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Massimo Mazzucco |
Intervista di Christina Blosdale a Massimo Mazzucco sull’argomento cancro. KPFK è la stazione di Los Angeles che appartiene a “Pacifica Radio”, la storica catena radio indipendente americana che non ha sponsor di alcun tipo, trasmette senza pubblicità, e viene finanziata esclusivamente dagli ascoltatori. Nel caso specifico, si trattava proprio di un “fund raising”, cioè di una trasmissione in cui la stazione radio promuove ed offre in omaggio alcuni DVD (fra cui “Cancro le cure proibite”) – a chi faccia una certa offerta per finanziarli. (M.M.) Radio KPFK Los Angeles 23-06-10 (Ascolta l’intervista). TRADUZIONE: JUDY DENCH – Come se la cosa fosse voluta, le scelte nella sanità sono limitate, le informazioni scarseggiano, delle vite vengono distrutte, e la verità è maledetta. La macchina della paura è ben oliata dai dollari petrolchimici, e da un monopolio quasi globale nella sanità. Lavora a tutte le ore per evitare che la verità sui prodotti naturali arrivi fino al pubblico. C.B. – Abbiamo appena sentito un breve spezzone dal nuovo film-documentario “Cancro – le cure proibite”, un film di due ore che presenta molte della terapie alternative per il cancro che sono state tenute nascoste a voi, il pubblico, … … grazie al controllo esercitato da un certo numero di organizzazioni. Ne parleremo nella prossima ora. Un saluto a tutti, sono Christine Blosdale, senior producer qui alla KPFK. In studio con me c’è l’autore del film “Cancro le cure proibite”, Massimo Mazzucco, un regista italiano che ultimamente si dedica ai documentari in formato digitale. Benvenuto Massimo a KPFK. M.M. – Grazie per avermi invitato, ed un saluto a tutti quelli che ci ascoltano. C.B. – Sono davvero contenta che lei abbia potuto venire in studio oggi, perché penso che il suo film sintetizzi tutto quello che noi qui cerchiamo di fare a KPFK, e cioè di offrire informazioni alternative alla cittadinanza. Nel breve estratto all’inizio abbiamo sentito Judy Dench che diceva “Le nostre scelte terapeutiche sono limitate, e la verità è maledetta”. Mi sembra un’ottima sintesi del punto in cui ci troviamo oggi con le terapie del cancro, e con la prevenzione del cancro, e il suo film prende in esame molte delle terapie alternative che hanno mostrato di funzionare per la gente. Perché questa informazione non è diffusa nel mondo? Perchè non usiamo queste cose? M.M. – In realtà, prima di presentare queste cosiddette terapie alternative – che a mio parere dovrebbero diventare terapie ufficiali, visto che funzionano – il film racconta la storia dell’establishment medico, e cerca di capire come è successo che siamo venuti a trovarci nella situazione in cui ci troviamo oggi. Perché non è colpa di nessuno in particolare, questo sistema è cresciuto, negli ultimi 100 anni, fino a diventare quello che è diventato oggi, e ci ritroviamo tutti a pagarne le conseguenze, senza potercela prendere con nessuno in particolare. Se non altro, nessuno che sia vivo oggi. Tutto iniziò negli anni 20, quando i grandi banchieri – i Rockefeller in particolare – investirono pesantemente nel sistema universitario, nel sistema di insegnamento, nel sistema medico, e sostanzialmente deviarono il tutto verso le medicine di laboratorio. Fino alla fine dell’altro secolo, intorno al 1890, i pazienti avevano due scelte: i dottori allopatici, e i cosiddetti “naturopati”, che curavano la gente con prodotti naturali e basavano le proprie scelte sull’esperienza. Mentre gli allopatici introdussero un nuovo sistema accademico, secondo il quale prima impari quello che devi sapere, e poi agisci di conseguenza, indipendentemente da quello che ti trovi di fronte. È una storia lunga, e non credo che abbiamo il tempo di approfondirla adesso, ma alla fine si comprende come l’industria farmaceutica, a furia di ingrandirsi, sia finalmente riuscita a farsi attribuire la responsabilità di svolgere lei stesse la ricerca