di
Marco Cedolin
Se è vero che al peggio non c’è mai fine, basta volgere gli occhi alla cronaca di questa ultima settimana, per cogliere in pieno lo stato di progressiva degenerazione che sta coinvolgendo un po’ tutto il tessuto della società, a prescindere dal fatto che alcune sue parti non perdano occasione per autoproclamarsi la parte “civile” della stessa.
Barack Obama, il presidente americano osannato come il nuovo messia da parte di tutta la stampa nazionale ed internazionale al momento della sua elezione, è andato ad Oslo a ritirare il Nobel per la Pace, nonostante per “guadagnarselo” abbia provveduto ad inviare in Afghanistan oltre 30.000 nuovi soldati con il compito precipuo di fare la guerra. Conscio dell’evidente cortocircuito logico esistente alla base della sua premiazione, non ha trovato di meglio che avventurarsi in una improbabile dissertazione sulle guerre “utili”, necessarie proprio per costruire la pace, dimostrando di avere una visione molto originale di cosa siano in realtà la guerra e la pace. Ma in tutta evidenza anche ad Oslo sono degli originali, se hanno deciso di premiare il responsabile delle future carneficine, senza neppure premurarsi di addurre qualche ragione plausibile che sostentasse la loro decisione.
A Copenaghen si è aperto il vertice sul clima, …
… una kermesse penosa durante la quale i vertici politici degli stati che governano il mondo, contornati dai dirigenti delle lobby che li sostengono e dirigono, fingeranno di preoccuparsi per la grave situazione in cui versa la biosfera, martoriata in maniera sempre più massiccia dall’aggressione della tecnosfera. Un teatrino dell’assurdo, all’interno del quale uomini politici incravattati disquisiranno amabilmente fra una tartina al salmone e un bignè alla panna, riguardo al modo migliore di capitalizzare in termini di profitto di banche e multinazionali, l’allarme lanciato ed il business verde che ne conseguirà. Il tutto ostentando serafica calma e facendo riferimento ad un asse temporale che arriva al 2050, quando la maggior parte di loro avranno smesso da tempo di calcare il suolo di questo disgraziato pianeta.
Curioso come a Copenaghen l’unica preoccupazione continui a rimanere la quantità delle emissioni di CO2, quasi tutti gli altri agenti inquinanti e cancerogeni prodotti dall’attività dell’uomo non esistessero neppure.
E ancora più curiosa la pretesa del gotha delle “menti pensanti” mondiali di ottenere una fantomatica quadratura del cerchio, continuando a sponsorizzare il paradigma della crescita infinita all’interno di un mondo finito, semplicemente fingendo d’ignorare la reale consistenza del muro contro il quale l’umanità sta per sbattere la testa. Un muro che viene sistematicamente “raccontato” nelle maniere più fantasiose con l’ausilio di un folto manipolo di scienziati compiacenti costretti a stare al gioco perché tengono famiglia.
In Italia la nuova inaugurazione (la seconda in una settimana) del TAV Frecciarossa, allegata alla menzogna secondo cui la linea sarebbe completata, è stata l’occasione per un aumento generalizzato del prezzo dei biglietti, unitamente ad un altrettanto generalizzato taglio di convogli, finalizzato a “costringere” i passeggeri ad usufruire obbligatoriamente dell’alta velocità che altrimenti, anche a causa dei costi, resterebbe cosa per pochi intimi.
Ancora in Italia, mentre il Papa, i Cardinali ed i Vescovi fanno a gara con Napolitano nel dispensare sermoni costruiti sul nulla ed intrisi di retorica, continua a tenere banco la tenzone infinita fra detrattori e sostenitori di Silvio Berlusconi. Convinti, i primi, che qualunque problema del paese sia una conseguenza della presenza del Cavaliere alla guida del governo. Convinti, i secondi, che davvero il governo si stia prodigando per costruire un’Italia migliore.
Il problema maggiore (oltre alla noia connaturata nell’annosa diatriba) è costituito tanto dalla reale natura di un’opposizione così indecifrabile ed articolata da arrivare a spaziare da Montezemolo e De Benedetti fino alla CGIL e ai centri sociali dell’estrema sinistra, passando attraverso il giustizialismo di Di Pietro, le Coop del PD e le smanie di rinascita democristiane di Casini e Rutelli. Quanto dagli argomenti utilizzati da parte di codesta opposizione per tentare di mettere alle corde il governo. Non critiche e proposte alternative concernenti le questioni focali oggi presenti nel paese, lavoro, economia, ambiente, grandi opere, dal momento che se si escludono il Ponte sullo Stretto e il nucleare la maggior parte degli attori mantengono posizioni in tutto e per tutto identiche a quelle portate avanti dal governo stesso. Bensì attacchi mirati e continuativi rivolti alla “persona” Berlusconi, attraverso cabarettistiche questioni di escort e veline, macchiettistiche rappresentazioni teatrali d’improbabili pentiti alla Spatuzza, discutibili tentativi di creare rivoluzioni colorate, minacce di scontri di piazza lanciate in maniera improvvida da chi, ex giudice e rappresentante della società civile, dovrebbe essere il più avvezzo ad evitare esternazioni fuori luogo.
Come ciliegina sulla torta ieri è arrivata anche l’aggressione a Berlusconi (voluta, cercata, trovata?), con annesso ricovero in ospedale, a rassicurarci sul fatto che anche la prossima settimana inizierà così com’è finita questa. O con Silvio o Contro di lui, tanto ai problemi dell’Italia ormai pensa la UE, dopo che tutti i partiti all’unanimità l’hanno delegata a farlo, tramite la ratifica del Trattato di Lisbona.
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