Il 9 febbraio del 2009 è stato pubblicato sull’edizione online del giornale britannico guardian l’articolo The brain scan that can read people’s intentions redatto da Ian Sample. Qui sotto, come promesso, la traduzione (a cura di Sabrina). Quanto esposto nell’articolo si collega a quanto da me riferito nell’intervista realizzata per la trasmissione Mistero sulle scie chimiche (dichiarazioni sfortunatamente non inserite nel servizio).
Anche sulla stampa italiana troviamo eco di questo tipo di ricerche, ad esempio nell’articolo Leggere il pensiero con uno scanner cerebrale, pubblicato sull’edizione online del quotidiano la stampa il 12/3/2010, mentre sul sito punto informatico potete leggere l’articolo sulo scanner cerebrale portatile sviluppato dalla Hitachi (vedi foto qui a fianco).
Altre informazioni su tecniche consimili potete leggerle nell’articolo La macchina che ti scannerizza il cervello sul sito zeusnews.
Ovviamente l’establishment militare non può non essere interessato a simili tecnologie, ed infatti l’agenzia statunitense DARPA (ente militare che si occupa di innovazioni tecnologiche, dedito all’implementazione dei più sinistri progetti di spionaggio e sicuramente coinvolto nell’operazione di diffusione delle scie chimiche) si da fare nella realizzazione dell’inquietante progetto repair.
Riguardo a tale progetto sul sito punto informatico potete leggere l’articolo DARPA: cervello, uso e manutenzione il cui sottotitolo è: Il Pentagono pensa a impianti cerebrali utili a riparare malfunzionamenti e menomazioni della materia grigia. Per un futuro da cyborg per veterani e civili.
In tale articolo leggiamo che:
L’obiettivo di REPAIR è appunto quello di "comprendere – e poi essere in grado di modificare – il comportamento del cervello in risposta a un trauma". DARPA finanzierà REPAIR e le quattro istituzioni coinvolte con una somma iniziale di 14,9 milioni di dollari in due anni, impegnando 10 team di ricerca dotati di competenze che vanno dalle neuroscienze alla psichiatria, dalla neuroplastica ai semiconduttori elettronici.
Fin qui ovviamente gli scopi dichiarati del progetto, che ufficialmente viene portato avanti per curare i traumi cerebrali dei veterani delle guerre in Medio Oriente (Afghanistan e Iraq).
Facilmente intuibili invece gli scopi non dichiarati e le applicazioni possibili in termini di controllo mentale; facilmente ipotizzabile anche il fatto che dei poveri esseri umani, già utilizzati come carne da cannone per atroci ed insensate guerre, saranno in futuro utilizzati come cavie per progetti dei progetti apparentemente umanitari ma probabilmente portati avanti per ben altri fini. Del resto nei team impegnati a lavorare sul progetto ci sono pure esperti di psichiatria.


