Il video qui sopra è registrato da un documentario dell’emittente televisiva britannica BBC intitolato How Humans make rain – the science of superstorms, ovvero "Come gli uomini producono la pioggia, la scienza dei super-temporali" (il video, caso mai scomparisse da youtube, è stato memorizzato su mediafire, ove si può scaricare in formato .flv ed in formato .avi – 22 e 24 Mega rispettivamente).
Dopo una breve introduzione sul (tristemente noto) riscaldamento globale che "contribuisce a portare siccità", viene detto che una soluzione potrebbe venire dalle nuvole.
Ed ecco quanto viene riferito in questo documentario:
Ogni nuvola imbrifera può contenere circa 8 milioni di tonnellate di pioggia afferma il dottor Teon Terlanche, dell’Organizzazione Meteorologia Mondiale delle Nazioni Unite, e afferma che l’inseminazione delle nuvole può conseguentemente servire a risolvere il problema della crescente domanda di acqua.
La maggiore parte delle tecniche utilizzate oggi per l’induzione della pioggia hanno avuto origine nel 1946, quando gli scienziati hanno scoperto che disperdendo particelle di un composto chimico chiamato ioduro d’argento sulla sommità delle nuvole potevano innescare la caduta della pioggia.
Sin da allora le nazioni in tutto il mondo hanno sperimentato differenti metodi per "spremere" la pioggia dalle nuvole.
La Cina spende nell’inseminazione delle nuvole più di ogni altra nazione del mondo.
Nel video quindi appare uno scienziato impegnato in un’operazione di produzione della pioggia nel Mali, nell’Africa occidentale, ove sta testando una nuova tecnica su richiesta del Centro per le ricerche atmosferiche, basata sull’uso di una sorta di fuochi pirotecnici che disperdono dei particolari sali alla base delle nuvole. Queste le testuali parole del documentario:
Si tratta di particelle igroscopiche, di sali che si originano nella combustione e che innescano la formazione della pioggia.
Una volta rilasciate, ognuna delle particelle di sale igroscopico diventano semi intorno ai quali si possono formare le singole gocce di pioggia. Queste gocce collidono l’una con l’altra e crescono, eventualmente diventando abbastanza pesanti da cadere fuori dalle nuvole sotto forma di pioggia.
La modificazione climatica oggi è una scienza sempre più precisa che può offrire enormi benefici alle nazioni che soffrono di penuria di acqua per uso civile.
Negli ultimi pochi anni siamo stati letteralmente su tutti e 5 i continenti , una gran parte del nostro lavoro si è concentrato sull’Asia del sud est, Africa, Sud e Nord America ed anche in Europa, in Italia e in Grecia.
Ci sono attualmente più di 46 nazioni, più di 150 programmi che sono in corso mentre noi parliamo.
L’inseminazione delle nuvole sembra che possa operare un cambiamento positivo per molte persone nel mondo. Ma è una storia che è nata da un passato tormentato ed inquieto.
Certamente, la storia della modificazione climatica ha un passato tormentato ed inquieto, come già dimostrato nell’articolo sul nubrifragio artificiale del 1952, che spazzò via un piccolo centro della Gran Bretagna (Lynmouth, nel Devon) causando 35 morti. L’alluvione in questione fu originata da un esperimento militare di induzione artificiale della pioggia. La modificazione climatica infatti è stata sperimentata ed utilizzata in ambito militare da circa 60 anni, e la si è utilizzata in Vietnam, ove si sono indotte piogge ed acquazzoni a scopo militare.
A conferma di quanto appena detto abbiamo l’articolo Controlling the weather, scritto da Paul Simons e pubblicato il 24 settembre 2001 sul giornale britannico Guardian, nel quale leggiamo tra l’altro:
Durante la guerra del Vietnam, gli americani hanno lanciato il Progetto Popeye, una missione segreta per inseminare le nuvole monsoniche ed innescare fenomenali acquazzoni allo scopo di rovinare la ferrovia di Ho Chi Minh utilizzata per trasportare i rifornimenti.
Per cinque anni il Vietnam, la Cambogia ed il Laos furono irrorati durante i monsoni, ed i servizi segreti militari hanno affermato che la pioggia era aumentata di un terzo in alcuni posti. Queste cose terminarono soltanto nel marzo del 1971 quando il giornalista Jack Anderson espose il progetto e causò una tale rabbia nell’opinione pubblica che l’assemblea generale delle Nazioni Unite approvarono un trattato universale per mettere al bando le armi climatiche.
Se uniamo questi fatti con gli esperimenti militari Inglesi e Statunitensi di dispersione di agenti chimici e batteriologici su vaste aree forse abbiamo un quadro completo di quali siano non solo le correlazioni della modificazione climatica con i criminali esperimenti in ambito militare, ma anche di come la struttura militare abbia portato avanti da lungo tempo (senza che mai nessuno protestasse, ma obbedendo docilmente agli ordini dei superiori) dei programmi di avvelenamento intenzionale della biosfera.
Se poi qualcuno nega la realtà storica e scientifica della manipolazione climatica nel disperato tentativo di ridicolizzare chi denuncia le scie chimiche noi non ci possiamo fare niente.
Per altro è recentissima la notizia dell’uso di generatori di ioni per indurre piogge e tempeste ad Abu Dhabi (Emirati Arabi uniti), notizia che nonostante lo scetticismo di alcuni meteorologi (che NON hanno preso parte al progetto) viene riportata senza condizionali dal http://www.telegraph.co.uk (nonché in forma vagamente dubitativa dal daily mail).
Intendiamoci, nessuno scienziato dubita del fatto che le antenne siano state messe in opera e nemmeno del fatto che i temporali e le precipitazioni inusuali si siano verificate in quell’area; l’unico dubbio è sulla reale correlazione tra le due cose, dal momento che anche la variabilità atmosferica e la sua sostanziale imprevedibilità potrebbe in teoria rendere conto di quanto avvenuto.
Da notare che le antenne utilizzate in questo progetto hanno una potenza relativamente bassa ed il costo del progetto nel suo complesso risulta pure abbastanza esiguo.
Qui sotto un altro video relativo alla manipolazione climatica in Cina in occasione delle Olimpiadi. Maggiori dettagli sulla questione si possono leggere nell’articolo controllo-del-clima-alle-olimpiadi, traduzione dell’articolo pubblicato sul Los Angeles Times, ma adesso scomparso dal link originale. Per fortuna ne è rimasta memoria in questo sommario del quotidiano stesso, e qualcuno lo ha ripubblicato in lingua originale.
Noi per sicurezza abbiamo anche fatto degli screenshot, e del video una copia è stata memorizzata su mediafire, ove si può scaricare in formato .flv o in formato .avi – rispettivamente 6 e 7,5 Mega).
E se non bastassero tutte le notizie sopra riportate c’è anche quella di un programma sperimentale per indurre le nevicate che ha ottenuto un aumento significativo del 14%
della neve caduta.
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