scientifica. Questa fu una svolta storica fondamentale, che avvenne fra gli anni ’80 e gli anni ’90. Fino a quel punto la ricerca veniva svolta dalle università, e quindi si poteva contare su una certa obiettività nei risultati, ma dopo gli anni ’90, a causa del costo sempre crescente della ricerca, l’industria farmaceutica sia assunse il compito di svolgerla tutta da sola. Ora però controllano tutto, e spesso non è nemmeno permesso ai ricercatori di vedere i risultati delle proprie ricerche. Tutta l’informazione che riceviamo ci arriva dalle compagnie farmaceutiche, e noi non possiamo nemmeno metterla in dubbio. Naturalmente non possiamo neanche sperare che rivolgano la loro attenzione ai prodotti naturali, poiché i prodotti naturali, per legge, non sono brevettabili, e quindi non ci sono soldi da guadagnare. Quindi semplicemente l’industria non è interessata. Abbiamo così un grave problema, dove certi semplici rimedi, che possono o che mostrano di funzionare, non attraggono comunque l’attenzione dell’industria farmaceutica, perché non ci sono soldi da guadagnare. Questo è, sostanzialmente, il problema. C.B. – Il grande problema è anche quello della gente che muore ogni anno di cancro. Secondo le statistiche muoiono di cancro circa ventimila persone ogni giorno … M.M. – Questo significa più di 8 milioni di persone all’anno, di cui mezzo milione sono americani. Ed ogni anno c’è un milione di persone a cui viene diagnosticato un nuovo cancro. Ora pensi che ciascun paziente porta mediamente un fatturato di trecentomila dollari al sistema ospedaliero, quindi ogni paziente vale, in crudi termini economici, 300 mila dollari. Con un milione di nuovi pazienti ogni anno, faccia lei i conti. C.B. – Quindi il sistema stesso è una specie di macchina, in un certo senso, una macchina che produce migliaia di milioni di dollari. M.M. – E questa macchina dispone, a mio parere, del sistema di sicurezza più intelligente e perfetto in assoluto, che risiede nei dottori stessi. In altre parole, provi a nominare al suo dottore un eventuale rimedio alternativo di cui ha sentito parlare, e lui le riderà in faccia con sarcasmo e con sufficienza. Questo tipo di atteggiamento gli viene insegnato fin dall’inizio, e quindi loro sono, senza saperlo, il miglior meccanismo di sicurezza dell’intero sistema. E agiscono in buona fede: io direi che il 99, 99% dei dottori sceglie questa professione perché ama gli altri e vuole aiutarli, ed è quindi una persona generosa per sua natura. Non è quindi che non vogliano, è semplicemente che non sanno. Gli insegnano a non sapere. C.B. – Ogni giorno ventimila persone … Forse quel numero potrebbe abbassarsi un pò, forse potrebbe essere ridotto della metà, forse potrebbe diminuire ancora di più, se la gente sapesse che vi sono delle alternative. M.M. – Se posso aggiungere una cosa, l’aspetto veramente tragico è questo: non solo l’establishment medico impedisce la diffusione di informazioni su possibili cure alternative, ma loro non sono assolutamente in grado di curare il cancro. Di fronte a queste statistiche, stiamo parlando di un fallimento totale, ed è chiaro che non c’è nessun interesse [a curare la gente]. Voglio dire, 100 anni fa non c’erano nemmeno gli aerei, oggi abbiamo dei jet che volano a tre volte la velocità del suono. 100 anni fa usavamo il telegrafo per comunicare, oggi abbiamo Internet che è un sistema globale di comunicazione digitale. Tutto è migliorato, eccetto la cura per il cancro, che è rimasta esattamente la stessa. La teoria è rimasta esattamente la stessa, e le opzioni che vengono offerte sono le stesse che venivano offerte 50, 60, 70 anni fa: chirurgia, radioterapia, e chemioterapia. E quello che è stato veramente scioccante per me, è che i farmaci chemioterapici sono di fatto cancerogeni. Non stiamo dicendo che potrebbero essere cancerogeni, stiamo dicendo che sono cancerogeni, e queste informazioni arrivano direttamente dal sito della FDA: la scritta dice “Questa