DI

ELLEN BROWN
The Web of Debt

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il Dollaro deve essere svalutato della metà?
«Un anno fa» ha detto il professor Ross Buckley all’Abc News australiana «nessuno voleva saperne del Fondo Monetario Internazionale. Ora è l’Fmi che coordina il pacchetto internazionale di stimolo economico che è stato venduto come stimolo per i paesi poveri».
L’Fmi può aver ricevuto ben altri compiti. Secondo Jim Rickards, direttore della market intelligence per il gruppo di consulenza scientifica Omnis, il proposito non annunciato del Summit G20 di Pittsburgh (24 settembre) era che «l’Fmi venisse consacrato come ‘banca centrale globale’». Rickards ha detto in un’intervista alla Cnbc (25 settembre) che il piano è di far sì che l’Fmi emetta una moneta di riserva globale che rimpiazzi il dollaro.
«Hanno emesso debito per la prima volta nella storia» ha detto Rickards «stanno emettendo diritti speciali di prelievo (SDR). I primi SDR sono venuti fuori nel 1980 o nel 1981, per un valore di 30 miliardi di dollari. Ora si parla di 300 miliardi. E quando dico emettere, intendo stampare moneta; non c’è niente dietro questi diritti».
I diritti speciali di prelievo sono una moneta sintetica creata originariamente dall’Fmi per rimpiazzare oro e argento nelle grandi transazioni internazionali. Ma sono stati utilizzati poco finora. Come mai all’improvviso il mondo ha bisogno di una nuova divisa e di una banca centrale globale? Rickards dice che questo accade per il “dilemma di Triffin”, un problema notato per la prima volta dall’economista Robert Triffin negli anni Sessanta. Quando il mondo abbandonò il gold standard, una moneta di riserva dovette essere fornita da qualche Paese con una divisa forte in grado di sostenere il commercio internazionale. Ma lasciarla in questa funzione voleva dire, per il Paese di riferimento, comprare continuamente più di quanto vendesse, creando enormi deficit nella bilancia dei pagamenti, fino al collasso. Gli Usa hanno alimentato l’economia mondiale negli ultimi 50 anni, ma ora il meccanismo è saltato. Possono aggiustare il loro debito e mettere a posto la loro economia, ma ciò comporterebbe la contrazione degli scambi mondiali. Una moneta globale sostitutiva è necessaria mentre gli Usa risolvono i loro problemi debitori, e quella moneta deve essere l’SDR emessa dal Fondo. Questa è la soluzione al dilemma di Triffin, dice Rickards, ma lascia gli Usa in una posizione vulnerabile. Se dovessimo affrontare una guerra o un’altra catastrofe globale, non avremmo più il privilegio di stampare moneta. Dovremmo chiedere in prestito la moneta di riserva globale come tutti gli altri, mettendoci alla mercé dei creditori globali.
Per impedire questo sviluppo, la Federal Reserve ha lasciato intendere che è pronta ad alzare i tassi, anche se ciò creerebbe un nuovo problema all’economia reale. Rickards parla di un editoriale del governatore della Fed Kevin Warsh, pubblicato sul Wall Street Journal lo stesso giorno della riunione del G20. Warsh scriveva che la Fed dovrebbe alzare i tassi di interesse se salgono i prezzi degli asset – secondo Rickards, un’allusione all’oro, il tradizionale investimento rifugio di chi fugge dal dollaro. «Le banche centrali odiano l’oro perché limita la loro libertà di stampare moneta», ha aggiunto Rickards. Se l’oro andasse improvvisamente a 1.500 dollari l’oncia, sarebbe il collasso del dollaro. Warsh stava quindi dando al mercato un’indicazione che la Fed non avrebbe lasciato accadere una cosa del genere. La Fed avrebbe alzato i tassi per attrarre investimenti in dollari verso l’America. Secondo Rickards, «Warsh sta dicendo “Dobbiamo buttare il dollaro nella spazzatura, ma lo faremo gradualmente…” Warsh sta cercando di prevenire un declino instabile del dollaro. Quello che vogliono, ovviamente, è un declino stabile e costante».
Cosa dire del tradizionale compito della Fed, ovvero il mantenimento della stabilità dei prezzi? E’ un non-senso, secondo Rickards «Ciò che stanno facendo è inflazionare il dollaro per puntellare le banche». Il dollaro deve essere alzato perché c’è più debito insoluto che denaro per ripagarlo. Il governo ha sopravvenienze passive per 60 trilioni di dollari. «Non c’è una combinazione fattibile di crescita e tasse che possa finanziare quelle passività», secondo Rickards. Il governo può finanziarne circa la metà nei prossimi 14 anni, il che vuol dire che il dollaro deve essere svalutato della metà.
Il dollaro deve essere svalutato della metà?
Ridurre il valore del dollaro significa che i nostri sudati guadagni cominceranno a valere solo la metà, che non è una buona notizia per l’economia reale. In realtà la manovra non è fatta per noi, ma per le banche. Il dollaro deve essere svalutato come compensazione al dilemma del sistema monetario attuale, un dilemma più complicato di quello di Triffin, e che può ben essere chiamato una frode. Non c’è mai sufficiente denaro per pagare il debito insoluto, perché tutto il denaro oggi, con l’eccezione delle monete fisiche, è creato dalle banche nella forma di crediti, e sempre più danaro è dovuto indietro alle banche di quanto esse ne dispongano quando originano nuovi crediti. Le banche creano lo strumento principale ma non gli interessi necessari a ripagare i loro finanziamenti.
La Fed, che è controllata da un consorzio di banche e serve i loro interessi, ha il compito di controllare che le banche siano ripagate; e l’unico modo perché questo avvenga è attraverso un’offerta inflattiva di moneta, per creare i dollari necessari a coprire gli interessi mancanti. Ma questo vuol dire diluire il valore del dollaro, imponendo una tassa-ombra sui cittadini; e l’offerta monetaria è inflazionata attraverso maggiori finanziamenti, il che aumenta il carico di debiti più interessi che l’offerta abbondante di moneta avrebbe dovuto ridurre. Il sistema bancario è essenzialmente uno schema piramidale, che continua a funzionare semplicemente creando nuovo debito.
Il pacchetto di stimolo del Fondo (500 miliardi di dollari): serve ai paesi in via di sviluppo o alle banche?
E questo ci riporta al pacchetto di stimolo del Fmi discusso dal professor Buckley. È stato presentato come un aiuto ai paesi emergenti colpiti dalla crisi finanziaria globale, ma Buckley dubita che le cose stiano veramente così. Piuttosto, nota, i 500 miliardi di dollari impegnati dalle nazioni del G20 sono «un pacchetto di stimolo per le banche dei Paesi ricchi». Generalmente questi stimoli sono sotto forma di investimenti; il denaro proveniente dal Fmi sarà prestato sotto forma di finanziamento.
«Questi sono prestiti fatti dai Paesi del G20 ai Paesi poveri attraverso l’Fmi. Dovranno essere ripagati e saranno utilizzati per rifondere le banche internazionali adesso… Il denaro in realtà non arriverà mai nei Paesi poveri. Passerà attraverso di loro per ripagare i loro creditori… Ma i Paesi poveri ci metteranno 30 anni per rientrare da questo debito».
Fondamentalmente, dice Buckley, i prestiti Fmi comportano un aumento della seniority del debito. In pratica, i Paesi in via di sviluppo finiranno con l’essere ancora più incatenati al debito di quanto lo siano ora.
«Al momento il debito è dovuto dai Paesi poveri alle banche, e se i Paesi poveri dovessero farlo, potrebbero andare in default. Il debito bancario sarebbe sostituito da debito dovuto al Fondo, che per motivi strategici molto validi i Paesi poveri serviranno sempre… I Paesi ricchi hanno reso disponibili questi 500 miliardi di dollari per stimolare le loro stesse banche, e il Fmi è un ottimo intermediario tra quei Paesi, i debitori e le banche…».
Non molto tempo fa, il Fmi era stato chiamato obsoleto. Ora è di nuovo in auge e si è vendicato dei suoi detrattori; ma è il vecchio sporco gioco di servire da collettore per il sistema bancario internazionale. Fin quando i Paesi del Terzo Mondo possono pagare, attraverso gli interessi passivi, il servizio del debito, le banche possono segnare i crediti tra le partite attive dei loro libri contabili, e continuare ad alimentare lo schema piramidale e l’offerta inflazionata di moneta globale attraverso sempre nuovi crediti. È tutto per la maggior gloria delle banche e delle loro affiliate multinazionali; ma i 500 miliardi di dollari verranno dai contribuenti delle nazioni G20, e il risultato prevedibile sarà che gli Usa entreranno nel club delle nazioni indebitate al servizio dell’impero globale dei banchieri centrali.
Ellen Brown ha sviluppato le sua capacità di analista facendo pratica civile in uno studio legale di Los Angeles. Nel suo ultimo libro ‘Web of Debt’ (Rete di Debiti) le ha applicate all’analisi della Federal Reserve e del “trust monetario”, dove mostra come questo cartello privato ha usurpato dal popolo il potere di creare moneta, e come noi possiamo riprendercelo. I suoi ultimi libri sono dedicati al cartello farmaceutico che deriva il proprio potere dal trust monetario. Tra i suoi undici libri, ‘Forbidden Medicine’ (Medicina proibita), ‘Nature’s Pharmacy’ (‘La Farmacia Naturale’, scritto con Lynne Walker), e ‘The Key to Ultimate Health’ (La chiave per la salute definitiva). I suoi siti sono www.webofdebt.com e www.ellenbrown.com

Titolo originale: "The IMF to Play Role of Global Central Bank?"
Fonte: http://www.webofdebt.com/
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05.10.2009
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di MARCO ANDREA CIACCIA