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“A tutti voi buonasera. Benvenuti all’edizione del Tg2 delle 20 e 30. Apriamo il nostro giornale con la politica. La maggioranza è al lavoro sulla giustizia. Il disegno di legge sul processo breve sarà presentato domani. Mentre è già pronto quello per reintrodurre l’immunità parlamentare“. Grandi sorrisi. E via col servizio. Si apriva così, giusto ieri sera, il tiggì della seconda rete pubblica, insomma di quella RaiDue, pagata – come ama ricordare il nostro premier, al secolo Berlusconi Silvio – dai soldi di tutti gli italiani. Una edizione destinata, nel suo piccolo, a fare Storia.

Domanda: per l’annuncio delle nuove norme “ad Cavalierem” e il ripristino della un tempo odiata – soprattutto da Alleanza nazionale e dalla Lega – immunità parlamentare? Risposta: ovviamente, no. Perchè parliamoci chiaro: il Cavaliere è da quindici-anni-quindici che fa di tutto di più per non farsi processare. E la coerenza non è certo una virtù degli italici partiti, An e Carroccio compresi. Ergo: niente di nuovo sotto al sole. No, la notizia era, al solito, tra le righe. Ed era il ritorno in video di un mezzobusto d’eccezione. A condurre il tiggì, infatti, era Luca Salerno. Che arrivava – combattivo e pugnace, quant’altri mai – direttamente dal ministero della Difesa.

Dirà qualcuno di voi: e che era andato a fare al ministero, forse a seguire una conferenza stampa? Non esattamente. Il mezzobusto era – fino a pochissimo tempo fa – il portavoce  del ministro della Difesa, Ignazio La Russa.

Al ministero aveva passato mesi a vergare note pregnanti, sulle commemorazioni del 4 novembre e dintorni. Un impegno – quello di Luca Salerno alla Difesa – che ha lasciato, per così dire, il segno: il suo nome compare ancora tanto negli organigrammi del ministero (chiaramente alla voce “portavoce”), che sulla “Agenda del cronista 2009″ (sempre alla voce “portavoce”). Ma qualcosa – evidentemente – deve essere cambiato. E Salerno – che, come ricorda il sito Dagospia, prima di accettare l’incarico offertogli da La Russa era in forza come giornalista propria al Tg2 – deve aver deciso di tornare all’ovile. Cioè da mamma Rai. Mamma Rai che – chiaramente – ben si è guardato dallo spiegare questo curioso avanti e indietro ai suoi telespettatori.

E dire che si trattava di una andata e ritorno, per certi versi, storica. Perchè certo: altri mezzibusti della televisione pubblica – come David Sassoli (Tg1), eletto europarlamentare nelle file del Piddì; o Francesco Pionati (Tg1), eletto parlamentare per l’Uddiccì – si sono, nel corso degli ultimi anni, buttati gioiosamente in politica; abbandonando con nonchalance il ruolo (teoricamente) di giornalista/arbitro, per diventare giocatori. Ma – per lo meno a memoria di chi scrive – nessuno dopo essere di fatto passato dall’altra parte della barricata, era mai tornato con tanta disinvoltura sui suoi passi e così fulmineamente in video. Insomma: siamo a un’evoluzione della specie. Dalla cosiddetta lottizzazione, pare che siamo arrivati direttamente all’osmosi tra Rai e partiti e Palazzi. Con l’ingresso di viale Mazzini, cioè della Rai, a fare da porta girevole: entri giornalista, esci politico (o in questo caso portavoce del politico di turno), rientri giornalista.

Cosa – va detto – che comunque e fortunatamente non danneggia minimamente la credibilità dei telegiornali. Quella era persa già da un pezzo.

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