di
Felice Capretta
Nuove proteste in Grecia, agricoltori e trattori
Nel nostro paese la notizia è passata sotto silenzio.
Nella giornata di lunedì, gli agricoltori greci sono scesi in piazza per manifestare dopo quasi un anno dalle ultime grandi manifestazioni.
Anche questa volta, la tecnica prescelta è quella molto immediata ed efficace del blocco stradale.
I trattori hanno invaso strade ed autostrade ed hanno bloccato 20 principali collegamenti, oltre naturalmente ad aver bloccato l’autostrada principale Atene-Salonicco, già parzialmente inagibile causa smottamenti nelle ultime settimane.
Fermo anche il valico di Promachonas al confine con la Bulgaria.
Sofia minaccia di chiedere una compensazione per ogni giorno di blocco delle sue merci che restano ferme anzichè transitare verso Italia e Spagna, se il blocco non sarà tolto entro mercoledì.
Le proteste si sono estese all’intera nazione dopo essere iniziate il 15 gennaio, con il “solo” blocco di alcune arterie principali e sembrano essere tuttora in corso.
Le ragioni della protesta: prezzi all’ingrosso e prezzi al dettaglio
“Soldi”
Avremmo potuto spendere mille parole e fior di post per le ragioni della protesta, ma preferiamo usare una sola parola, cruda ed immediata. Effettivamente gi agricoltori chiedono al governo aiuto finanziario a causa del crollo dei prezzi di prodotti come il grano, cotone e latte. E scommettiamo che il prezzo finale al consumatore non è diminuito.
Improvvisamente una forte sensazione di deja vu caprino in salsa tricolore ci assale:
[In Italia] i prezzi dei prodotti agricoli alla produzione sono in piena deflazione, con un calo del 5,2%. Le quotazione alla produzione sono calate dell’11% per i cereali, del 15% per la frutta, del 16% per il vino, dell’8% per la carne suina e del 5% per i lattiero caseari. Una situazione che mette seriamente a rischio il futuro delle aziende agricole e con esso quello delle coltivazioni e degli allevamenti Made in Italy, con una riduzione stimata del Valore aggiunto agricolo pari al 5,2%, per una perdita complessiva di 1,5 miliardi nel 2009
Fonte: Ufficio Economico Coldiretti Cremona e Associazione regionale produttori cereali e semi oleosi della Lombardia.
E anche
Dalle elaborazioni della Coldiretti, prendendo a riferimento i dati dell’Istituto Nazionale di Statistica, e quelli dell’Ismea, è emerso come lo scorso anno siano cresciuti oltre la media anche i prezzi al dettaglio del vino (+2,8%) e della frutta (+2,2%) a fronte di un calo dei prezzi all’origine, rispettivamente, del 19,5% e del 13,4% (link)
La risposta del governo
“Cavoli vostri”
Avremmo potuto usare ricche metafore in tema suino, o scomodare l’uragano Sylvio che ha minacciato il raccolto di ghiande nel truogolo personale del capo di Goldman Sachs, ma due parole sono più che sufficienti.
Il Ministro delle finanze Philippos Sachinidis è stato anche più dettagliato: "non c’e’ spazio per altri sussidi" ed ha ricordato che il Governo e’ gia’ intervenuto in aiuto degli agricoltori il mese scorso.
Oh, rinviare il problema spacciandolo per risolto, oh, arte di eccellenza molto italiana che fa scuola in tutto il mondo..!
Arrivano gli sciacalli
“Uuuuhuuuuhuuuuu…”
Avremmo potuto usare molte più parole ed evocare complessi sommovimenti del tasso di sconto della banca centrale o invocare l’influenza delle fasi lunari sulla quotazione del future sul bushel del grano alla borsa di Chicago, ma l’ululato degli sciacalli economici rende l’idea egregiamente.
Risulta infatti che le principali agenzie di rating, quelle per intenderci che dichiaravano “sicuri” e “AAA” gli asset tossici che hanno quasi fatto saltare per aria l’intero mondo economico un anno fa, le stesse che hanno declassato il rating di Lehman Brothers quando era troppo tardi, hanno iniziato a tagliare il rating della Grecia.
A Dicembre Moody’s aveva tagliato il rating del debito sovrano da A1 ad A2, S&P e Fitch hanno già tagliato il rating alla classe BBB, e S&P in particolare ha anticipato che, in caso di uscita della Grecia dall’Euro, potrebbe tagliare il rating fino a “junk”, vale a dire doll…ehm, carta igienica o poco più.
Anche questa volta, per ragioni strettamente anagrafiche, ci sentiamo vicini agli agricoltori.. ahem.
Japan Airlines in bancarotta controllata
Per concludere, ma la notizia è apparsa anche su mainstream, Japan Airlines è in bancarotta controllata.
Con 15.600 dipendenti sul lastrico, i debiti della Jal assommano a circa 16 miliardi di dollari, pari a 11,1 miliardi di euro. La compagnia di bandiera giapponese ha inoltre chiesto ai creditori di rinunciare a circa 730 miliardi di yen sui debiti accumulati al 30 settembre scorso.