Di

Antonella Randazzo

Mentre nel Medioevo, periodo in cui era fondamentale l’ortodossia religiosa, chi proponeva qualcosa di nuovo o metteva in discussione il sistema veniva bollato come “eretico” e accusato di nefandezze morali e sessuali, oggi, nell’epoca della “Scienza” e del razionalismo, chi dice qualcosa di nuovo o mette in discussione il sistema viene bollato come “irrazionale” e caricato di tare che lo renderebbero “paranoico”, “disturbato”, estremista o “terrorista”.
Queste parole sono collaudate da anni. Ad esempio, nel marzo del 1973, il mafioso pentito Leonardo Vitale decise di consegnarsi liberamente alla polizia e di svelare gli aspetti più incredibili della storia di Cosa Nostra. Raccontò molte cose su come funzionava l’organizzazione, su chi la capeggiava e sui traffici mafiosi. La risposta degli esperti fu “paranoia”, ovvero è “matto” e bisogna rinchiuderlo in manicomio, cosa che avvenne. La deposizione di Vitale fu raccolta dall’allora giudice istruttore Aldo Rizzo. Vitale spiegò la struttura di Cosa Nostra e fece i nomi di duecento mafiosi, fra i quali Bernardo Provenzano, Giuseppe Calò, Michele Greco, Totò Riina, l’assessore Pino Trapani e Vito Ciancimino.
Ce n’era abbastanza per distruggere completamente l’organizzazione, ma le autorità non si preoccuparono di farlo, né si preoccuparono particolarmente della testimonianza del primo pentito di mafia: la diagnosi di pazzia permise di rinchiudere Vitale in un manicomio giudiziario per 10 anni. Quando uscirà sarà atteso dalla mafia, che ben sapeva che egli non era affatto paranoico. Sarà ucciso nel dicembre del 1984, due mesi dopo l’uscita dal manicomio.
Dovranno passare quasi venti anni affinché il giudice Falcone prendesse sul serio le stesse cose dette da Tommaso Buscetta.
Il 20 ottobre del 1992, il procuratore di Palmi, Agostino Cordova, mandò i carabinieri alla sede del Grande Oriente d’Italia per farsi consegnare le liste degli iscritti. Sia in Sicilia che in Calabria, dalla relazione del giudice Cordova emergeva una situazione di notevole illegalità mantenuta dalle attività delle logge. Nel giugno del 1993, la Procura di Catanzaro, nell’ambito di una operazione antimafia, arrestò trentatrè persone. Per associazione mafiosa finalizzata al traffico di droga arrestò Gino Capelluto, che era anche un massone.
Secondo il giudice Cordova la massoneria è da ritenere "’il tessuto connettivo della gestione del potere". Negli anni Novanta, in Italia, c’erano 146 massoni indagati per mafia e reati politici, 83 dei quali accusati di riciclaggio di titoli rubati. Fra gli iscritti alle logge figuravano anche diversi poliziotti e carabinieri, accusati da Cordova di "impedire le indagini". (1)
Molti personaggi in vista, come l’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga e Claudio Martelli (ministro di Grazia e Giustizia nel 1991), si scagliarono contro Cordova, dando ad intendere che c’era qualcosa che non andava in lui, al fine di screditarlo e sminuire il lavoro che egli stava facendo. Si alludeva a presunte manie “persecutorie” del magistrato in questione, ovvero egli sarebbe stato un personaggio con tendenze “paranoiche”, dato che sarebbe paranoico chiunque creda nell’esistenza di reti di controllo massoniche.
In passato era considerato paranoico anche chi credeva nell’esistenza della mafia. Per molti alti prelati la mafia era "un’invenzione dei comunisti", e per alcuni magistrati si trattava di "bande criminali sempre più deboli", e chi ci vedeva invece una rete di potere molto forte veniva tacciato di sentimenti “persecutori”, di pensieri “paranoici”.
Oggi il termine “paranoico” è diventato una specie di “vizietto” dell’attuale gruppo di potere: chi solleva i paradossi e i crimini del sistema viene etichettato come “paranoico”.
