Articolo e traduzioni dal tedesco a cura di Maria, note a cura del direttore del blog.
Il clamoroso arresto dei voli nei cieli europei, fortemente criticato in alcuni paesi del nord ma giustificato con l’eruzione vulcanica in Islanda, ha fatto conoscere un ente fino a quel momento praticamente sconosciuto, l’Eurocontrol.
Casualmente l’improvviso ed ampio arresto dei voli ha “regalato” uno scenario reale di caos alla grande esercitazione militare Brillant Ardent in corso in quel preciso momento, scenario previsto nei programmi, ma in forma virtuale. E cosa molto curiosa, mentre gli aerei militari impegnati in tale esercitazione volavano regolarmente (e non erano i soli), quelli civili venivano tenuti a terra con la scusa del pericolo costituito dalle ceneri vulcaniche (due pesi e due misure?).

Ulteriore coincidenza di questo fermo straordinario dei voli, il fatto che un altro programma in corso riceve uno stimolo importante per la sua implementazione, venendo così presentato all’opinione pubblica come un’innovazione necessaria in seguito quell’evento.
La nube nei cieli europei si è presentata nella FASE 2 del “Periodo di Sviluppo” di un progetto europeo definito nel 2001, che prevede un “Cielo Unico” o “Single Sky”.
L’informazione ufficiale spingeva immediatamente, dopo aver annunciato il blocco del traffico aereo, verso una interpretazione di inevitabile e necessaria centralizzazione del controllo come soluzione per la gestione di simili “emergenze”.
In un articolo pubblicato il 5.5.2010 sul Corriere della Sera dal titolo Volare ai tempi della nube leggiamo quanto segue:
«Volo cancellato per ceneri vulcaniche».
A questo avviso dovremmo presto abituarci andando in aeroporto ad ascoltare, oltre agli annunci di cambio d’orario per «ritardato arrivo dell’aeromobile» o di cancellazione del volo per nebbia, anche la causa «nube eruttiva». Non è una bella prospettiva, ma secondo alcuni vulcanologi il rischio sembra prossimo a diventare reale per l’intera Europa nei prossimi mesi e forse anni. I responsabili sarebbero sempre i vulcani islandesi. (…) rimane indispensabile la realizzazione di una rete europea di misura con radar ottici in grado di valutare presenza e concentrazioni delle polveri. Con tali valutazioni le autorità aeronautiche potranno consentire o vietare i voli in base alle soglie di sicurezza stabilite. Ma il vulcano islandese ha spinto la commissione europea per i trasporti ad accelerare anche la realizzazione del piano «Single European Sky 2», il cielo unico europeo che apre nuove rotte e supera le divisioni nazionali. Entrambe oggi rendono difficile la gestione del traffico soprattutto nel caso delle emergenze, come è accaduto con la nube dove ogni Paese decideva in modo indipendente. In settembre, inoltre, Bruxelles presenterà all’Organizzazione internazionale dell’aviazione civile un proprio disegno per la riorganizzazione dei movimenti aerei in presenza di ceneri vulcaniche. Questa includerebbe soprattutto una gestione unica affidata a Eurocontrol, la quale avrebbe la responsabilità di decidere le rotte degli aerei stabilendo percorsi e quote in base alla situazione usufruendo delle nuove autostrade celesti che nel frattempo dovrebbero essere rese percorribili.
Un programma europeo aveva stabilito nel 2001 un percorso indirizzato verso la realizzazione di questo “Cielo Unico” e aveva disegnato un piano in tre tappe, da rendere pienamente operativo entro il 2020. Immediatamente dopo l’eruzione del vulcano una riunione strategica della Commissione Europea si è occupato del tema: “Controllo e Gestione della sicurezza aerea fino al 2020”.
I giorni della nube erano giorni di voci contrastanti e di decisioni non chiare, regnava confusione sia negli aeroporti che negli enti e nelle istituzioni.
Chi ha potuto decidere durante questa situazione del tutto nuova? Chi ha avuto il potere decisionale e potuto dichiarare l’emergenza e decidere delle misure da prendere?
Una serie di tre articoli tedeschi analizza, da un punto di vista del tutto assente nelle informazioni ufficiali, decisioni NON prese ed altre invece tempestivamente adottate.
Traccia le coincidenze che accompagnano l’apparizione di una nube nei cieli europei che spinge in misura sorprendente il programma di realizzazione di un cielo unificato o meglio centralizzato.
Il programma “Cielo Unico Europeo”

