DI
GILLES BONAFI
mondialisation.ca
Stati rovinati
Potete leggere qui di seguito la lista dei paesi maggiormente indebitati del mondo sviluppato, secondo le stime per il 2010 realizzate dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE):
1 Giappone: 197,2 % del PIL
2 Islanda: 142,5 % del PIL
3 Italia: 127,0 % del PIL
4 Grecia: 123,3 % del PIL
5 Belgio 105,2 % del PIL
6 Francia 92,5 % del PIL
7 Stati Uniti: 92,4 % del PIL
8 Portogallo 90,9 % del PIL
9 Ungheria 89,9 % del PIL
10 Canada 85,7 % del PIL
11 Regno Unito: 83,1 % del PIL
12 Germania: 82,0 % del PIL
E’ da notare che 92,5%, è la vera cifra dell’indebitamento della Francia, superiore a quello degli USA. Il 100% sarà superato nel 2011. D’altronde, il prodotto interno lordo della Francia è diminuito del 2,2% in un anno, la maggiore perdita dal dopoguerra, secondo i dati dell’Insee, e sono stati perduti 412 000 posti di lavoro (Fonte, Le Parisien: Crise: la pire récession en France depuis 1945)
L’Afghanistan, un nuovo Vietnam
Il CF2R, il centro di ricerca sui servizi informativi francese, non esita a paragonare la guerra in Afghanistan al Vietnam. La nota n. 189 del 5 ottobre 2009, intitolata "CF2R – Afghanistan: des airs de conflit indochinois" termina con una conclusione esplosiva: "Ma questa ritirata ne annuncia una seconda che sarà meno gloriosa: la partenza di tutte le forze straniere dal paese perché le opinioni pubbliche non potranno tollerare troppo a lungo le perdite e il costo di questa guerra senza speranza di vedere spuntare l’ombra di una soluzione."
In effetti, gli Stati Uniti hanno stimato le loro spese per la guerra in Afghanistan in 65 miliardi di dollari, somma approvata dal Congresso per il 2010. A cui vanno aggiunti 15 miliardi di dollari degli altri paesi, tra cui la Francia, per un totale di 80 miliardi.
Ora, con 32,7 milioni di abitanti, si può stimare un costo di 2446 dollari per afgano, ossia quasi due anni di salario medio (60 dollari al mese).
L’oro, nuova truffa planetaria
Sul mercato esistono due forme di oro negoziabile: l’oro nella sua forma fisica (monete, lingotti) e l’oro cartaceo.
Chris Powell, segretario tesoriere del GATA, il Gold Anti-trust Action Committee, un’organizzazione con base negli Stati Uniti (gata.org) che fa le pulci alle banche centrali per tutto quello che ha a che fare con l’oro, ha dimostrato che il mercato dell’oro cartaceo è completamente disconnesso dalla realtà. In prospettiva, un immenso crack!
Rob Kirby, editorialista di Goldseek.com, peraltro già trader professionista, ha dichiarato nel novembre scorso: "Da un lato, c’è troppo poco oro per supportare uno spettacolare volume di vendite su carta, dall’altro il mercato di Londra è il maggiore centro per ‘ripulire’ i lingotti dubbi". Secondo questo esperto di economia, sotto l’era Clinton sono state placcate d’oro 640 000 barre di tungsteno da 400 once che si trovano in parte a Fort Knox e in parte sono state vendute sul mercato mondiale. Gli USA sarebbero in realtà rovinati e non disporrebbero più d’oro. Secondo lui, 16 500 tonnellate di falsi lingotti sarebbero sparpagliate per il mondo [1].
L’aiuto militare ad Haiti, preparazione per la guerra al Venzuela
Aaron Russo, produttore cinematografico e uomo politico, annunciava il conflitto in Venezuela già nel 2007.
Un aneddoto, nel film Avatar l’eroe dichiara di essere un reduce del Venezuela!
Il terremoto ad Haiti capita al momento giusto.
In effetti, essendo Haiti posta di fronte al Venezuela, permetterebbe all’impero USA di installare una testa di ponte per preparare la futura invasione. Ecco una lista degli "aiuti" USA ad Haiti:
– 15 000 uomini
– la portaerei USS Carl Vinson
– la fregata USS Underwood
– due navi trasporto dei mezzi di sbarco, USS Carter Hall e USS Fort McHenry
– la nave ospedale USS Comfort
Ma, cosa più interessante, ci sono anche imbarcazioni di cui non si comprende l’utilità per assistere un paese devastato da un terremoto:
– la portaelicotteri d’assalto USS Bataan
– l’incrociatore lanciamissili USS Normandy
Non bisogna dimenticare che nel 2008 l’esercito USA ha riattivato la IV flotta (creata nel 1943) di stanza in America del Sud e nei Caraibi allo scopo di "dimostrare l’impegno degli USA presso i suoi partners della regione" e, soprattutto, "di mandare un messaggio al Venezuela".
