Foto di Thierry Roge
Il nuovo logo dell’Europa "Orwelliana" e il piede fratturato del ministro delle finanze austriaco, Josef Proell, al suo arrivo a Bruxelles per il vertice che ha visto la nascita del piano di salvataggio UE per la zona euro.(fotomontaggio di Giuditta)
Le plan de secours de l’euro expliqué aux nuls
di Thomas Bronnec - 10/05/2010
Su L’EXPRESS.fr, traduzione di Giuditta
I membri dell’Unione europea hanno lavorato tutto il fine settimana per salvare l’area dell’euro. Hanno ideato un meccanismo che ha rassicurato i mercati. Ecco come funzionerà. Inoltre tutte le incognite che il piano mette in risalto.
Come funzionerà il piano di salvataggio dell’euro?
Per arginare il panico della settimana scorsa, gli Stati della zona euro hanno lavorato tutto il week-end e ha approvato un gigantesco piano di salvataggio a più livelli, come mostra questo grafico.
Al primo livello ci sarà la Commissione Europea, la quale, prendendo prestiti dai mercati, con una garanzia da parte del bilancio comunitario, sarà in grado di prestare 60 miliardi di euro ai membri della zona euro se ne dovessero averne bisogno. "Una vera rivoluzione – per Elie Cohen, un ricercatore del CNRS – è un meccanismo quasi federale, ma che apporta una somma ridotta, ed inadeguata rispetto alle esigenze".
Il supplemento sarà fornito dal secondo livello, costituito dagli Stati membri della zona euro stessi. Essi creeranno una particolare società incaricata di prestare sul mercato, garantendo loro stessi, proporzionalmente alla loro partecipazione nel capitale della BCE – per esempio circa 88 miliardi per la Francia. Questa società ad hoc, basata sul diritto privato lussemburghese, sarà in grado di prendere in prestito fino a 440 miliardi di euro per prestarli in seguito ai paesi che lo domanderanno. In tutto, dunque 500 miliardi di euro potranno essere utilizzati.
500 miliardi di euro! Una somma enorme!
Si. Una somma gigantesca, alla quale bisogna aggiungere 250 miliardi di euro che anche l’FMI potrebbe mobilitare. 750 miliardi, dunque. Di che impressionare favorevolmente il mercato finanziario, cosa che era una degli obbiettivi. E ha funzionato:Le Borse lunedì erano euforiche, i tassi greci si sono "rilasciati" in maniera spettacolare e l’euro è salito. Per poco tempo lunedì mattina è salito al di sopra di 1,3 dollari.
Ma da dove viene tutto questo denaro?
Attenzione. Per adesso, è totalmente denaro virtuale. E’ mobilizzabile, non mobilizzato. E non sarà utilizzato che in caso di enorme catastrofe. E’ un po’ lo stesso schema che quello utilizzato durante il piano di sostegno alle banche francesi, nell’autunno del 2008: un fondo speciale era stato creato per raccogliere finanziamenti sui mercati, invece che dalle banche, che non avevano più abbastanza fiducia per farsi dei prestiti le une con le altre. Questi fondi, garantiti dallo stato, potranno in seguito prestare alle banche. Si era parlato di un piano di 360 miliardi. Ma era un limite massimo. Infatti, meno della metà di questa somma è stata mobilizzata, non "spesa", poiché si trattava di prestare a chi sono stati, o saranno, rimborsati. Questo piano di salvataggio dell’euro è la stessa cosa.
Il giornalista Jean Quatremer scrive sul suo blog: "il bisogno di finanziamenti su tre anni dell’Italia , della Spagna, del Portogallo e dell’Irlanda sono stimati a 500 miliardi al massimo". Cioè meno che i 750 miliardi del piano di salvataggio. Con questo salvataggio il mercato dei debiti dello Stato funzionano di nuovo normalmente. Di conseguenza, il meccanismo escogitato questo week-end potrà essere utilizzato il meno possibile.
Ma nonostante tutto … sono delle somme enormi, e gli Stati sono di già in deficit! Essi prendono in prestito per poter prestare, giusto?
Esattamente. ma tutti gli Stati della zona euro non sono nella stessa situazione. Alcuni sono in pessime condizioni e i mercati non vogliono più far loro dei prestiti- la Grecia oggi, la Spagna, forse, domani. Altri paesi vanno meglio e i mercati fanno loro confidenza : è il caso della Germania, della Francia, dell’Olanda. "L’idea è di sostituire chi hanno perduto la loro credibilità con qualcuno di credibile", decifra Nicolas Bouzou, economista di Astérès.. "I tedeschi sono stati costretti ad accettare, in caso di emergenza, il principio di corresponsabilità del debito, che avevano rifiutato finora, dice Elie Cohen. Perché è ormai sicuro che il debito di tutti i paesi della zona euro non desta più i sospetti della maggior parte dei mercati. Dopo tutto, rimane, nel complesso, inferiore a quello degli Stati Uniti o del Giappone.
E’ la fine della crisi, allora?
Niente affatto. Come scrive sul suo blog il corrispondente del Financial Times à Bruxelles, "le difficoltà della zona euro non sono scomparse da un momento all’altro. Per i prossimi tre anni almeno, l’aumento delle tasse e l’austerità saranno sempre all’ordine del giorno. E la vera questione è di sapere se i governi avranno la volontà politica e il sostegno popolare per attuare le politiche impopolari che sono necessarie". Nicolas Bouzou aggiunge: "E’ una bolla di ossigeno, ma non risolve il problema del debito di molti stati della zona euro". La parte più difficile inizia ora, con la creazione di piani rigorosi in tutta l’Europa. E in cambio, la definizione di sanzioni per coloro che non andranno abbastanza lontano nel regimi di austerità. Anche se non è mai stato un punto forte per Bruxelles.
Il Commissario Europeo degli Affari Economici, Olli Rehn, lunedì ha inoltre espresso il desiderio che i bilanci degli Stati membri della EU siano controllati meglio. Senza però entrare nei dettagli.
L’istituzione di un monitoraggio più efficace della situazione finanziaria dei paesi di Eurolandia sarà senza dubbio una delle prossime sfide della zona euro.
UE e NWO. Il nuovo simbolo "ILLUMINANTE"!
Solo una coincidenza?
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