Traduzione dell’articolo Cold fusion moves closer to mainstrwsam acceptance pubblicato il 21 marzo 2010 sul sito physorg.com; molto interessante anche l’appendice con i report previsti nel simposio, soprattutto quello dello scienziato Vladimir Vysotskii.
La traduzione della prima parte è tratta dal sito ilporticodipinto.it, la seconda è stata realizzata dal fisico Corrado Penna (ovvero il curatore di questo blog).
Nella foto qui sopra un calorimetro impiegato per misurare l’eccesso di calore sviluppato nel corso della fusione fredda (ideato da Melvin Miles).
La fusione fredda si avvicina ad un riconoscimento ufficiale
Una nuova potenziale forma di energia, così controversa che non molto tempo fa veniva considerata come "scienza spazzatura" sta cominciando a venire accettata dalla comunità scientifica tradizionale. E’ questa la conclusione dell’organizzatore di una delle più grandi sessioni scientifiche sull’argomento "fusione fredda" che si terrà a San Francisco i prossimi due giorni nel Moscone Center durante il 239esimo incontro nazionale dell’American Chemical Society (ACS).
"Anni fa molti scienziati avevano paura di parlare della fusione fredda ad una platea tradizionale", ha detto Jan Marwan, Ph.D., l’esperto di fama internazionale che ha organizzato il simposio. Marwan dirige una ditta che fa ricerca di nome Marwan Chemie, a Berlino (Germania). Intitolato "Tecnologia per una nuova energia", il simposio includerà quasi 50 presentazioni che trattano delle ultime scoperte in tema.
Le presentazioni riguardano l’invenzione di un nuovo ed economico strumento di misurazione che può mettere in grado più laboratori di cominciare la ricerca sulla fusione fredda; l’indicazione che la fusione fredda possa avvenire in maniera naturale in certi batteri; progressi verso una batteria basata sulla fusione fredda e diversi altri argomenti. Marwan fa notare che molte delle presentazioni indicano che la fusione fredda sia reale, con il potenziale di contribuire alle necessità energetiche del ventunesimo secolo.
"Ora la maggior parte degli scienziati non ha più paura e la maggior parte dei ricercatori sulla fusione fredda sono interessati agli incontri dell’ACS", ha detto Marwan. "Ho anche notato che il campo sta guadagnando nuovi ricercatori da parte di università che non hanno mai fatto ricerca prima sulla fusione fredda. Sempre più persone si stanno interessando all’argomento anche se c’è ancora un po’ di resistenza in questo campo. Ma dobbiamo solo continuare come abbiamo fatto fin’ora, esplorando la fusione fredda passo dopo passo, per farla diventare una fonte di successo alternativa di energia. Con tempo e pazienza, sono molto ottimista che possiamo riuscirci!".
Il termine "fusione fredda" ha origine nel 1989 quando Martin Fleishmann e Stanley Pons dichiararono di aver eseguito la fusione nucleare a temperatura ambiente con un dispositivo semplice e che poteva stare su di un tavolo. Questa dichiarazione creò forti sentimenti a livello internazionale perchè la fusione nucleare porta con se il potenziale per poter fornire al mondo una nuova forma di energia virtualmente illimitata. Il carburante per la fusione viene dalla comune acqua marina e si stima che un litro di acqua di mare contenga l’energia equivalente di 16 litri di benzina al 100% dell’efficenza usati per produrre energia. Tale dichiarazione creò molti scetticismi perchè la conoscenza tradizionale sostiene che per raggiungere la fusione siano necessari reattori nucleari in grado di raggiungere milioni di gradi dal costo multi miliardario.
Quando alcuni scienziati non furono in grado di riprodurre i risultati di Pons e Fleishman, fu gettato discredito sulla ricerca sulla fusione fredda. Umiliati dalla comunità scientifica e con la loro reputazione rovinata Pons e Fleishman chiusero il laboratorio e fuggirono dal loro paese per poter continuare a vivere in pace. I pochissimi scienziati che continuarono la ricerca evitarono accuratamente le parole "fusione fredda" utilizzando invece i termini "reazioni nucleari a bassa energia". Marwan fa notare che gli studi presentati al simposio ACS si riferiscono apertamente alla "fusione fredda" in onore dei pionieri nel campo.
Marwan aggiunge che "tale campo sta ora attraversando una rinascita di interessi e sforzi nella ricerca, con prove che suggeriscono che la fusione fredda sia una realtà". Ad esempio fa notare che il numero di presentazioni all’ACS è quadruplicato dal 2007.