Chiunque vuol darsi arie di persona “adattata” al sistema, ben integrata e addirittura “altolocata” non deve far altro che dare del “paranoico” a chi non la pensa come lui, o a chi mette in discussione aspetti del sistema ambigui o paradossali.
Quale accusa fu sollevata al magistrato Luigi De Magistris quando, andando avanti nell’inchiesta “Why not”, stava indagando anche su Mastella e Prodi? Gli dissero che era “paranoico” (2) . E alla Forleo che stava facendo il suo dovere e scopriva i “furbetti del quartierino”? Ovviamente le dissero che era una paranoica.
Ormai da diversi secoli le parole “matto” o “malato di mente” sono usate per stigmatizzare persone o idee che non collimano con quello che il potere vuole. Il “diverso” è spesso soltanto colui che ha più coraggio degli altri per essere se stesso, e per contestare le assurdità che tutti prendono per buone soltanto perché il sistema vuole così.
Secondo il fisico e ricercatore Vittorio Marchi, “l’impero… più che altro è fatto di un programma intelligente inserito nel cervello umano come fosse un microchip… in modo che la mente ne risulti polarizzata per via genetica e culturale. All’interno dell’impero l’educazione non si discute, si rispetta perché vale la convenzione… le nostre scienze sono fondate su verità convenzionali… e vanno rispettate sannò gli esami non si superano. La parole di una maestra, di un ministro di culto, di un premio Nobel, di un giudice, di un magistrato, di un onorevole, apparentemente ammantate di democrazia e di civiltà non si dibattono e tantomeno si contrastano, si ossequiano”.(3)
Le nuove idee vengono sempre inizialmente ridicolizzate, perché ancora non trovano una base per essere comprese da tutti, e dunque si approfitta di questo per limitare la loro diffusione o per fare in modo che le persone che hanno il coraggio di sostenerle vengano tenute ai margini o considerate pazze.
Premettiamo che viviamo in un mondo in cui milioni e milioni di persone credono che una donna sia rimasta incinta pur rimanendo vergine (e all’epoca non c’era l’inseminazione artificiale) e che si possa resuscitare un morto o moltiplicare pani e pesci. Ma i paranoici non sono quelli che credono alle cose assurde propinate dal potere, al contrario, sono quelli che non ci credono affatto, e che, ad esempio, invece di un inverosimile “complotto arabo” indicano l’esistenza di un vero e proprio impero, assiso sul trono edificato sulla miseria umana.
Insomma, il sistema cerca di attivare tecniche utili ad impedire che le persone credano o facciano cose pericolose per l’assetto costituito. A tale scopo si cerca di rendere doloroso quello che non rientra nella propaganda. Ad esempio, attraverso il “bias di conferma”, si fa in modo da consolidare nella mente alcune idee “lecite” riguardo alla realtà, rendendo dolorose o inaccettabili quelle che non collimano con le prime. Si ottiene che le menzogne anche grosse (come ad esempio che saremmo in democrazia) possono essere credute, mentre persino ciò che può essere sotto i nostri occhi (come le scie chimiche) dovrà apparire come falso, “misterioso” o dovuto a fantasie strane. Usando questi meccanismi persino Hitler parlava di democrazia e di benessere collettivo. Il bias di conferma permette la sopravvivenza di miti che potrebbero essere considerati assurdi, come quello dell’occidentale filantropo che porta agli altri benessere e democrazia. Chiedete alle persone del Terzo mondo cosa hanno portato loro le corporation e le banche occidentali, se la “democrazia” o la miseria.
In passato i matti erano anche le donne che si ribellavano alle rigide restrizioni imposte al loro sesso, gli artisti che parlavano di sensazioni o di esprimere cose che non potevano essere catalogate all’interno delle regole “scientifiche” o tutti coloro che osavano sollevarsi contro i loro datori di lavoro che li costringevano alla miseria.
Per chi viene percepito dal potere come “pericoloso” non dovrà bastare la possibile riprovazione sociale, onde evitare conseguenze, occorrerà, se non si può criminalizzare, far passare per matto, ovvero per “paranoico”.
Oggi chi sono quelli che il sistema ritiene matti?
