di

Felice Capretta

E’ ora disponibile la seconda parte del GEAB Report n. 39.
Se avete perso la prima parte con il report gratuito, potete leggerla qui: GEAB 39 parte I
GEAB 39 – Crisi sistemica globale – II parte
La fine del consumatore come lo abbiamo conosciuto negli ultimi 30 anni

Il consumatore americano, incarnazione del Sogno Americano dai tempi di Ford, è deceduto.

Ma anche il consumatore occidentale (fuori dagli USA) come lo conosciamo negli ultimi 30 anni si sta consumando.
Oltre a questo, LEAP / E2020 ritiene che sarebbe sbagliato pensare che gli asiatici e i latinoamericani rimpiazzeranno queste “macchine da consumo”.

La nuova povertà del consumatore americano

Riguardo gli USA, per più di 2 anni, il nostro team ha anticipato i cambiamenti in corso considerati come il problema della insolvenza generalizzata del consumatore americano. Già alla fine del 2006, avevamo detto che il potere d’acquisto delle famiglie americane sarebbe stato dimezzato dal processo della crisi sistemica globale.

Secondo i trend economici in corso negli USA, e visto il disperato e vano tentativo di far ripartire il consumo delle famiglie, questo è esattamente quanto sta accadendo al di là dell’atlantico: il consumatore americano è defunto perchè non ha più soldi e non avrà più quelli che ha avuto negli ultimi decenni.
Punto, fine.

Nel frattempo, l’irresistibile ascesa della disoccupazione (presto al 20% della popolazione attiva, senza riduzioni significative nei prossimi 10 anni) fornisce le condizioni per un impoverimento generalizzato della maggior parte delle famiglie americane.

Nuova multipolarità del consumatore occidentale

In Giappone, molte nazioni di Eurolandia e Canda, il prossimo decennio potrebbe essere marcato da un relativo impoverimento se comparate all’Asia in particolare (ma anche paragonate all’america latina), comunque non ci sarà un totale crollo del potere d’acquisto della famiglia media.

In queste nazioni, due eventi alternativi giocheranno un ruolo principale: la generazione dei baby boomers sarà rimpiazzata dalle prossime generazioni, e le generazioni non occidentali inizieranno ad influenzare il processo di consumo e le interazioni economiche:

  • le generazioni europee, giapponesi, canadesi , … nate dopo gli anni 60 e 70 inieranno ora a battere il ritmo, sapendo che sono molto più eterogenei della relativamente monolitica generazione dei baby boomer. Di conseguenza, i consumatorI, anziche’ IL consumatore, incarneranno queste generazioni. Naturalmente questi trend sono già in corso e la crisi è un catalizzatore, un acceleratore.
  • le generazioni non occidentali, tipicamente asiatiche e latinoamericane, sono ora all’origine dei nuovi trend di consumo e delle nuove interazioni tra consumo, risparmio e investimento, molto diverse da quando praticamente un solo tipo di comportamente, quello americano, determinava tutti gli altri.

Il consumatore tornerà ad essere un pagatore di tasse

La crisi avrà un altro effetto, particolarmente destabilizzante, sul consumatore occidentale.

Al di là dell’impoverimento reale, più o meno rilevante a seconda della nazioni, diventerà (di nuovo) un pagatore di tasse, sapendo che la situazione si ridurrà nella stessa proporzione la sua natura di “consumatore”.
Secondo il nostro team, entro la fine del 2010 la maggior parte delle nazioni occidentali dovranno aumentare le tasse in modo significativo per evitare il falimento delle finanze pubbliche.

Tutti i discorsi attuali ed i progetti di stabilizzare o abbassare le tasse dureranno tanto quanto possono durare le promesse che non si possono mantenere, suggerite dalla codardaggine politica e/o cieca ideologia: molto poco.

Nonostante questo, gli stati torneranno a mettere le mani nelle tasche dei cittadini.

In un contesto di recessione o stagnazione economica, le conseguenze saranno immediate e brutali: il consumo delle famiglie si ridurrà nella stessa proporzione.