La scansione cerebrale che può leggere le intenzioni delle persone
Ian Sample 9/2/2009
Un team di neuroscienziati leader a livello mondiale ha sviluppato una potente tecnica che permette di osservare in profondità il cervello di una persona interpretandone le intenzioni prima che agiscano.
La ricerca apre un nuovo terreno molto controverso per la capacità degli scienziati di sondare le menti delle persone ed intercettare i loro pensieri, e solleva seri problemi etici su come la tecnologia per la lettura del cervello potrà essere utilizzata in futuro.
Il team ha utilizzato scansioni del cervello ad alta risoluzione per identificare dei modelli di attività prima che vengano tradotti in pensieri significativi, rivelando ciò che una persona ha in mente di fare nel prossimo futuro. E’ la prima volta che degli scienziati riescono a leggere le intenzioni in questo modo.
"Utilizzando lo scanner, possiamo ricercare nel cervello queste informazioni e decifrare qualcosa che dall’esterno non ci sarebbe modo di dire che si trovi lì. "E’ come far luce con una torcia, alla ricerca di una scritta su un muro," ha detto John-Dylan Haynes all’Istituto Max Planck di scienze cognitive umane e cerebrali in Germania, che ha condotto lo studio con i colleghi dell’University College di Londra e di Oxford.
La ricerca si basa su una serie di studi recenti dove l’imaging del cervello viene utilizzata per identificare le attività rivelatrici connesse alla menzogna, ai comportamenti violenti e al pregiudizio razziale.
Questo recente lavoro rivela il ritmo drammatico con cui sta procedendo la neuroscienza, spingendo i ricercatori a chiedere un dibattito urgente circa le questioni etiche che riguardano l’uso futuro della tecnologia. Se la lettura del cervello verrà perfezionata, potrebbe essere rapidamente adottata per gli interrogatori di criminali e terroristi, e si potrebbe anche inaugurare un’epoca da “Minority Report” (come rappresentato nel film di fantascienza di Steven Spielberg), in cui vengono pronunciate sentenze sulla base di un’incriminante scansione del cervello.
"Queste tecniche sono emergenti, abbiamo bisogno di un dibattito etico sulle implicazioni, di modo che un giorno non possiamo essere sorpresi e sopraffatti da quello che potranno causare. Queste cose accadranno nei prossimi anni, dobbiamo essere preparati", ha detto il professor Haynes al Guardian. L’uso di scanner cerebrali per giudicare se le persone tendono a commettere reati, è una questione controversa che la società deve affrontare ora, secondo il Prof Haynes. "Comprendiamo il rischio che possa diventare obbligatorio un giorno, ma dobbiamo essere consapevoli che se lo vietiamo, neghiamo alle persone che non hanno intenzione di commettere alcun reato la possibilità di dimostrare la loro innocenza."
Durante lo studio, i ricercatori hanno chiesto ai volontari di decidere se aggiungere o sottrarre due numeri che poi sono stati mostrati su uno schermo.
Prima di proiettare i numeri, è stata fatta una scansione del cervello con una tecnica chiamata risonanza magnetica funzionale. I ricercatori hanno quindi utilizzato un software progettato per individuare sottili differenze nell’attività cerebrale, in grado di prevedere le intenzioni della persona con il 70% di accuratezza.
Lo studio ha rivelato segnali di attività in una parte del cervello chiamata corteccia prefrontale mediale che mutava in base all’intenzione della persona di aggiungere o sottrarre i numeri.
Poiché i cervelli sono molto diversi, gli scienziati devono farsi una giusta idea su come appare l’attività cerebrale di una persona quando pensa a qualcosa che una scansione deve essere in grado di individuare. I ricercatori stanno già ideando metodi per dedurre quali modelli vengono associati a differenti pensieri.
Barbara Sahakian, docente di neuro-psicologia all’Università di Cambridge, ha detto che i rapidi progressi nel campo delle neuroscienze hanno costretto gli scienziati del settore a creare la loro società neuroetica, e a prendere in considerazione le implicazioni della loro ricerca.
"Vogliamo diventare una società “Minority Report” prevenendo reati che potrebbero non accadere?, ha chiesto. "Per alcune di queste tecniche, è solo una questione di tempo. E’ solo un’altra nuova tecnologia con cui la società deve fare i conti per poi beneficiarne, ma dobbiamo discutere e dibattere ora, perché quello che non vogliamo è il suo utilizzo in tribunale volenti o nolenti, senza che nessuno abbia pensato alle conseguenze.
Parecchi neuroscienziati sono molto cauti e dicono che non si possono leggere le menti degli individui, e questo è vero, ma andiamo avanti così velocemente che non ci vorrà ancora molto per essere in grado di dire, con un certo grado di certezza, se qualcuno inventa una bugia, o se qualcuno intende commettere un crimine."
Il professor Colin Blakemore, neuroscienziato e direttore del Medical Research Council, ha dichiarato: "Non si deve esagerare il potere attuale di queste tecniche, ma potete essere assolutamente certi che continueranno a venirne fuori e avremo sempre più la capacità di sondare le intenzioni delle persone, le menti, i pensieri di fondo, le speranze e le emozioni.
Alcune di queste sarebbero estremamente auspicabili, in quanto contribuirebbero alle diagnosi, all’istruzione e così via, ma abbiamo bisogno di pensare alle questioni etiche. Queste tecniche aggiungerebbero un intero nuovo capitolo sui dati medici personali, e su come potrebbero essere utilizzati."
Questa tecnologia potrebbe anche far avanzare i progressi riguardo al controllo cerebrale dei computer e dei macchinari che aumentano la qualità della vita delle persone disabili. Essere in grado di leggere i pensieri come si presentano nella mente di una persona consentirebbe di azionare i computer per inviare e-mail e usare Internet utilizzando solo il pensiero, e di scrivere con processori in grado di prevedere la parola o la frase che si desidera digitare. La tecnologia dovrebbe inoltre portare a miglioramenti nel controllo mentale della sedia a rotelle e degli arti artificiali che rispondono quando una persona immagina un movimento.
"Immaginate quanto sia noioso scrivere una lettera utilizzando un cursore per scegliere le lettere su uno schermo", ha detto il prof Haynes. "Sarebbe molto meglio pensare, ‘Voglio rispondere a questa email’, o, ‘sto pensando questa parola’, e il computer legge e capisce che cosa si vuole fare".
· FAQ: lettura della mente
Cosa hanno sviluppato gli scienziati?
Essi hanno messo a punto un sistema che analizza l’attività del cervello elaborando le intenzioni di una persona prima che essa agisca. Versioni più avanzate sono in grado di leggere i pensieri complessi e persino di captarli prima che la persona sia cosciente di essi.
Come funziona?
Il computer impara i modelli unici di attività cerebrale o i segnali che corrispondono a pensieri diversi. Esamina poi il cervello alla ricerca di questi segnali e predice ciò che la persona sta pensando.
Come potrebbe essere utilizzato?
Si prevede di guidare i progressi verso il controllo cerebrale dei computer, e di conseguenza degli arti artificiali e delle macchine che rispondono ai pensieri. Versioni più avanzate potrebbero essere utilizzate per aiutare durante gli interrogatori dei criminali e per valutare i prigionieri prima di essere rilasciati. Discutibile è che potrebbero essere in grado di individuare le persone che hanno intenzione di commettere crimini, prima di violare la legge.
Qual è il prossimo passo?
I ricercatori stanno perfezionando la tecnica di distinguere tra i pensieri di passaggio e le intenzioni autentiche.

 

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