di Emanuele Preda
 
Quando ho sentito la prima volta questa storia, ho pensato che fosse degna dei migliori racconti sugli avvistamenti UFO.

Domandando informazioni ad alcuni amici medici, mi sono dovuto ricredere. Se è falsa, è incredibilmente verosimile e ben documentata. In ogni caso credo vada letta, almeno per aumentare il proprio spirito critico.

La tesi ufficiale, che tutti conoscono, è che la malattia AIDS sia la conseguenza dell’infezione, trasmessa per via sessuale o di contatto sanguigno, con il retrovirus HIV.

Dai primi anni 90 un centinaio di medici e scienziati, con un piccolo seguito di attivisti "dissidenti" sostiene la falsità di questa tesi, sostenendo invece che l’AIDS consista nel crollo del sistema immunitario dovuto ai cosiddetti "fattori di rischio", o all’assunzione di farmaci che hanno indebolito il sistema immunitario, come alcuni tipi di farmaci anti-AIDS, senza nessuna correlazione con il retrovirus HIV.

Dopo 25 anni la realtà sembra dare ragione a questi "dissidenti" e non alle tesi ufficiali.

Partiamo dall’inizio.

 

Vi ricordate gli spot televisivi con le persone contagiate rappresentate con l’alone blu che si diffondeva dall’uno all’altro? Ci dicevano molto chiaramente che chi non usava il preservativo aveva una probabilità altissima di ammalarsi.

Il tutto era condito con grafici che mostravano le previsioni catastrofiche dell’espandersi del contagio. La chiamavano la Peste del 2000. Ci dicevano che se non fossero cambiati radicalmente i costumi sessuali sarebbe stata una catastrofe.

Tutte le previsioni sull’espandersi del contagio sono state negate dai fatti. Se quelle previsioni fossero state esatte oggi dovremmo avere nel mondo parecchie centinaia di milioni di malati. Invece ce ne sono meno di 40 milioni.

Sono davvero cambiati i costumi sessuali? Nessuna statistica ne dà evidenza, né alcuna esperienza diretta.
Quante persone conoscete che fanno / hanno fatto regolarmente sesso con partner diversi senza preservativo e non sono sieropositivi?

Guardando i dati ufficiali sull’epidemia si scopre qualcosa di pazzesco: la maggioranza di questi 40 milioni di contagiati sono in Africa e NON hanno mai fatto il test per l’Hiv. La loro sieropositività e il loro essere ammalati di Aids è ricavata in modo induttivo, NON è dimostrata da test eseguiti. In una missione francese, il numero dei sieropositivi africani si dimostrò irrisorio (vedi i documenti ufficiali pubblicati su "AIDS la grande truffa", Luigi De Marchi e Fabio Franchi, 1996, Edizioni SEAM,).

Di fronte ai primi casi di Aids, il governo Usa finanziò una ricerca sul morbo e incaricò, fra gli altri, il prof. Duesberg che era un’autorità indiscussa nel settore dei retrovirus. Duesberg dopo lunghe ricerche confutò la tesi (che invece divenne ufficiale) della diffusione dell’Aids mediante HIV, sostenendo che le cause del collasso del sistema immunitario erano dovute a:

  • denutrizione e condizioni igieniche carenti (inesistenti in Africa),
  • costumi sessuali fuori dal normale (decine di partner diversi alla settimana)
  • consumo di droghe pesanti
  • frequente trasfusione sanguigna

In tutti questi casi, il sistema immunitario collasserebbe "solo" in quanto sottoposto a superlavoro. Non sarebbero i virus o retrovirus a causare l’AIDS seconto Duesberg.

Duesberg, come tutti i ricercatori che sposarono la sua tesi, fu estromesso da qualunque programma di ricerca e le sue tesi furono censurate dalla comunità scientifica, nonostante fossero più di 400 gli scienziati firmatari di un documento che contestava la teoria dell’Hiv-retrovirus-contagio per via sessuale o attraverso il sangue.

Freddy Mercury, icona mondiale della morte per AIDS, apparteneva notoriamente a pieno titolo alle categorie ad altissimo rischio: il suo sistema immunitario era comunque devastato a causa delle sue abitudini, a prescindere da un eventuale virus o retrovirus.

Agli inizi degli anni ‘90, il giornalista di Panorama Luca Rossi andò in Usa per visitare il centro di statistica governativo e scoprì tre cose molto interessanti.

  • Era il primo giornalista a rivolgersi alla fonte per avere i dati invece di affidarsi ai comunicati stampa delle case farmaceutiche (i responsabili del centro statistiche lo accolsero con stupore e imbarazzo, impreparati a ricevere la visita di un giornalista).
  • I dati ottenuti erano completamente diversi dai dati pubblicati fino a quel momento sui media e sui comunicati stampa delle case farmaceutiche.
  • I malati non appartenenti a gruppi con comportamenti a rischio erano meno di 1000 (mille) a distanza di quasi 15 anni dall’inizio dell’epidemia. Un numero talmente piccolo che negava con evidenza la teoria sulla trasmissione sessuale dell’Aids in persone che avevano una vita sessuale normalmente promiscua.

Panorama non pubblicò questa inchiesta di Luca Rossi e Luca non trovò più lavoro come giornalista, nonostante fosse l’autore di un best seller su Falcone e Borsellino, più di 200 mila copie vendute. Luca Rossi ha dovuto cambiare mestiere, oggi fa (con grande successo) lo sceneggiatore, ma è riuscito a pubblicare con Feltrinelli la sua inchiesta in un libro: "Sex virus".

