere credito "cattivo" per pagare i debiti e superare questo momento di difficoltà, le banche non vogliono concederlo. La crisi infatti morde, il rischio di insolvenze è elevato, e naturalmente le banche non sono disposte ad assumersi il concreto rischio di perdere denaro.
Questa è la realizzazione evidente della più classica trappola di liquidità.
Se la crisi continua, come è naturale che sia, altri banchieri centrali potrebbero osare e seguire l’esempio del governatore della banca centrale svedese.
Mervyn King, governatore di Bank Of England, la banca centrale inglese, ventilava di recente che potrebbe prendere decisioni analoghe dopo aver tagliato pesantemente i tassi in passato:
se non ci saranno segni di ripresa entro i prossimi mesi, la Banca D’Inghilterra potrebbe considerare un passo di interesse negativo.
In sè, questa è una tassa sulle banche che si rifiutano di prestare.
Accaparramento
Il cosiddetto "quantitative easing" messo in atto dalla banche centrali, ovvero l’immissione sconsiderata di liquidità per cercare di tappare il buco nero che stava inghiottendo l’economia mondiale è lungi da essere il rimedio.
Sarà invece, come è noto agli affezionati lettori, la cura che farà morire il paziente…solo un po’ più tardi e con maggiori sofferenze.
Oggi le istituzioni finanziarie destinatarie dell’impressionante mole di aiuti e della smisurata quantità di liquido si guardano bene dal prestare quel denaro. Esattamente come accadde in Giappone, la paura delle banche per il futuro le portava ad accaparrare liquidità, l’effetto finale della Trappola di Liquidità.
Benvenuti nel mondo del tasso negativo, dove la crisi è finita e tutto va bene.