di

Paolo Franceschetti


E’ dai tempi del G8 che mi domando chi erano questi misteriosi "Black Block" detti anche tute nere, che hanno messo a ferro e fuoco la città di Genova.

Ma, andando a caccia di notizie, non ho mai trovato teorie o articoli di un certo rilievo su questo gruppo.
Quello che si trova è questo:
http://it.wikipedia.org/wiki/Black_bloc
oppure
http://www.storiaxxisecolo.it/g8/G8black.htm
Le domande che si fanno tutti sono due.
1) Come mai hanno spaccato, distrutto, danneggiato, incendiato, e la polizia non ne ha arrestato neanche uno?
2) Perché la polizia ha caricato pacifici manifestanti ma non ha mosso un dito contro i Black Block?
Infine, la domanda più importante: chi sono realmente i Black Block?
Mettiamo in ordine alcuni fatti con le spiegazioni che ci hanno dato sempre finora.
– Raccontano molte testimonianze che la polizia non ha fatto nulla contro i Black Block, e li ha lasciati indisturbati a danneggiare e incendiare; in compenso, dopo pochi minuti, lo stesso gruppo di poliziotti caricherà inermi manifestanti dell’Azione Cattolica. "Errore", diranno le spiegazioni ufficiali; "disorganizzazione", diranno altri; "impreparazione" delle nostre forze dell’ordine, diranno altri ancora.
– In alcune scene si vedono gruppi di poliziotti che arretrano di fronte ad un solo Black Block. La spiegazione ufficiale è che non volevano caricarlo, per non fargli del male.
– Alcune foto ritraggono i Black Block che si vestono e si armano di fronte alla polizia che rimane ferma, immobile. La spiegazione ufficiale: forse perché ancora non hanno commesso alcun reato; quindi i poliziotti vigilano e cercano di non creare per primi il pretesto ad una scena di violenza.
– Altre foto che sono circolate i giorni dopo il G8 riprendono i Black Block che passano di fronte ad una caserma e fanno il saluto militare. Per sfottere i militari, disse qualcuno. Sì, per sfotterli, perché loro sono anarchici e contro il sistema.
– Alcuni testimoni raccontano di aver visto molti black block parlare con la polizia come se niente fosse, come vecchi amici. Segno di apertura mentale da ambo le parti, ha commentato qualcuno.
– Altre testimonianze parlano di un gruppo di qualche centinaio di Black Block che nei tre giorni precedenti si esercitava a soli 400 metri da una caserma di polizia… (v. il link che postiamo sotto). Mica è proibito esercitarsi fisicamente, commenta qualcuno… che cosa c’è di strano?
– Alcune foto e il filmato che alleghiamo fanno vedere i Black Block che assaltano un carcere; la polizia non solo non li ferma, ma scappa addirittura via (mentre la procedura prevede che perlomeno avrebbero dovuto chiamare rinforzi). Perché? Qui la spiegazione ufficiale non dice nulla. L’episodio è rimasto inspiegato e inspiegabile.
Ci sono poi altre domande da farsi. Questi gruppi sono arrivati a Genova superando i controlli della polizia di frontiera, armati fino ai denti, in furgoni e altri mezzi che non passavano certo inosservati. Possibile che nessuno li abbia mai fermati?
Sorge spontanea un’altra domanda; se i Black Block sono contro il sistema, perché hanno distrutto vetrine, auto, incendiato, ecc. danneggiando così semplici cittadini che di questo sistema sono vittime? Dietro ad una vetrina di un negozio spesso non c’è il grasso banchiere affamatore di popolo, ma la famiglia che tira a campare con quel poco che il fisco non le ruba. Dietro alla Uno e alla Ritmo sfondate a martellate e date alle fiamme non ci sono certo ricchi sceicchi arabi e proprietari delle multinazionali (cioè i soggetti contro cui è diretta la campagna no global) ma gente semplice, che paga con fatica le 200 euro al mese di rata e a cui l’auto serve magari per andare a lavorare.
In realtà io credo che la spiegazione sia una sola.
