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«La decisione dell’Iran di costruire un secondo impianto nucleare senza notificarlo all’Aiea è una sfida diretta al regime di non proliferazione». Barack Obama contro Mahmud Ahmadinejad. La tensione sul nucleare torna altissima. Anche perché il presidente Usa è deciso. La via preferita è quella diplomatica ma «non viene esclusa nessuna opzione, compresa quella di sanzioni “che mordono”». Ossia l’opzione militare. Gli Stati Uniti hanno denunciato ieri a Pittsburgh, insieme a Francia e Gran Bretagna, la costruzione da parte dell’Iran di un secondo impianto segreto per l’arricchimento dell’uranio e hanno chiesto a Teheran di consentire «immediate ispezioni» dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea).

(L’Unità, 26 settembre 2009)

Oggi, da un punto di vista economico, la distruzione che è in corso è forte come la distruzione di una guerra. Per fortuna senza i 50 milioni di morti della seconda guerra mondiale. Ma la possibilità di una guerra è grande, perchè in fondo qual è il problema principale oggi? E’ quello di ridurre il debito. E per ridurre il debito ci sono due modi. Risparmiare di più. O l’inflazione. E una situazione di guerra o di tensione internazionale spinge la gente al risparmio. Un risparmio volontario. Oppure un risparmio obbligatorio attraverso l’imposizione di una guerra. E credo che probabilmente ci saranno segnali di forte tensione internazionale in Corea, Pakistan, Medio oriente (…).

(Jacques Attali, intervista alla trasmissione Economix, RaiTre, 13 marzo 2009)

L’Iran, come promesso, ha mantenuto la sua sfida, facendo partire un programma di esercitazioni con il lancio di missili a corto raggio; e avvertendo le polemiche sul suo secondo impianto di arricchimento di uranio potrebbero minare i colloqui con le le grandi potenze mondiali.

(Financial Times, 27 settembre 2009)

P.S. Per la cronaca e per chi non lo sapesse: Jacques Attali è stato a lungo consigliere dell’ex presidente della Repubblica francese, François Mitterand. E poi: tra il 2007 e il 2008 – su incarico dell’attuale inquilino dell’Eliseo, Nicolas Sarkozy – ha diretto una commissione, conosciuta appunto come commissione “Attali”, per studiare “i freni alla crescita” in Francia.

P.P.S. E qui trovate il post “Finchè c’è guerra, c’è speranza/1″.

 

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