Proviamo a leggere cosa dice l’enciclopedia Wikipedia alla voce “paranoia”:
“Questa condizione è spesso caratterizzabile come una degenerazione patologica di alcuni tratti caratteriali come la diffidenza, l’inclinazione al pregiudizio o l’insicurezza. Il sistema di credenze di tipo persecutorio viene elaborato dal paziente in modo lucido e sistematico, ovvero non viene in generale a mancare la funzione razionale. In questo senso la paranoia si può descrivere come un caso particolare di disturbo delirante. Esempi piuttosto comuni sono la convinzione di essere pedinati e spiati, di stare venendo avvelenati, di avere una qualche malattia, di essere vittima di parassiti (come nella parassitosi allucinatoria), di subire o aver subito lavaggi del cervello o controllo mentale, di voler essere allontanati dalla società verso posti lontani dove terzi potranno approfittare della propria mente. Il paranoico sviluppa quindi un atteggiamento antisociale, attribuendo alla società la paranoia stessa della quale il soggetto è vittima. È tipico il ribaltamento sulla società dei propri stessi atteggiamenti, per i quali il soggetto si sente vittima… Anche le persone che hanno sistemi di credenze riconducibili a teorie del complotto sono talvolta etichettate come "paranoiche.”(4)
Addirittura, è stato persino elaborato il termine “complottomania” come una “forma di paranoia” da cui deriverebbero false notizie.
Dunque, il paranoico si “sente vittima”, oppure crede che altri vogliano manipolarlo o fargli del male. Questa definizione farebbe rientrare nella categoria parecchie persone e presume che il mondo sarebbe un luogo sicuro in cui tutti possono vivere come vogliono e non c’è alcun tipo di inganno né politico, né finanziario né economico. Ogni dubbio su ciò sarebbe dovuto ad una patologia, dato che si assume come fatto certo che il sistema non sarebbe mai né criminale, né manipolativo.
Dunque, la definizione di Wikipedia non precisa una cosa fondamentale per capire bene la definizione: che si può essere affetti da “paranoia” quando ci si sente vittime senza alcuna prova che effettivamente i fatti sostenuti esistano nella realtà, ma non quando esistono prove a sostegno dei crimini che si stanno indicando.
Il punto è che molti fatti manipolativi e criminali sono sotto gli occhi di tutti. Le prove sono tantissime, e volerle considerare non vuol dire essere affetti da patologie, come piace sostenere ai “guardiani del sistema”, ma essere onesti con se stessi e con gli altri nel rigettare la propaganda e i tentativi di far apparire matti tutti quelli che mettono a repentaglio lo status quo.
Insomma, per non essere paranoici dovremmo credere che in questo mondo non vengono mai uccise persone innocenti, che non esistono armi chimiche e che le persone che vivono nel Terzo mondo siano ridotte in miseria o muoiono di fame per cause misteriose o perché esse stesse lo scelgono.
Per non essere paranoici dovremmo credere che la realtà attuale dipende dalle persone comuni, che i giovani scelgono liberamente di essere sfruttati in mansioni lavorative precarie e malpagate, che l’anziano sceglie volontariamente di vivere con una pensione da fame, e che gli iracheni o gli afgani scelgono di vivere sottomessi ad un potere imperiale crudele, che si spaccia per democratico. Dato che ciò e assurdo, vuol dire che coloro che sollevano problemi relativi ad un sistema di potere iniquo non sono matti, ma hanno prove a sostegno di ciò che dicono, e dunque non si può chiudere la faccenda limitandosi ad etichettarli negativamente.
Inoltre Wikipedia osserva che la paranoia può dare un "disturbo delirante" per riferirsi al concetto più generale di delirio lucido e razionale, che include per esempio… (l’idea) di avere ricevuto una speciale missione da parte di Dio di essere traditi dal proprio partner, e via dicendo”. (5)
Se è paranoico uno che pensa di “avere ricevuto una speciale missione da parte di Dio”, allora non ci sono dubbi sul fatto che anche papa Ratzinger è paranoico. E lo sarebbero anche tutte quelle autorità religiose convinte di “avere ricevuto una speciale missione da parte di Dio”.