Dopo anni che ho studiato i libri sui servizi segreti di De Lutiis e Giannuli, che ho letto testimonianze giudiziarie e non sui metodi di infiltrazione dei servizi, mi sono convinto di una cosa.
I Black Block altro non sono che agenti dei servizi segreti, che avevano il compito di creare il caos al G8.
Non sono stati fermati perché la polizia aveva l’ordine di non fermarli.
Non li hanno mai caricati perché la polizia aveva l’ordine di non caricarli.
Si sono armati davanti ai poliziotti perché le forze dell’ordine stavano proteggendo la loro "vestizione".
Si sono addestrati a 400 metri da una caserma perché erano militari.
Parlavano tranquillamente con la polizia perché erano dei loro.
Fanno il saluto romano davanti ad una caserma perché sono soldati, quindi abituati normalmente a fare il saluto militare.
La loro tecnica è quella tipica dei servizi; quella usata in tutti i movimenti e le forze politiche: si infiltra un movimento, per piegarlo a fini che il sistema approva.
D’altronde questo spiega anche un altro fenomeno curioso; osservando questi Black Block li si vede in forma, muscolosi e atletici; non esiste una foto di un black block un po’ rachitico, gobbo, basso, ecc… (osservate la foto all’inizio dell’articolo).
Questo perché sono militari, e scelti con delle caratteristiche fisiche ben precise.
D’altronde, ad avvalorare questa tesi, c’è anche un’altra considerazione. Nei comunicati ufficiali dei Block Block si inneggia platealmente e in modo trasparente alla commissione di reati.
Nei loro comunicati ufficiali essi dicono espressamente che il loro scopo è distruggere la proprietà privata.
Ora, nel nostro ordinamento questo è un reato, e ne conseguirebbe automaticamente che tali persone dovrebbero essere individuate e processate per associazione a delinquere (articolo 416 c.p.).
Né, dati i mezzi di cui oggi sono dotati i nostri servizi segreti e le nostre forze dell’ordine, dovrebbe essere troppo difficile individuare questi gruppi e smantellarli in quattro e quattro otto.
Viene spontanea allora la domanda: perché non li si persegue penalmente, anche al di là, e per fatti diversi, rispetto a quelli del G8?
A questo punto è facile trovare la risposta.
Ma a questo punto è altrettanto facile capire anche il loro fine, quando si ha chiaro il modus operandi tipico dei servizi segreti.
Scopo dei Black Block era quello di creare il caos a Genova, per gettare il discredito su chiunque manifestasse contro la globalizzazione.
Nell’immaginario collettivo, infatti, dopo il G8, è rimasta la seguente equazione: No Global = delinquente che incendia, crea caos, distrugge.
La maggioranza dei manifestanti era gente pacifica; era presente all’evento l’Azione Cattolica, l’Arci, movimenti pacifisti, buddisti, cattolici, atei, cittadini che si erano riuniti spontaneamente.
Nella mente della casalinga disinformata, o dell’operaio pantofolaio che vive di luoghi comuni, oggi No Global = delinquente.
Operazione riuscita quindi.
Si crea un problema falso, perché creato dalla élite al potere (il caos del G8), e si allontana in questo modo la gente dal vero problema: cioè che la globalizzazione sta uccidendo le nostre colture, sta affamando le popolazioni del terzo mondo, sta distruggendo la nostra agricoltura lasciandola in mano alle multinazionali.
Perché oggi, chiunque è contro la globalizzazione, è visto con sospetto; è visto come un violento, un agitatore, un debosciato.
Mentre la verità è che chi è contro la globalizzazione è, più semplicemente, a favore dei nostri allevatori, coltivatori, produttori e commercianti; è a favore delle popolazioni del terzo mondo.
Sul G8, in particolare sui Black Block, vedi le testimonianze a questo link:
http://www.ciari.net/g8.htm
http://www.storiaxxisecolo.it/g8/G8black4.htm

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