Qui di seguito potete trovare la traduzione dell’articolo Egypt today Europe tomorrow pubblicato l’11 febbraio 2011 da Jane Burgermeister sul suo blog.
L’articolo mostra, a dir poco, una pesante ingenuità di analisi, come comprenderà benissimo chi ha letto i tre precedenti articoli sulla questione delle rivolte in Nord Africa (primo e secondo e terzo), e a questo punto, visto la grande capacità di analisi mostrata fino a pochi mesi addietro, da una persona che ha svelato i retroscena della strage polacca, dell’influenza suina e di altre questioni connesse alla costruzione del Nuovo Ordine Mondiale fa subito pensare male.
E devo dire che il pensiero meno brutto è che le pressioni da lei subite durante il processo ed in altre occasioni l’hanno di fatto trasformata in un ennesimo gatekeeper, che denuncia correttamente alcune cose orribili per nasconderne altre (vedi le scie chimiche di cui non parla nel suo blog) e disinformare su altre ancora. E se non fosse l’effetto delle pressioni subite dovremmo pensare che si sia sempre trattato di un agente doppiogiochista la cui vera finalità si mostra in questi tempi.
In ogni caso sono radicalmente convinto che una persone che denuncia la tossicità dei vaccini per poi spingere le persone contrarie alle vaccinazioni a scendere in piazza durante finte "rivolte civili" organizzate dal sistema, è molto pericolosa; molto più pericolosa, sotto certi aspetti, di un medico che faccia propaganda ai vaccini. Il risultato di una simile opera di disinformazione infatti è quello spingere al servizio del regime anche le persone che da tempo contro questo regime stanno lottando. E per giunta il progetto sembra chiaro, chiarissimo, Egitto oggi, Europa domani è il titolo dell’articolo di J.Burgermeister: sembra che il programma dei padroni del mondo sia proprio quello di generare un nuovo ordine sociale partendo dal caos che loro stessi hanno ingenerato.
Del resto anche in Italia abbiamo il sito Luogo Comune (un sito che pur denuncia tante cose orribili, dalle menzogne dell’11 settembre alla tossicità dei vaccini, ma che poco si spende sulle scie chimiche, pubblicando di tanto in tanto su tale tematica articoli di poco spessore) che, tramite il suo gestore Massimo Mazzucco, ci propina una variante del pensiero della Burgermeister:
A furia di fingere di esportare democrazia, si rischia di finire per riuscirci: sembra questo il senso ultimo degli eventi che stanno sconvolgendo l’Egitto in questi giorni. Di certo, gli eventi a cui stiamo assistendo possono essere presi come l’esempio di una trasformazione di tipo geopolitico che va ben oltre i confini del paese interessato.
Abbiamo detto “trasformazione” e non “rivoluzione”, e questo rende l’intera vicenda egiziana mille volte più importante e significativa di una qualunque rivolta armata. Le rivolte armate normalmente esprimono una rabbia generica, istintiva e non articolata, mentre il popolo egiziano sta dimostrando di avere molto chiari sia le cause che le finalità del proprio scontento. Non vogliono semplicemente la cacciata di un dittatore, che venga sostituito da un altro dittatore travestito da falso progressista, ma vogliono dei cambiamenti precisi e tangibili nella loro vita quotidiana: libertà di espressione, diritti civili, sindacati indipendenti, ed un livello di vita per tutti che sia almeno dignitoso.
(…)
Forse davvero è finita un’era e ne sta iniziando un’altra, fatta di equilibri internazionali più precari e delicati, ma anche più sani e duraturi, poichè basati sulla consapevolezza che il popolo – inteso in senso lato – comincia finalmente ad avere una voce in capitolo. Di certo possiamo dire che i prossimi anni, per chi si ritroverà a viverli, saranno di tutto meno che noiosi.
Egitto oggi, Europa domani
articolo di Jane Burgermeister – traduzione a cura di non votare chi ti avvelena
I risultati ottenuti dal popolo egiziano hanno ispirato il mondo. Il regime che essi hanno rovesciato in soli diciotto giorni era crudele, corrotto e determinato. Soltanto ieri sera il presidente Hosni Mubarak è apparso in televisione e ha sfidato milioni di persone che si erano radunate nelle piazze e nelle strade d’Egitto, dichiarando che intendeva continuare come prima e con le minime concessioni.
