Il Comitato per l’Ambiente del Parlamento europeo sta facendo pressione affinché sia istituito un avvertimento in etichetta sui prodotti contenenti aspartame, attestante la sua potenziale pericolosità per le donne incinte. Questo nonostante i pareri dell’EFSA e dell’Agenzia per la sicurezza alimentare francese ANSES che affermano l’insufficienza delle prove scientifiche disponibili nel rendere necessario un riesame della sicurezza del dolcificante.
"Contiene aspartame (una fonte di fenilalanina, potrebbe non essere indicato per le donne incinte)", così recita la proposta di etichettatura, attualmente in valutazione, emendata di recente dalla deputata francese Corinne Lepage, in seguito alla pubblicazione di uno studio epidemiologico danese che ha messo in luce una correlazione statistica tra il consumo di bevande analcoliche contenenti dolcificanti e l’aumento del rischio di parto prematuro indotto medicalmente in seguito a complicazioni. Gli autori dello studio hanno affermato la necessità di ulteriori studi per verificare se vi sia o meno un nesso di causalità.
Questo studio, insieme ad un altro dell’istituto italiano Ramazzini, che evidenziava un aumento dell’incidenza di cancro nei topi maschi nutriti con dosi molto elevate di aspartame, era stato valutato dall’EFSA e da ANSES, ma le due agenzie per la sicurezza alimentare non avevano ritenuto i risultati e le prove scientifiche evidenziate sufficienti per modificare l’attuale DGA di 40mg/kg di peso corporeo, pur riconoscendo la necessità di ulteriori indagini. Per ulteriori informazioni su questi studi e la loro valutazione da parte di EFSA si rimanda ai precedenti articoli del sito in merito.
Inoltre, il mese scorso un membro del gruppo scientifico di EFSA sugli additivi ha preso parte ad una discussione presso il Parlamento europeo riguardo all’aspartame, per spiegare il lavoro svolto dall’Agenzia sul dolcificante nel corso degli anni e le modalità di valutazione e revisione dei più recenti studi.Proprio in tale occasione Corinne Lepage ha invocato il principio di precauzione, e accusato l’industria, in quanto gestore del rischio, e l’EFSA, in quanto valutatore del rischio, di "role playing", ovvero di sapere benissimo la dannosità dell’aspartame ma di giocare secondo copione a difesa di se stessi e delle proprie pregresse opinioni. Secondo la deputata non vi è stata alcuna valutazione indipendente degli studi, e vi è l’assoluta necessità di un’esplicita raccomandazione per le donne in gravidanza, di modo da permettere loro di essere opportunamente informate del fatto che vi sia una certa incertezza riguardo l’aspartame, e quindi di decidere consapevolmente se esporvisi o meno.
Non è ancora sicuro che l’etichetta di avvertimento sull’aspartame sarà inclusa nel nuovo regolamento, essendo la successiva fase del processo legislativo una serie di consultazioni a tre tra Parlamento, Consiglio e Commissione, prima della votazione in plenaria prevista per il mese di luglio.
Le reazioni di EFSA e la questione dell’indipendenza dell’Agenzia
EFSA si è dichiarata delusa da questo atteggiamento, affermando che si continuano a perpetrare i medesimi errori, dovuti alla disinformazione. “I rischi dell’utilizzo dell’aspartame”, ribadisce l’Autorità, “sono stati considerati da organismi scientifici in tutto il mondo e l’attuale dose giornaliera accettabile (ADI) assicura che i consumatori siano tutelati. Il compito più delicato di EFSA è proprio il fornire consulenza scientifica indipendente di alta qualità, e a tal fine ha messo in atto una serie molto rigorosa di procedure e processi atti a garantirne l’indipendenza in ambito scientifico."
La questione dell’indipendenza scientifica e relativa attendibilità dei pareri di EFSA è tuttavia estremamente delicata, e l’aspartame non è l’unico terreno di scontro fra l’Autorità e i membri del Parlamento europeo. Ricordiamo ad esempio gli scetticismi e le polemiche non solo relativamente alla recente frattura degli organismi europei riguardo agli alimenti derivati da animali clonati e progenie, ma anche su altri pareri espressi dall’Agenzia.
Ad esempio, dopo la pubblicazione del controverso ‘studio di Southampton’, che ha riportato un legame tra cocktail di coloranti alimentari più benzoato di sodio con l’iperattività nei bambini, i deputati hanno votato per un’etichetta di avvertimento obbligatorio su tutti i prodotti che le contengono, nonostante il parere dell’EFSA che lo studio di Southampton, in proprio diritto, è stato alcun motivo per cambiare le raccomandazioni. EFSA ha poi di fatto abbassato la DGA di alcuni dei colori in questione, ma per motivi diversi da un legame con l’iperattività, che non è stata dimostrata in studi sui singoli coloranti.
Sulla questione dell’indipendenza di EFSA, si rimanda ad ulteriori articoli del sito.
Fonte: SicurezzaAlimentare.it