Il dogma dell’infallibilità del papa, che dice che il papa è chiamato da Dio stesso e “sostenuto e ispirato dallo Spirito Santo nel suo incarico di Vicario di Cristo”, e non può sbagliare mai quando opera all’interno del suo ruolo, dovrebbe essere il top della paranoia per Wikipedia.
L’attuale papa, recandosi in Terra santa, nel maggio scorso disse: “(Siamo) scelti da Dio, santi e amati”. (6)
Esisterebbero secondo lui persone “scelte da Dio”, in primis egli stesso, che si erge ad autorità infallibile. Dunque non può non rientrare nella comune categoria di “paranoici”, che secondo Wikipedia, dovrebbe comprendere tutti coloro che credono di esser stati incaricati da Dio di una missione speciale.
Fanno parte della categoria “paranoici”, secondo Wikipedia, anche coloro che credono nell’esistenza di personaggi che agiscono contro i loro interessi. Allora vi rientra la persona che ha fatto la seguente affermazione:
“ Guardando ai risultati si può rilevare, come effetto di queste azioni, la grave destabilizzazione del nostro Paese, da me più volte rilevata anche in sede parlamentare. Quindi si può dire che risultati negativi per l’Italia sono stati conseguiti… Circa i possibili ispiratori o favoreggiatori italiani niente in coscienza si può dire, viste le molteplici inchieste giudiziarie rimaste non concluse (ma anche non esaurite) relative sia alle singole persone sia agli organi dello Stato. Significative sono le indagini che si vanno svolgendo a Milano (come del resto a Catanzaro) con tutto il necessario rigore. E’ mia convinzione però, anche se non posso portare il suffragio di alcuna prova, che l’interesse e l’intervento fossero più esteri che nazionali. (7)
Queste parole sono tratte dal memoriale di Aldo Moro, in cui egli esprime sospetti che la strategia della tensione fosse provocata volontariamente da persone che sarebbero da ricondurre alle autorità Usa.
Il 4 luglio del 2005, l’ex vicepresidente della DC Giovanni Galloni rivelò al quotidiano “Next” di Rainews24 che nel sequestro e nell’uccisione di Aldo Moro ebbero un ruolo primario la Cia e il Mossad: "Non posso dimenticare un discorso con Moro poche settimane prima del suo rapimento: si discuteva delle BR, delle difficoltà di trovare i covi. E Moro mi disse: ‘La mia preoccupazione è questa: che io so per certa la notizia che i servizi segreti sia americani che israeliani hanno infiltrati nelle BR ma noi non siamo stati avvertiti di questo, sennò i covi li avremmo trovati’.
Insomma, Moro era convinto che vi fossero gruppi di potere che stavano danneggiando il nostro paese. E secondo la definizione data da Wikipedia egli doveva avere manie “complottiste” paranoiche.
Senza dubbio, alla categoria apparterrebbe, sempre secondo i parametri posti da Wikipedia, anche la persona che ha detto queste parole:
“Siamo di fronte, in tutto il mondo, ad una cospirazione monolitica e spietata, basata soprattutto su mezzi segreti, per espandere la sua sfera d’influenza, sull’infiltrazione, anziché sull’invasione sulla sovversione, anziché sulle elezioni, sull’intimidazione, anziché sulla libera scelta. E’ un sistema che ha reclutato ampie risorse umane e materiali nella costruzione di una macchina affiatata, altamente efficiente, che combina operazioni militari, diplomatiche, di intelligence, operazioni economiche, scientifiche e politiche. Le sue azioni non vengono diffuse, ma tenute segrete. I suoi errori non vengono messi in evidenza, ma vengono nascosti, i suoi dissidenti non sono elogiati, ma ridotti al silenzio.”
Queste parole sono state dette, nel suo celebre discorso ai massimi rappresentanti della stampa nell’aprile del 1961, dal presidente americano John Fitzgerald Kennedy. In questo discorso parlò chiaramente dell’esistenza di gruppi criminali che danneggiavano il paese.
Secondo il punto di vista espresso dalla "libera enciclopedia", egli, avendo sostenuto di essere vittima di manipolazioni, o avendo “credenze riconducibili a teorie del complotto”, sarebbe stato soltanto un povero paranoico.
