Nel dossier "Eco-apocalypse now 2", Alessio Mannucci passa in rassegna i principali disastri ambientali di questi ultimi anni. Abbiamo estratto la parte dedicata alla moria dei pipistrelli, problema che affligge, negli Stati Uniti, soprattutto la California ed il New England. I biologi non riescono a comprendere la radice del grave fenomeno, ma le scie chimiche, come avvertono l’agronoma Rosalind Peterson ed il giornalista Michael Murphy, sono all’origine di questa ennesima tragedia ecologica, preludio di altre catastrofi.
La moria dei pipistrelli è stata notata nei nevosi stati di New York, Vermont e Massachusetts, le cui caverne o vecchie miniere sono siti d’ibernazione [1] di questi mammiferi. I biologi dell’Environmental Conservation Department hanno tentato un censimento in quattro grotte e miniere dello Stato di New York, calcolando che il 90% degli animali, che vi avevano svernato in letargo, è morto. Li si è visti uscire d’inverno in pieno giorno dalle caverne, mentre di solito volano di notte e d’inverno vanno in letargo e morire sbattendo le ali nella neve. La malattia che li uccide – chiamata “Sindrome del naso bianco” – ha cause sconosciute: si suppone sia un virus o un batterio, un’intossicazione da inquinamento o un disordine metabolico. Dieci laboratori statunitensi stanno vagliando tutte le ipotesi, ma, per ora, senza esito.
In una sola grotta presso Albany, dove erano stati contati 15.584 pipistrelli nel 2005, ne sono stati trovati 6.735 nel 2007, ma appena 1.500 quest’inverno. Alcuni studiosi sospettano che il motivo della strage possa essere un pesticida, introdotto di recente per stroncare il virus del Nilo. […] Altri gruppi di biologi stanno monitorando il comportamento degli insettivori durante il letargo nella caverne per mezzo di telecamere ad infrarossi, per vedere quante volte si svegliano durante l’ibernazione e per misurare la temperatura corporea del branco.
Il professor Thomas Kunz, biologo della Boston University, ha studiato i resti dei pipistrelli uccisi dal misterioso male ed ha notato che sono anormalmente magri, mancanti del grasso – specie del cosiddetto "grasso bruno", una sorta di accumulo che si trova tra le scapole e che fornisce l’energia per il primo volo agli animali che escono dal letargo. Le femmine, così magre, non raggiungono l’ovulazione e quindi, anche se sopravvivono, non partoriscono (nelle specie studiate, ogni femmina genera solo un figlio l’anno, il che rende concreto il pericolo di estinzione). "La presenza dei pipistrelli nel Texas consente ai coltivatori di cotone di salvare da un sesto ad un ottavo del raccolto, perché le nottole divorano gli insetti nocivi", ricorda la dottoressa Elizabeth Buckles, specialista in mammiferi della Cornell University: "La falcidia in corso – mezzo milione di insettivori scomparsi nel solo Vermont – avrà di sicuro effetti economici. Li constateremo la prossima stagione, come sovrabbondanza di insetti infestanti".
[1] Ibernazione: fenomeno per cui certi animali, quando la temperatura scende sotto il limite compatibile con le attività vitali, cadono in uno stato di torpore o di sonno.
Fonte: Quantico-appunti