Nella sua arroganza e sete di potere, Mubarak ha fatto uso di tutte le armi di sottomissione a disposizione di un dittatore: 1,5 milioni di poliziotti armati, torturatori, il coprifuoco, media di Stato controllati, trasmissioni di propaganda e bugie tutto il giorno, e un black out di internet.
Questo pomeriggio, poche ore dopo aver fatto il suo deludente discorso, promettendo di rimanere al potere, Mubarak è stato costretto a fuggire in elicottero dal suo palazzo presidenziale, dopo che i suoi soldati si sono schierati con i manifestanti. L’esercito ha assunto adesso il governo e ha promesso ai manifestanti un ritorno della democrazia.
C’è ancora da fare molto per fondare un tipo di nazione libera che gli egiziani desiderano. Le dimissioni di Mubarak sono solo il primo passo di un lungo percorso. La loro rivoluzione può ancora essere dirottata dalle stesse forze sinistre che li hanno oppressi per anni, che ora riappare con nuovi travestimenti.
Ma il popolo egiziano ha dimostrato di essere molto ben informato e consapevole dei rischi e dei pericoli futuro ed hanno un buon piano, concreto e realistico per raggiungere il loro obiettivo di libertà e democrazia.
Hanno espresso la loro determinazione, da ora in poi, a continuare ad impegnarsi in politica e a non lasciare nuovamente i giochi di potere ad un gruppo di partiti, a personalità e lobbies segrete.
Giovani e vecchi, ricchi e poveri, musulmani e cristiani hanno lavorato insieme, hanno marciato insieme, combattuto insieme ed hanno sofferto insieme ed ora celebrano insieme. Dopo la Tunisia e l’Egitto, chissà quale paese del mondo arabo guadagnerà la sua libertà. Chissà quando la scintilla della libertà potrà divampare in Europa e ispirare qui una rivoluzione?
Per quanto tempo ancora, noi, i popoli d’Europa, rimarremo a guardare, a permettere che i nostri diritti, le nostre libertà e il nostro futuro siano distrutte da una oligarchia globalista e dall’Unione europea, con il pretesto di combattere il terrorismo?
Per quanto tempo ancora potremo stare guardare mentre i governi propinano vaccini conosciuti allo scopo di causare alle persone l’autismo ed altri danni? Per quanto tempo ancora rimarremo a guardare mentre il nostro cibo, l’ acqua e l’aria sono avvelenate? Quanto tempo ci volteremo dall’altro lato, su come le banche sfruttino la nostra economia, lasciando milioni di senzatetto, i giovani senza una possibilità di istruzione od un lavoro? Per quanto tempo ancora staremo a guardare i preparativi per ulteriori guerre ed altri conflitti? Quanto potremo tollerare la corruzione da parte dei giudici? E quanto tempo ancora potremo ascoltare le bugie dei colossi dei media controllati ?
Se abbiamo il coraggio di sognare, come perigliosamente ha osato il popolo egiziano, possiamo anche cambiare in poco tempo la direzione delle nostre società, giorni mozzafiato come ha fatto il popolo d’Egitto con il suo coraggio e determinazione. Se ci organizziamo e perseveriamo, possiamo anche trasformare i nostri sogni di libertà in realtà. Se in tutta Europa noi ci uniamo e impegniamo, dalla Grecia alla Svezia, dalla Germania alla Spagna, dalla Finlandia al Irlanda, possiamo creare il futuro per un buon governo, di giustizia e prosperità.
Il popolo egiziano ci ha ricordato che i nostri sogni possono avverarsi fino a che noi li meritiamo. Possiamo anche condividere con la stessa atmosfera di euforia di celebrazione, con la stessa verve, la fine di anni di repressione, d’intimidazione e di menzogna, se siamo pronti disposti ad affrontare la verità della nostra situazione, la realtà che noi, popoli d’Europa come anche il popolo degli Stati Uniti, che sono governati da una oligarchia finanziaria e da governi, i governi sovranazionali dell’UE. ONU, FMI e l’OMS, i quali sono sempre più simili al regime di Mubarak.
Siamo in grado di voltare pagina. Possiamo avere un futuro, vivere il tipo di vita abbiamo sempre voluto, imparare a camminare nuovamente dritti e a tenere la testa alta. Siamo in grado di realizzare grandi cose insieme. Il popolo d’Egitto ci ha indicato la via.