E’ curioso constatare che proprio un’enciclopedia che si autodefinisce “libera”, cerca di disinformare sul significato di parole che il regime usa con molta leggerezza per screditare persone scomode o per additare chi non vuole adattarsi all’assetto iniquo. Seminare disinformazione su questi concetti significa concorrere alla tendenza molto accanita negli ultimi tempi, volta a far apparire “disturbati” quelli che sostengono l’esistenza di gruppi di potere che agiscono contro i popoli.
La differenza fondamentale, che non è messa in evidenza su Wikipedia, è lo scarto fra realtà e fantasia. Ovvero, se uno ha prove di essere tradito e per questo pensa di esserlo, non è un paranoico (come sostiene Wikipedia) ma, purtroppo per lui, un cornuto.
Lo stesso, se uno ha prove del fatto che un evento è stato organizzato per danneggiare qualcuno, non è paranoico, ma è semplicemente una persona che dice le cose come stanno.
Usare il termine “paranoico” per non affrontare la discussione sui fatti, anzi, per annullare i fatti attraverso una presunta malattia o affezione mentale è da disonesti.
Mentre le questioni della propaganda vengono ammantate da un’improbabile certezza (ad esempio, i governi starebbero facendo qualcosa contro la “crisi” oppure istituzioni come la Consob starebbero facendo sempre il prorio “dovere”), le questioni sollevate dai dissidenti vengono tenute nel limbo dell’incerto, dell’ipotesi, anche quando di ipotesi non si tratta. E quando si può, si fanno discendere tali ipotesi da uno stato mentale non “normale”.
Nascono non poche domande:
Chi dice che i servizi segreti ci proteggono, sarebbe "normale"? Chi invece menziona le innumerevoli testimonianze di agenti dell’Fbi o della Cia che parlano di moltissimi crimini del tutto voluti? Sono tutti matti?
Allora ci deve essere stata una specie di epidemia in certi ambienti dei servizi segreti! Altro che influenza suina!
E le persone che sganciano bombe sui civili sono "normali" o "paranoiche"?
E gli agenti dello spionaggio militare che praticano la tortura o scrivono manuali d’istruzione per meglio torturare sono “normali”? Non sono matti? Diventano matti quando denunciano la cosa?
E se dovessimo considerare la pazzia come “pericolosità per sé stessi o per gli altri” che criteri dovremmo utilizzare? Chi è più matto, chi crede negli Ufo o chi pratica la tortura?
Chi bombarda sui civili o chi propone un modo non ufficiale per capire gli attentati dell’11 settembre 2001?
E’ più matto chi nutre dubbi sul vaccino contro l’influenza suina o le persone dell’Oms che dicono ai governi di vaccinare tutti contro un’epidemia che ha ucciso soltanto poche centinaia di persone ma appaiono indifferenti verso quelle migliaia di persone che muoiono ogni giorno per malattie curabili o per fame?
Secondo alcuni autori esisterebbe una sorta di “morale dello schiavo” che spinge dentro il gregge tutte quelle persone che temono la libertà, e per questo accettano ciò che sanno in cuor loro essere sbagliato. La morale dello schiavo coincide con il disprezzo per se stessi, dovuto al giudizio d’incapacità di autogovernarsi o che il proprio pensiero possa avere valore. Ma se non si crede in se stessi si potrà vivere una vita realmente di qualità? E’ possibile crescere se ci si disprezza? Se si accetta il giudizio di pazzia ogni qual volta si esce dal recinto?
Come mai non dovremmo credere ai nostri occhi che hanno visto strani aerei, non di linea, che andavano avanti e indietro nei cieli lasciando strane scie che nel tempo assumono una strana forma?
Perché dovremmo pensare che i nostri occhi ci rendano "matti"? E cosa ci renderebbe “sani”? Un sistema che mi dice che quello che vedo non esiste?
Un sistema che ci dice di credere che Berlusconi è un grande statista, che noi tutti siamo informati su ciò che realmente accade nel mondo dalla Tv, o che le autorità Usa proteggono il mondo?