Uscire dalla crisi: in collisione con la realtà, stato reale delle cose alla fine del 2009
Gli USA, UK, o anche il Giappone, che tentano di evitare il default, o la Francia e la Germania lasciate senza altra scelta che alzare le tasse entro la fine del 2010, in ogni caso, nel 2010, quando l’inflazione colpirà i beni di prima necessità e gli asset speculativi, le politiche anti crisi e la realtà della crisi sistemica globale entreranno in collisione.

Negli USA la situazione econmica e sociale contrinua a deteriorarsi

La disoccupazione ha raggiunto il 10% […] ma è in realtà sopra al 17%.
Nel frattempo, i salari hanno visto il peggior declino negli ultimi 18 anni.

Il mercato immobiliare puo’ sopravvivere solo grazie all’enorme supporto pubblico (85% dei nuovi prestiti sono assicurati dallo stato, il governo federale offre 8000 USD per ogni nuovo acquirente, la Fed contribuisce con ogni mezzo, incluso il tasso zero).

In ogni caso, le foreclosure continuano a crescere al ritmo di più di 300.000 ogni mese per l’ottavo mese a fila, mentre le banche accumulano grandi quantità di proprietà che non osano mettere sul mercato per paura di far crollare il mercato immobiliare.

I default aziendali stanno crescendo, colpendo soprattutto la piccola e media impresa, e molte banche regionali falliscono ogni settimana . Anche le famiglie sono colpite da questo trend.

I servizi pubblici si stanno contraendo, gli stati e le amminiztrazioni municipali devono lasciare a casa persone o semplicemente fermare servizi sociali e di amministrazione.

La caduta senza fine del dollaro, che secondo il nostro team non si fermerà molto presto, hoh è riuscita a ottenere una equivalente riduzione del deficit commerciale; inoltre, ora contribuisce alla spinta inflattiva (prezzi dell’energia in particolare).

La rivalutazione dello Yuan sarà impossibile da portare avanti al ritmo blando inizialmente pianificato da Pechino, ora costrettta a rivalutare nel 2010/2011, il che contribuisce ad alimentare l’inflazione negli USA.
Inoltre, l’effetto combinato della caduta della moneta americana e della contrazione economica nel 2009 provoca meccanicamente una forte riduzione del peso economico degli USA nel mondo.

Calcolato in Euro o in Yen, il PIL americano è già sceso dal 15% al 20% rispetto al 2008. In un mondo dove la supremazia del dollaro è ora pubblicamente sfidata, questo tipo di calcoli iniziano a diventare molto rilevanti.

Per concludere, in un momento in cui gli esperti dichiarano che il picco dei piani di stimolo all’economia dovrebbe rivelare il massimo impatto, il nostro team stima che in realtà ha solo marginalmente fermato il crollo dell’economia americana.

Negli USA, l’anno 2010 sarà sotto il segno dell’inflazione crescente dei beni di prima necessità (cibo ed energia in particolare) ed il bruciante dilemma di aumentare le tasse o fare praticamente deafult.

Eurolandia, aumento delle tasse nel 2010
In Europa, ci focalizziamo su Eurolandia. In realtà abbiamo già estensivamente descritto la situazione inglese nelle edizioni precedente e, a questo punto, puo’ essere riassunta con il fatto che è una situazione ancora peggiore degli USA e che Londra sarà la destinazione ideale per lo shopping di Natale grazie ad una Sterlina al collasso.
Nell’Eurozona, la situazione è ancora diversa tra nazioni come Irlanda e Spagna da una parte, e Germania e Francia (naturalmente….! il think tank europe2020 dimostra come sempre la sua natura mitteleuropea, NDFC) dall’altra.
Comunque, LEAP/E2020 stima che l’Eurozona sperimenterà una forte “febbre da tasse” durante la seconda metà del 2010. Spagna e Irlanda hanno già iniziato.
Francia e Germania stanno posponendo il momento più possibile, ma il rapido deterioramento della loro situazione fiscale non lascia loro alcuna scelta.
Si conclude qui la seconda parte del GEAB 39.
Se avete perso la prima parte potete andare qui.
In caso di ripubblicazione si prega di linkare l’articolo originale e la fonte: informazione scorretta

http://informazionescorretta.blogspot.com/2009/12/geab-39-parte-ii.html