Il Venezuela è la quarta potenza economica latino-americana, dopo il Brasile, il Messico e l’Argentina con un PIL di 368 miliardi di dollari nel 2008. Soprattutto, nel 2008 ha prodotto 2,8 milioni di barili di petrolio al giorno (9° nella produzione mondiale), ossia poco meno degli Emirati Arabi Uniti (2,9 milioni di barili/giorno).
Il Venezuela è diventato un paese appartenente all’"asse del male" perchè riunisce in sé i due criteri fondamentali per esserlo:
– possiede molto petrolio
– è indipendente e non assoggettato all’impero USA.
La carbon-tax: business come sempre
L’assemblea degli esperti sul clima ha riconosciuto in gennaio che la previsione che aveva fatto, nel suo rapporto del 2007, della sparizione dei ghiacciai dell’Himalaya verso il 2035 era uno "spiacevole errore". Perché lo scioglimento in questione non è previsto, in verità, che verso il 2350!
Secondo Mike Hulme, dell’università britannica dell’East Anglia, le strutture del Giec [Il Giec, Groupe d’experts intergouvernemental sur l’évolution du climat, è la denominazione francese dell’IPCC, Intergovernmental Panel on Climate Change, ndt] sono "deteriorate". Fonte: France-Soir.fr del 12 febbraio 2010. Giec – Les experts du climat sont dans la tourmente.
Il 19 novembre 2009, alcuni hacker introdottisi nei server dell’Unità di Ricerca sul Clima (CRU) dell’università dell’East Anglia (Regno Unito) hanno dimostrato manipolazioni di dati nella corrispondenza privata di numerosi climatologi, alcuni dei quali collaborano all’elaborazione dei rapporti del Giec.
Ma la verità è altrove.
Il governo olandese vuole tassare gli automobilisti secondo i chilometri percorsi. La tassa dovrebbe essere di 0,03 euro ed entrare in vigore nel 2012. Ogni veicolo dovrebbe essere equipaggiato con un apparecchio GPS che registrerebbe il numero di chilometri percorsi, il che permetterebbe tra parentesi di sorvegliare ogni cittadino. Il dispositivo trasmetterebbe poi le informazioni ad un apposito ufficio per predisporre la fattura. Parallelamente, verrebbe imposta una carbon-tax per l’ambiente. Bisogna ricordare che il bilancio energetico (diagnosi di performance energetica ) è obbligatorio dal 1° novembre 2006 in caso di vendita di un’unità immobiliare. Dopo il 1° luglio 2007, deve essere presentato anche in caso di locazione o al momento della costruzione di nuovi immobili. Vi sarà quindi un sistema di scambi di quote di CO2 controllato da qualche banca perché, non dimentichiamocelo, i finanzieri ci annunciano (con l’aiuto dei loro media) che solo l’industria della finanza permetterà di organizzare e di fluidificare questo mercato. Tutto è già al suo posto da molto tempo.
Gli USA sull’orlo dell’abisso!
Ecco l’ultimo rapporto del 25 gennaio 2010 sui senza tetto a New York:
– 21 501 adulti
– 15 787 bambini
Fonte: New York City Department of Homeless Service (Daily Report for homeless population).
Dopo aver "delocalizzato" i poveri pagando loro il biglietto aereo, restano ancora quasi 16 000 bambini senza dimora a New York
Infine, l’emissione di dollari ha raggiunto livelli record! La corsa tra la deflazione (distruzione dell’economia reale) e l’inflazione (creazione di denaro ex nihilo) permette per il momento di conservare una parvenza di equilibrio ma, quando si analizza un grafico come quello qui sotto, ci si può chiedere se gli USA non stiano dirigendosi verso una forte inflazione o, peggio, verso un’iperinflazione con un dollaro che non sopravvivrà a questa prova. Ora, bisogna ricordare che il dollaro è la nostra moneta di scambio e senza di lui crollerebbe tutto il sistema monetario internazionale [2].
[Espansione della base monetaria USA]
NOTE
[1] Ho realizzato uno studio completo su questo argomento che potete trovare sulla rivista Nexus di gennaio/febbraio 2010.
[2] USA, la fin du dollar est proche! – Blog de gillesbonafi – Blog
Titolo originale: “Economie mondiale: Des états ruinés”
Fonte : www.mondialisation.ca
Link: http://www.mondialisation.ca/index.php?context=va&aid=17648
Tradotto per Comedonchisciotte.org da MATTEO BOVIS