sostanza è un noto cancerogeno per gli umani”. C.B. – In altre parole, la stessa cosa che prendiamo per uccidere il cancro fa venire il cancro. M.M. – Idem per le radiazioni: quindi due dei tre rimedi che vengono offerti sono in realtà cancerogeni. Il problema è che una volta che decidono di non avere una soluzione per te – oppure decidono che non vogliono averla – a quel punto mungono la vacca il più possibile. Questi chemioterapici arrivano a costare 4, 5, 6, fino a 7 mila dollari al mese. Come puoi non prescrivermi una medicina che costa settemila dollari? Chi se ne frega se mi fa venire il cancro! Se solo vivi da sei mesi a un anno, io posso guadagnare da 60 a 100 mila dollari. C.B. – Stiamo per affrontare la riforma sanitaria, e stiamo per gettare miliardi di dollari nel sistema, ma se non riformiamo il modo in cui affrontiamo la sanità, il modo in cui guardiamo alla malattia, a che cosa serve? M.M. – L’unica riforma possibile è nella mente degli uomini, è nel cuore degli uomini. Tutti devono cambiare un po’, senza aspettare che siano gli altri a cambiare. Se ognuno facesse quello che deve fare, avremmo tutti il mondo che desideriamo. C.B. – Abbiamo avuto un assaggio del ruolo dei media, di come i media abbiano cercato di screditare Hoxsey. Perché è importante che la gente supporti KPFK, e questo tipo di media? M.M. – Perché è importante, ciascuno dovrebbe già saperlo da solo. Il semplice fatto che ci stiano ascoltando vuol dire che cercano qualcosa che non trovano nei media tradizionali. Ora, c’è questa diffusa opinione che “i media siano controllati”. Io non credo che sia esattamente così, i media sono qualcosa di troppo grande per essere “controllati”. Io credo che sia il sistema culturale che si controlla da solo: alla gente viene insegnato a rigettare e scartare certi concetti fin dall’inizio. Come qualcuno ha detto poche ore fa, questa mattina nel vostro show, che ho trovato molto interessante: “Siamo tutti prigionieri di quello che crediamo di sapere”. E’ quindi il nostro sistema mentale a creare le gabbie che ci impediscono di espanderci, ed è questo il vero problema. Dovremmo sempre pensare che non tutto quello che sappiamo è vero, e dovremmo sempre lasciare spazio per aggiungere qualcos’altro, anche se questo ci dovesse costare. Perché è chiaro che perdere le proprie certezze ha un costo, ma una volta che hai capito che la verità non è quella che pensi essere, a cosa serve continuare a restarci aggrappati? C.B. – Questo è anche l’unico modo che abbiamo per crescere e cambiare, cercando nuove informazioni e riconoscendo che ci sono altre possibilità. M.M. – A mio parere le cose stanno cambiando ad un livello molto più alto, se resta un momento provo a parlarne. Se lei pensa alla situazione in cui ci troviamo adesso, abbiamo da una parte la perdita di petrolio nel golfo del Messico, e dall’altra questa crisi emergente in arrivo da Iraq e Afghanistan, dove sta diventando sempre più chiaro che le nostre avventure laggiù siano un fallimento completo. Ora, tutto si può ricondurre – la perdita di petrolio e la guerra, che è sempre per il petrolio – tutto si può ricondurre al petrolio e a agli anni ‘20, circa un secolo fa, ai Rockefeller e alle compagnie petrolifere: questo è stato il secolo del petrolio. Il petrolio ha determinato tutto, compreso l’industria farmaceutica, che è nelle mani delle stesse persone che posseggono le società petrolifere. Ad esempio Rumsfeld era uno dei maggiori azionisti delle società farmaceutiche, ed era anche uno dei re della guerra, uno dei maggiori guerrafondai. Questo non è un caso. L’origine è sempre la stessa. E’ il petrolio la vera chiave che va cambiata. Io credo che quando Obama ne ha parlato, ne ha parlato e basta. Ma a meno che faccia qualcosa, e che la gente gli chieda di fare qualcosa, che lo pretenda, non succederà nulla, e a quel punto tutti dovremo pagarne le conseguenze. Fonte: http://www.luogocomune.net/site/modules/news/article.php?storyid=3567 |