Qualcuno ha detto che “la paura reale è quella di guardare dentro se stessi”, perché guardarsi dentro potrebbe far emergere molte cose soffocate da un sistema che si spaccia per tollerante. Di fatto, chi è veramente se stesso, e dunque scopre diversi altarini del sistema, può dare fastidio. Chi domina oggi è molto suscettibile e parecchio impaurito dal fatto che il castello di carte sorretto dalle menzogne possa da un giorno all’altro crollare. Per questo chi fuoriesce dal recinto diventa “matto”. Le sue argomentazioni vengono caricare di contenuti estranei, vengono derise, etichettate, associate con altre cose improbabili, ecc.
Quando un potere viene basato sulla menzogna, è ovvio che debba temere la verità. E per far accettare la montagna di menzogne è necessario, in una falsa “democrazia”, far leva sulla paura: paura di incorrere a sanzioni, paura di essere uccisi o paura di essere “matti”.
Paradossalmente, nel sistema in cui viviamo il crimine non è quello di essere complici dei delitti del sistema, ma quello di denunciarli.
Da un lato ci inducono a vivere all’interno di una sorta di “cultura delle certezze”, in cui la scienza ufficiale avrebbe oramai compreso moltissime cose della realtà e dunque, anche se ancora noi non le abbiamo comprese, basta affidarsi alla scienza e possiamo sentirci “sicuri”. D’altro lato, si alimenta l’insicurezza emotiva, che ci rende dipendenti dal sistema, facendoci desiderare qualcuno che ci protegga o che ci permetta di vivere con dignità. Se dipendiamo dagli attuali personaggi al potere, anche la nostra consapevolezza di noi stessi dipenderà da loro, e dunque il sistema stesso si arrogherà il diritto di dirci cosa è “normale” e cosa non lo è, non sulla base di noi stessi, ma di parametri che lo stesso sistema di potere porrà.
Il pericolo sta nell’acquisire incapacità a credere in noi stessi, ad avere fiducia nella nostra stessa esperienza: in quello che sentiamo o che vedono i nostri occhi.
La cultura delle certezze si trasforma immediatamente in cultura del dubbio quando si fuoriesce dal recinto della propaganda, o quando si tratta di considerare quello che i singoli individui pensano, credono, percepiscono o intuiscono.
Se si aderisce alla cultura della “certezza” ufficiale si nutriranno dubbi su se stessi e non sul sistema, anche quando lo scarto fa ciò che viene detto e ciò che si percepisce come vero è notevole.
In altre parole, la cultura della sicurezza riguarda sempre i parametri posti dal sistema mentre la cultura del dubbio riguarda noi stessi o coloro che sollevano fatti e questioni che non convengono a chi ha creato il sistema.
Di conseguenza, il dubbio può diventare dubbio su se stessi, sulla propria mente, sulla propria capacità di adattarsi alla realtà o di comprenderla. I dubbi possono essere sollevati solo su se stessi o su tutto ciò che il sistema permette di mettere in dubbio, altrimenti si grida al “paranoico!”
Perché le persone credono alla propaganda contro la loro stessa esperienza?
Per non apparire “matti” si preferisce rimanere schiavi?
Ci sono parecchie persone “normali”. Queste persone leggono quotidiani come "La Repubblica" o "Il Giornale", convinte di informarsi su ciò che accade nel mondo. Alcune di queste persone pensano alle autorità Usa come a persone molto “democratiche”, anche se i morti in Iraq aumentano di giorno in giorno, anche se in alcune carceri statunitensi si pratica la tortura, anche se le autorità statunitensi avversano ogni tentativo popolare di autodeterminazione, anche se la loro propaganda mira a mostrare la realtà quale essa non è, anche se sostengono coloro che costringono molti popoli a soffrire la miseria, ecc. Le false notizie di solito non provengono dai “paranoici” ma dai cosiddetti “normali”.
La “normalità” talvolta assomiglia assai al cinismo e al considerare soltanto ciò che fa comodo a se stessi. Gli indifferenti, gli scettici, i cinici, non vogliono saper nulla sul male che accade attorno a loro, se non li colpisce personalmente.