Appena un mese dopo gli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001, un gruppo di alto livello (“High Level Group”) della Commissione Europea, costituito da rappresentanti di alto rango dei centri di controllo del traffico aereo militare e civile e degli imprenditori, si riuniva per stipulare un accordo che ponesse fine alla frammentazione del cielo sull’ Europa.

Il programma del “Single Sky” pianificava tre fasi successive per raggiungere una uniformazione totale del traffico aereo militare e civile in tutti gli stati europei, una visione che nel 2001 era ancora in totale contraddizione con l’esistente sovranità dei singoli stati membri:
– la fase di definizione prevista per gli anni 2005-2008,
– la fase di sviluppo prevista per gli anni 2008-2013
– la fase di attuazione prevista per gli anni 2014-2020.
Il cuore del "Cielo unico europeo" è il regolamento comunitario (CE) n. 551 del 10 marzo 2004, il cosiddetto "regolamento sullo spazio aereo". Vi è inclusa una completa riorganizzazione della struttura dello spazio aereo in Europa, coordinamento dei velivoli militari e civili e una "armonizzazione" del trasporto aereo attraverso una marea di norme e regolamenti per la gestione centralizzata del flusso del traffico aereo. Tra l’altro è stato definito uno spazio aereo a quota superiore a partire dagli 8.700 metri, denominato EUIR (Europe Upper Flight Information Region).
Parte integrante del progetto è la commercializzazione completa dei settori e servizi statali. I servizi di controllo, responsabili della sicurezza di milioni di passeggeri, devono essere trasformati favorendo una logica commerciale e di competizione tra di loro.
Il primo articolo della serie focalizza l’attuazione di una svendita sistematica della sovranità dello spazio aereo tedesco da parte di partiti politici e autorità amministrative del controllo di sicurezza.(1)
Attraverso un emendamento costituzionale nel maggio del 2009, la Repubblica Tedesca ha perso una parte importante della sua sovranità statale, senza che la popolazione sia al corrente di queste modifiche.
Il nuovo organo esecutivo di controllo e direzione, già istituito nel 1960 , è una organizzazione sovranazionale con sede a Bruxelles: l’Organizzazione europea per la sicurezza della navigazione aerea, in sigla EUROCONTROL. L’ Eurocontrol non è un organo ufficiale dell’UE, ma opera in pratica come se lo fosse. Dirige il controllo di sicurezza dello spazio aereo e prende le decisioni.
Un ulteriore elemento costitutivo dell’agenda "Cielo unico europeo" è stato adottato il 15 luglio 2002 con un regolamento del governo dell’Unione europea (CE) n. 1592 (4), che ha creato l"European Aviation Safety Agency (EASA ).
Questo ente sovranazionale dell’Eurocontrol, formalmente indipendente dall’Unione Europea, coopera strettamente con l’Agenzia Europea EASA in funzione dell’attuazione del programma “Cielo unico europeo”, tale cooperazione ha anche caratterizzato un "Convegno di studio sulla Sicurezza” del 16 Ottobre 2008 a Colonia, sede dell’ EASA.
I partecipanti al suddetto convegno erano: 150 rappresentanti di alto livello di “organismi internazionali”, enti statali, autorità di regolamentazione aeronautica, industria aeronautica, compagnie aeree, compagnie aeree di controllo del traffico e l’Agenzia spaziale europea ESA, improvvisamente incorporata dalla Comunità Europea nell’estate del 2008, a causa di manovre
commerciali-militari ed annessioni strategici con gli USA . (2)
Il retroscena del divieto di volo

