Non notare un elefante che entra in un negozio di porcellane è quasi impossibile. E allora: perchè la stragrande maggioranza degli economisti non ha visto la crisi – la più grande dal 1929 ad oggi – arrivare? Se l’era chiesto perfino la regina d’Inghilterra. E questa settimana sono arrivate due risposte di cartello. Per il premio Nobel per l’Economia, Paul Krugman – che sul New York Times ha scritto un articolo ad hoc – la colpa è di chiavi di lettura (cioè modelli economici) sbagliate. Mentre più banalmente: per l’Huffington post – il più influente blog Usa (un vero e proprio giornale on line) – sarebbe non solo, ma soprattutto una questione di soldi. Ryan Grim – giornalista che per l’HuffPost segue i lavori del Congresso degli Stati Uniti – infatti ha messo un po’ di numeretti in fila. E ha scoperto un dettagliuccio di non poco conto: buona parte degli economisti made in Usa sarebbe sul libro paga della Federal Reserve, cioè della banca centrale americana. Dirà qualcuno: embè, e che vor dì? Vor dì che la Federal Reserve sicuramente – nel causare la crisi – ha fatto la sua parte. Perchè per anni ha reso troppo facile – tenendo bassi i tassi di interesse – per gli americani indebitarsi (e sono stati proprio dei prestiti mai ripagati, cioè i famosi mutui subprime, a metter in ginocchio le banche e a far esplodere il bubbone). Ma – salvo poche eccezioni – gli economisti a stelle e strisce non hanno mai criticato la loro banca centrale. Negando di fatto che esistesse un problema. Va da se che l’HuffPost non avanzi sospetti di corruzione. Ma fa notare che – calcoli (un po’ a spanne) alla mano – gli economisti esperti di politica monetaria sono, negli Stati Uniti, tra i 1000 e i 1500. E la Fed – tra consulenze, studi, contratti e quant’altro – dà lavoro, ogni anno, a 500 di loro. Senza badare troppo a spese. Nel 2008, la Federal Reserve ha speso ben 389,2 milioni di dollari in studi, statistiche e quant’altro. E quest’anno – nonostante la crisi sia dura per tutti, Federal Reserve compresa – i milioni dovrebbe diventare 433. E allora, chi avrà ragione? Krugman o l’Huffington post? Forse entrambi. E infatti: Il premio nobel – che la crisi l’aveva intravista eccome e che si era permesso di criticare la Fed – era stato gentilmente messo alla porta assieme ai suoi dubbi. Da chi? Ma dalla banca centrale a stelle e strisce che, tanto per dirne una, ai suoi meeting estivi a Jackson Hole non lo invitava più.