I "normali di alto rango" sono quelli che sanno etichettare come paranoiche tutte quelle persone che fuoriescono dalla loro ideologia. Molti di questi “normali” hanno un comportamento motivato dal profitto e dal “successo”, inteso come carriera e possesso di beni materiali di prestigio. Tutto il resto viene dopo. Per loro devono essere per forza paranoiche le persone che non accettano la realtà così com’è. Secondo loro non c’è nulla di cui preoccuparsi perché comunque la realtà attuale è la migliore che ci possa essere. Se muore dilaniato un bimbo palestinese o iracheno? E che ti importa se tuo figlio sta bene? Milioni di persone muoiono di fame? E che ti importa se tu la pagnotta ce l’hai? Nelle guerre vengono utilizzate anche armi chimiche? E che ti importa se nel tuo paese c’è la pace? Insomma, per queste persone non bisogna essere paranoici, il che equivale a scegliere uno stile di vita simile al loro: pensare ai fatti propri, al profitto e al benessere materiale, e se poi succedono cose assurde si deve far finta di nulla, per rimanere “normali”.
Ricapitolando, sono considerati paranoici:
– I magistrati che fanno il loro dovere senza guardare in faccia nessuno.
– Quelli che non credono che Israele sia uno Stato democratico che combatte il “terrorismo”.
– Quelli che non credono che le autorità occidentali siano a servizio dei popoli e agiscano a loro vantaggio.
– Quelli che hanno capito, anche da quello che è emerso dalle indagini di rispettabili magistrati, che senza reti di controllo mafiose e massoniche il sistema non potrebbe durare.
– Quelli che non credono alle missioni di pace fatte a suon di bombe.
– Quelli che non credono che in un attentato in cui l’aereo praticamente scompare sia possibile ritrovare documenti cartacei come una carta d’identità del dirottatore o una bandana in buono stato. Il “paranoico” a questo punto si potrebbe chiedere come mai non sia stato ritrovato persino uno spazzolino da denti con relativo dentifricio di rigorosa marca araba.
– Quelli che non credono che la povertà e la morte per fame siano ineliminabili.
– Quelli che non credono che soltanto perché si va a votare una fazione politica piuttosto che un’altra si deve ritenere di essere in una democrazia. Si vota anche in Afghanistan e in Iraq.
– Quelli che non credono che l’Italia sia un paese davvero libero e democratico.
– Quelli che non credono a moltissime altre cose sostenute dalla propaganda.
I “normali” invece sarebbero:
– Quelli che accettano la versione ufficiale di qualsiasi strano evento, compreso l’11 settembre.
– Quelli che sono convinti di vivere in una evoluta democrazia occidentale, in cui il popolo ha piena sovranità, la politica è a servizio di tutti e non esiste alcun gruppo criminale che vuol fregare i popoli.
Quelli che credono che bisogna guardare soltanto alla propria personale situazione, a far carriera, ad avere “successo”, a “diventare qualcuno”, senza curarsi di molto altro.
Scegliete pure se essere “normali” o se esporvi all’accusa di essere “paranoici”. Se Orwell vi ha insegnato qualcosa saprete valutare correttamente i termini.
In un mondo che va verso il baratro proprio per l’accondiscendenza al potere della “normalità”, speriamo che molti decidano di non essere “normali”.
Come disse Jacob Bronowski: “È mai esistita una società che sia morta per il dissenso? Molte sono perite a causa del conformismo, nel tempo nostro”.

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NOTE
1) Nicastro Franco, “Mafia, 007 e Massoni”, Edizioni Arbor, Palermo 1993, p. 186.
2)Vulpio Carlo, “Roba nostra”, Il Saggiatore, Milano 2008, p. 157.
3) http://video.google.it/videoplay?docid=-5469067014007958145&ei=BIKFSoLgK6W-2gKw3tWOAw&q=Vittorio+marchi
4) http://it.wikipedia.org/wiki/Paranoia
5) http://it.wikipedia.org/wiki/Paranoia
6) http://www.opusdei.it/art.php?p=33679
7) Comm. Moro, 161-162; Commissione stragi, II 254-255, Numerazione tematica 2, http://www.apolis.com/moro/moro/memoriale/3.htm

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