Proprio nel settembre 2009 … la ICAO (International Civil Aviation Organization) aveva presentato un nuovo piano di contingenza (“contingency plan”) vincolante per quasi tutto il trasporto aereo globale.
Contenuto in questo progetto sono: le misure da adottare in caso di eruzione vulcanica e di una nube di cenere diffusa in seguito nella regione dell’Atlantico settentrionale.
In questo piano, l’agenzia speciale dell’ONU, l’ICAO, descrive in dettaglio come dovrebbero comportarsi le compagnie di controllo di sicurezza internazionale e le restanti autorità e a quale istituzioni rivolgersi per informazioni e dati.
Il piano alternativo diventa realtà.
Con il verificarsi dell’ eruzione è emerso un unico punto di riferimento decisionale. La chiusura dello spazio aereo è stato fatto unicamente sulla base dei dati forniti da una simulazione al computer del Vulcanic Ash Advisory Center di Londra.
In Germania (ma nemmeno altrove) non è salito nemmeno un pallone meteorologico per misurare se e quanta cenere vulcanica si trovava in aria.
Nessuna autorità di governo, da nessuna parte, nè l’Agenzia spaziale europea ESA, nè il "Centro tedesco Aerospaziale" (DLR), nè il Servizio meteorologico tedesco, nè scienziati o docenti universitari, nessuna delle tante "istituzioni" cospicuamente finanziate e neanche qualche parlamentare muoveva un dito al riguardo in quei giorni. Nessuno!

[E questo fa pensare, se già adesso che il progetto del “Cielo Unico” non è stato completato si può ottenere un’obbedienza assoluta a imposizioni assurde, immaginatevi quello che può succedere in futuro, ed immaginatevi quanto tale progetto possa essere utile alle operazioni di aerosol clandestine; in fin dei conti non si può escludere che esso sia stato messo in cantiere proprio per tale finalità dato che l’uso di scie chimiche è antecedente al fatidico 2001, data in cui il progetto “Single Sky” è stato definito ed in cui l’implementazione del Nuovo Ordine Mondiale ha subìto una rapida accelerazione con la realizzazione dell’auto-attentato al pentagono ed alle torri gemelle di New York – N.d.R.]
Le linee guida del piano di emergenza (redatto qualche mese prima, nel 2009) per la gestione del traffico in caso di una nube di cenere vulcaniche sono molto dettagliate, ma non fanno assolutamente nessuna differenza tra eruzioni di grandi o relativamente modeste dimensioni.
Non considerano l’effetto diluitivo della nube una volta allontanata dal vulcano. L’unico punto di riferimento sono nubi di polvere in generale, senza alcun tentativo di valutazione del rischio. (3)
L’effetto nube ha avuto come effetto una accelerazione dei tempi della fase 2 del progetto “Cielo Unico” scavalcando discussioni e ingombranti resistenze regionali.
Scrive Rainews24 del 5.5.2010:
“Nella serata di ieri i ministri dei Trasporti dell’Ue hanno deciso di accelerare sul ‘cielo unico europeo’, ovvero sull’accorpamento dello spazio aereo comunitario in nove aree sovranazionali invece delle attuali ventisette, tanti quanti gli stati dell’Unione.” Secondo il Ministro Tedesco Peter Ramsauer il “Masterplan” è un progetto iniziato dall’industria e sarà finanziato dall’industria a partire della terza fase ( 2014-2020) che sarebbe la “ fase della attuazione”. Con l’ultima tappa si completerà il passaggio in mano di privati il controllo e la gestione dei cieli europei, sia del traffico militare che di quello civile.

(1) die eu agenda single european sky
(2) die eu agenda single european sky ii
(3) die eu agenda single european sky iii
www.rainews24.rai.it
Ulteriori fonti di informazioni:
La Nube vulcanica e le priorita da AIS
la nube vulcanica e le priorita da attuare
wikipedia.org/wiki/Single_European_Sky
Commissione Cielo unico europeo II – European
ec.europa.eu/transport/air/single_european_sky
http://www.enac-italia.it/La_Regolazione_per_la_Sicurezza/Spazio_Aereo/Cielo_Unico_Europeo

 

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