di

Marco Cedolin

 

 

 

 

Ci eravamo occupati qualche tempo fa dell’appello pubblicato sul proprio blog dal leader dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro, che invitava gli italiani a disdire il canone RAI, destinando i soldi risparmiati alla sottoscrizione di un abbonamento con SKY. Appello motivato principalmente, da parte dell’ex ministro, dall’incapacità della rete pubblica di fare informazione corretta e super partes, a causa della lottizzazione di cui sarebbe vittima la TV di Stato.
Partorito sull’onda delle polemiche che infuriano da settimane intorno alla scarsa “pubblicità” data alla trasmissione Anno Zero di Michele Santoro, al mancato (per ora) rinnovo del contratto del giornalista Marco Travaglio, ospite fisso della stessa trasmissione, allo spostamento della trasmissione Ballarò in occasione della consegna delle prime case in Abruzzo ed all’intenzione di privare della tutela legale lo staff della trasmissione Report di Milena Gabanelli.
Oggi sulle pagine de “Il Giornale” il direttore Vittorio Feltri ha lanciato una raccolta firme, finalizzata all’eliminazione del canone RAI, …
… pur senza consigliare in sostituzione l’abbonamento a qualche TV a pagamento. E lo ha fatto partendo dalle stesse basi di Antonio Di Pietro (lottizzazione e pessima qualità della TV pubblica), collocate però in una lettura del fenomeno completamente antitetica rispetto a quella del leader IDV. In quanto la “cattiva informazione” deriverebbe proprio dalla gestione faziosa di quelle stesse trasmissioni (Anno Zero, Ballarò, Che Tempo che fa ecc) difese da Di Pietro, all’interno delle quali verrebbero diffamati gli avversari politici, senza alcuna possibilità di contraddittorio. E dall’atteggiamento scorretto e fazioso di quegli stessi personaggi (Santoro, Travaglio, Fazio, Dandini, Bignardi ecc.) che in queste ultime settimane stanno lamentando il boicottaggio del loro lavoro.
Curioso come, almeno in apparenza, la gestione della RAI in questo momento stia riuscendo a scontentare un po’ tutti, sia il governo, sia l’opposizione, sia i cittadini privi di particolari simpatie politiche che comunque ne riscontrano il bassissimo livello di qualità. In realtà, dietro agli appelli a disdire o eliminare il canone, (prospettiva in sé più che condivisibile) sembra celarsi semplicemente la lotta, sempre più all’ultimo sangue, nell’ambito di quella stessa lottizzazione, che sia Di Pietro, sia Feltri pongono come problema alla base dei loro appelli. Lotta all’interno della quale, entrambi gli schieramenti politici , temendo di perdere il controllo della RAI, fra i maggiori strumenti di potere del paese, preferiscono ventilarne l’eutanasia. Tanto simili al Mazzarò di Verga che di fronte alla morte preferì distruggere tutta “la sua roba” affinché lo seguisse nella tomba, anziché finire nelle mani di altri.
Niente paura, non appena la spartizione degli spazi in RAI sarà terminata, in maniera soddisfacente per tutti i gruppi di potere, spariranno anche i tanti Don Chisciotte alla bisogna e tutti i cittadini il canone dovranno giocoforza continuare a pagarlo, ricevendo in cambio “di tutto e di più”, da gustare come sempre nel loro posto “in prima fila”.

Marco Cedolin
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