di
Marco Pizzuti
Da alcune settimane i dipendenti della società privata Milano 90 che garantiva i servizi alla Camera dei Deputati sono in piazza per manifestare la propria disperazione. Per loro infatti la Casta parlamentare ha fatto preparare 350 lettere di licenziamento (su 540 lavoratori in tutto) che gli verranno consegnate entro il 31 dicembre come “regalo di Natale”. Dopo aver rescisso il contratto con la società di Sergio Scarpellini, la Camera non ha infatti pensato a ricollocare i dipendenti che stanno per finire in mobilità. Lo stipendio medio di questi lavoratori non superava i mille euro e il servizio da loro offerto (dalle ore 07.00 alle ore 22.00) comprendeva la pulizia degli uffici e dei servizi igienici. Si trattava quindi di operai, la maggior parte dei quali non più giovanissimi e con mutuo e famiglia a carico.
Ufficialmente questo taglio di spese è stato deciso per far far fronte agli sprechi. Strano però che a farne letteralmente le spese siano sempre gli stessi, ovvero chi riceveva già stipendi da fame con cui bisognava fare salti mortali per arrivare alla fine del mese.
I tagli degli sprechi veri invece, non colpiscono mai chi dovrebbero: