Certo lo “Psiconano” è un flagello. E “Bersanator” è il suo sciagurato fratello gemello. Ma il vero tarlo della democrazia italiota – secondo il Beppe Grillo pensiero – è un altro. E il comico genovese, novello guru del popolo degli elettori delusi, non manca mai di ripeterlo. E infatti lo ha ripetuto anche ieri, dalle pagine del suo blog: “Il Parlamento è incostituzionale”, anzichenò, e “va sciolto e ripristinata la possibilità di votare con la preferenza”. Perchè la legge elettorale mette la scelta di deputati e senatori nelle mani dei soliti noti, cioè le segreterie dei partiti. Perchè non si può più andare avanti così. E perchè “italiani!” qui; e perchè “Italiani!” lì.
E bla e bla e bla.
Questo a riga 7. Belle e sante parole. Peccato solo che – 20 righe (circa) dopo – sempre la mano del profeta della “democrazia dal basso” si sia premurata di spiegare che alle prossime elezioni regionali ci sarà anche il suo di partito, quello delle liste “Beppe Grillo” a 5 stelle. E che lui, ieri – magari durante il pranzo della domenica, tra un piatto di trenette al pesto e una teglia di melanzane alla parmigiana – abbia anche deciso chi si dovrà candidare a presidente di Regione: “Mi prendo la responsabilità di presentare i due candidati per Campania e Emilia-Romagna: Roberto Fico e Giovanni Favia (già eletto consigliere comunale a Bologna, NdA). Ho ascoltato molte voci nelle due Regioni e mi sembrano i candidati ideali”.
Candidati deali, vabbè. Ma la tanto decantata (da Grillo) “democrazia dal basso”? E le scelte votate ad una ad una su internet dai militanti del “MoVimento”? E la trasparenza delle decisioni? E la partecipazione? Niente paura. Quelle arriveranno con più calma. Per la precisione: “In futuro, dopo le Regionali”, ha assicurato il Beppe nazionale. Ma per questo giro niente. Sarà per la prossima volta. Un po’ come per i gratta e vinci. Anche gli uomini al seguito del lider maximo di Genova dovranno ritentare. Magari saranno più fortunati.
Nell’attesa del sol dell’avvenire che verrà, però, qualcuno non ha gradito l’ordine di scuderia imposto dall’alto. E non ne ha fatto mistero. La notizia delle candidature è deflagrata come una bomba sulle pagine web del meet up dei grilli di Bologna. Scatenando un’ondata di polemiche. Alcuni hanno difeso Grillo. Altri lo hanno criticato. E con un diluvio di parole non certo leggere. Alessandro Cuppone:
I meetup decidono con la testa loro se partecipare alle regionali e non li aiuta un’imposizione di Beppe sul candidato.
Matteo:
c’era una bellissima proposta di come fare le primarie che ho potuto leggere se i candidati fossero stati piu’ di 2…. ma niente.. Un movimento che doveva venire “dal basso” e avere regole democratiche non ha scelto il candidato perchè da come sembrerebbe a una prima vista è stato imposto da quello che ci mette il nome..
Valerio:
si cominciava, almeno per me, un percorso con persone simpatiche, diverse da quelle che vedi in giro, (…) Dopo 24 mesi non esistono più progetti da meet up e colui che ha dato vita al movimento compone post imponendo in maniera autoritaria le proprie scelte….
Fabio Castellucci:
Grillo fa il contrario di quel che dice di fare. Cala dall’alto LUI senza lasciare che siano le votazioni ONLINE esplicite a indicare candidati e programmi. Due bravissime persone. Ma non va bene!!! Nemmeno se si chiamassero Gesù Cristo e Mohandas Gandhi! Si doveva trovare il tempo di vortarli in una competizione aperta e chiara. Per ora, per quanto degni e galantuomini, restano e sono i “designati dal Principe”. E il principe è Grillo. (…) è un autogol IMPERDONABILE! E purtroppo consegna nelle mani dei nemici di Grillo (in buona o in cattiva fede) ottimi argomenti per sostenere che si sta recitando una commedia, nella quale Grillo è lo specchietto per le allodole per richiamare voti di gente abbagliata dal guru, ma per nulla disposta a guardare con sana critica attenta le cose che Grillo fa… L’ennesimo caso di idolatria. Non diversa da quella Vaticana o del PDL o del PD…
E per finire, direttamente dai commenti del blog, la voce di Lorenzo Paluan (consigliere comunale, eletto a Carpi, proprio nelle file delle Liste “Beppe Grillo” a 5 stelle):
Ciao Beppe sono uno dei consiglieri eletti anche grazie ai voti della lista civica che porta il tuo nome. Sarò breve per essere chiaro: il mio voto alle regionali è vostro se riuscite una volta tanto a fare quello che dite. Se si candida qualsiasi soggetto non scelto democraticamente dai meetup o dalle persone che in queste settimane si sono sbattutti come matti (almeno a Modena e provincia) per darsi delle sane regole di partecipazione: VAFFANCULO. Chiaro?
Ohibò. Grillo come Piddì e Pidielle, le liste a cinque stelle un partito “personale” e con un principe-principale come la fu Forza Italia? Beh, non proprio. Perchè proprio il lider maximo ha spiegato che questa decisione in stile “ghe pensi mi” è dettata da ottime ragioni di indiscutibile urgenza: “Il Movimento è in fase di formazione e i tempi elettorali stringono”. E perchè il famoso Pidielle – nonostante l’indiscutibile urgenza – sta ancora discutendo chi candidare in molte regioni chiave, come Piemonte, Lombardia, Lazio e Campania. Il partito di Berlusconi, insomma, sta evidentemente accumulando ritardo. Si vede che lo psiconano sta perdendo colpi. Mica come Beppe Grillo.