E’ normale provare un senso di rigetto davanti all’ipotesi che tutte le nozioni inculcateci da anni siano false. Se così fosse, che senso avrebbe che:

  • il test HIV sia regolarmente eseguito (gratuitamente) per i cittadini di quasi tutti gli stati occidentali?
  • siano stati investiti dai sistemi sanitari occidentali miliardi di euro in campagne di sensibilizzazione sull’AIDS, in modo da inculcare efficacemente la nozione che l’AIDS è recato dal virus HIV che, una volta contratto, resta latente per un numero di anni non predeterminabile, ma che prima o poi sfocerà certamente nella malattia?
  • siano commercializzati da tutte le case farmaceutiche costosissimi farmaci antiretrovirali che la comunità scientifica concordemente prescrive ai sieropositivi per ritardare il conclamarsi dell’AIDS?

Ci sono però alcuni fatti su cui vale la pena di riflettere:

  • Da quando è stato annunciato il virus HIV nel 1984, non è mai stato pubblicato alcuno studio che abbia isolato il virus HIV in un campione di tessuto umano risultato positivo a un test HIV! In altre parole, non c’è ancora alcuna prova scientificamente valida circa la validità di nessuno dei test HIV utilizzati . Questi test misurano solo la presenza di alcuni anticorpi che dovrebbero indicare la presenza del virus, ma nessuna equipe medica è mai riuscita a presentare alla comunità scientifica la correlazione fra i risultati del test e l’effettiva presenza del virus nel sangue o nei tessuti relativi. L’associazione http://www.aliveandwell.org/offre un premio di 50.000 dollari a chi è in grado di fornire anche solo una prova o citare un articolo scientifico che dimostri la validità del test HIV isolando il virus nel tessuto di un "sieropositivo".
  • tutti i test HIV vengono effettuati utilizzando metodologie, attrezzature e prodotti delle aziende farmaceutiche. La "scusante" del fatto che non viene isolato il virus nei tessuti è che il virus HIV sarebbe mutevole, è praticamente invisibile agli occhi degli scienziati. Ma non a quelli del sistema immunitario, che sviluppa gli anticorpi in sole 2 settimane (sono proprio gli anticorpi ad essere identificati dai test HIV).
  • Il momento di massima pericolosità per qualsiasi virus è quello del primo attacco, quando nell’organismo non sono presenti gli anticorpi per combatterlo. Il meccanismo dei vaccini, che funzionano per tutti i virus conosciuti, è proprio quello di creare anticorpi in anticipo, in modo che in caso di infezione il sistema immunitario sia già pronto a rispondere l’attacco del virus. Una volta creati gli anticorpi, non si può più riprendere la stessa malattia o le ricadute sono debellate velocemente, perchè anche se il virus resta latente e non viene debellato, il sistema immunitario resta sempre pronto ad attaccarlo. Questo sistema ha garantito la sopravvivenza dei mammiferi nel loro cammino evolutivo di milioni di anni, ma stranamente non funzionerebbe solo col virus HIV: nonostante il sistema immunitario produca certi anticorpi (rilevati dal test HIV), questo virus sarebbe capace di sferrare un attacco così massiccio e immediato, dopo molto tempo dall’infezione, tale da ignorare gli anticorpi e distruggere il resto del sistema immunitario.
  • Non è mai stata dimostrata la pericolosità di alcun retrovirus, cioè virus che contiene RNA anzichè DNA. Dopo molte ricerche effettuate negli anni 70/80, questo filone di ricerca è stato pressochè abbandonato perchè non ha portato ad alcun esito significativo. L’HIV è un retrovirus ed appartiene a questa categoria.
  • i farmaci antiretrovirali, che ufficialment servono a ritardare il momento in cui ci si ammala di AIDS, sono estremamente tossici, debilitano l’organismo e in particolare il sistema immunitario. Se presi in dosi massicce distruggono il sistema immunitario e causano la morte… di AIDS.
  • Nelle comunità dove la controinformazione è riuscita a prendere piede, come in buona parte della California, o la comunità che ruota attoro al sito http://www.aliveandwell.org/(vivi e vegeti), i farmaci antiretrovirali non vengono utilizzati e la quasi totalità dei sieropositivi conduce una vita perfettamente normale da più di 20 anni, senza aver mai avuto problemi al sistema immunitario.
  • Nei casi nei quali si è analizzato il comportamento dei malati di Aids si è scoperto che appartenevano quasi interamente a categorie con comportamenti in grado di far collassare il sistema immunitario, senza bisogno di altre cause: tossicomani e iper promiscui, politrasfusi e persone che vivevano nella miseria e nella sporcizia. Circa il 50% non sono risultati sieropositivi.
  • I "farmaci" antiretrovirali (altamente tossici per il sistema immunitario) siano in assoluto quelli più esportati nel continente Africano, grazie anche alle sovvenzioni di centinaia di organizzazioni non governative e non lucrative, nonostante l’AIDS rappresenti una causa di mortalità ben inferiore ad altre situazioni e malattie endemiche (denutrizione, malaria, dissenteria, tubercolosi, ecc)
  • L’attuale presidente sudafricano ha rifiutato un prestito da un miliardo di dollari vincolato all’acquisto di tale "farmaco" e sta combattendo una dura battaglia, non contro l’HIV, ma contro le cause dell’AIDS, cioè la malnutrizione e le pietose condizioni igieniche. Le principali case farmaceutiche gli hanno intentato una causa per genocidio e gli hanno aizzato contro la stampa mondiale. Persino Nelson Mandela è stato citato come testimonial di questa battaglia mediatica, nonostante le sue posizioni siano sempre state e siano tuttore in linea con quelle del suo successore alla presidenza.

 

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