Tra i report previsti per il simposio ci sono:
- Michael McKubre, Ph.D., dell’istituto SRI International di Menlo Park, California, che fornisce una visione d’insieme sulla ricerca nel campo della fusione fredda. McKubre discuterà le conoscenze attuali raggiunte in tale campo e spiegherà perchè esistono alcuni dubbi nella più vasta comunità scientifica. Discute anche sul recente lavoro sperimentale portato avanti all’ SRI. McKubre focalizza il suo intervento su fusione, produzione di calore e prodotti nucleari. [Lunedì 22 Marzo, ore 15, Cyril Magnin ]
- George Miley, Ph.D., relaziona sui progressi nella costruzione di un nuovo tipo di batteria che funziona in base ad un nuovo processo di fusione fredda e che ha una vita più lunga delle batterie convenzionali. La batteria consiste di uno speciale tipo di cella elettrolitica che opera a bassa temperatura. Il processo involve difetti appositamente creati nell’elettrodo metallico della cella. Miley è un professore dell’Università di Urbana nell’Illinois della quale dirige i Laboratori per gli Studi sulla Fusione. [Domenica 21 Marzo, ore 11, Cyril Magnin I]
- Melvin Miles, Ph.D., descrive il primo strumento poco costoso per individuare in maniera affidabile il segno distintivo delle reazioni di fusione fredda: la produzione di eccesso di calore generata dagli apparecchi da tavolo per la fusione fredda adesso in uso. Gli usuali calorimetri, apparecchi che misurano l’eccesso di calore, tendono ad essere troppo complicati, inefficienti e poco affidabili. Il nuovo calorimetro potrebbe migliorare la qualità della ricerca ed aprire la starada ai successi di nuovi scienziati in strutture universitarie, governative e laboratori privati, suggerisce Miles. Egli lavora nel Dixie State College di St. George, negli Utah. [Domenica 21 Marzo, ore 14.30, Cyril Magnin I]
- Vladimir Vysotskii, Ph.D., presenta sorprendenti evidenze sperimentali che i batteri possono manifestare un tipo di fusione fredda che potrebbe essere utilizzato per eliminare le scorie nucleari. Egli descrive gli studi sulla trasmutazione nucleare — la trasformazine di un elemento in un altro — di isotopi stabili e radioattivi nei sistemi biologici. Vysotskii è uno scienziato dell’Università Statale Shevchenko di Kiev, inUkraine. [Lunedì 22 Marzo, ore 11.20, Cyril Magnin I].
- Tadahiko Mizuno, Ph.D., relaziona su un congegno non convenzionale per la fusione fredda che utilizza nella reazione il fenantrene, una sostanza che si trova nel carbone e nell’olio. Egli riporta la produzione di un eccesso di calore e di radiazione gamma originata da tale strumento. "La produzione totale di calore ha ecceduto ogni concepibile reazione chimica di due ordini di grandezza," ha notato Mizuno. Egli lavora all’Università di Hokkaido in Giappone, ed ha scritto il libro Nuclear Transmutation: The Reality of Cold Fusion (ovvero Trasmutazione Nucleare: La realtà della fusione fredda). [Domenica 21 Marzo, ore 15, Cyril Magnin I]
- Peter Hagelstein, Ph.D., descriverà i nuovi modelli teorici che aiutano a spiegare l’eccesso di produzione di calore nella fusione fredda, uno degli aspetti più controversi in questo campo. Egli nota che in una reazione nucleare ci si aspetterebbe che l’energia prodotta appaia come energia cinetica delle particelle prodotte, ma nell’esperimento di Fleischmann-Pons non appaiono particelle energetiche in quantità tali da giustificare l’energia osservata. Il suo semplice modello aiuta a spiegare gli scambi di energia osservati, incluso il tipo e la quantità di energia prodotta. Hagelstein lavora per il Massachusetts Institute of Technology. [Domenica 21 Marzo, ore 10.20, Cyril Magnin I].
- Xing Zhong Li, Ph.D., presenterà delle ricerche che dimostrano come la fusione fredda si può verificare senza la produzione di radiazione nucleare forte. Egli sta sviluppando un reattore a fusione fredda che dimostra questo principio. Li è uno scienziato della Tsinghua University di Pechina, in Cina. [Domenica 21 Marzo, ore 9.10, Cyril Magnin I].
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