di
Corrado Penna
Pericolosità delle reti wireless: lettera a Monti, ai Senatori ed ai Deputati
«Molti dei nostri Sindaci annunciano gaudenti il “nuovo servizio”, “la linea di sviluppo”, “la nuova opportunità” senza generalmente informare dei gravi rischi per la salute cui stanno sottoponendo i cittadini, soprattutto i bambini»
Roma, 03.04.2012 – «Ill.mo Presidente,
richiamiamo la Sua attenzione in merito ai sistemi wireless, tecnologia in forte espansione ma i cui gravi rischi per la salute sono ormai riconosciuti dalla comunità scientifica e istituzionale internazionale. Wi-fi, microonde, cellulari aumentano il rischio di contrarre varie forme di patologie, tra cui tumori e leucemie, soprattutto infantili. Dopo decenni di segnalazioni scientifiche, conflitti di interesse, le radiofrequenze dal 31 maggio 2011 sono ufficialmente classificate dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, “possibly carcinogenic to humans”. Sono i bambini, i ragazzi, i giovani in età riproduttiva, i soggetti più a rischio.
La risoluzione n. 1815 del 27 maggio 2011 del Consiglio d’Europa, visti i possibili gravi effetti sulla salute che i sistemi wireless provocano, raccomanda espressamente, tra le altre cose, di evitare ai bambini, l’esposizione ai campi elettromagnetici da radiofrequenze soprattutto dove stanziano a lungo, nelle scuole, nelle zone residenziali, nei luoghi pubblici. Raccomanda che siano rivisti i limiti correnti di esposizione, di far sì che gli utilizzatori di tecnologia wireless vengano allertati con avvisi sulla pericolosità, di dare preferenza alle reti cablate, che venga scoraggiato l’uso del telefonino.
I danni alla nostra salute sono ormai una certezza.
Circa 1.800.000 persone, in Italia, stando all’Organizzazione Mondiale della Sanità, spesso senza saperlo, soffrono a causa della sensibilità all’elettromagnetismo: emicranie, sudorazione, tachicardia, vertigini, stanchezza, ma anche disturbi dell’attenzione, del comportamento, del sonno, perdita della memoria, ansia, stati depressivi, sono alcuni dei sintomi di questa nuova sindrome. Nonostante tutto questo assistiamo ad un assurdo proliferare di reti wireless. Addirittura è consentito alle istituzioni pubbliche, ai Comuni per esempio, di coprire di reti wireless pubbliche, città intere, incrementando i già crescenti livelli di esposizione, senza purtroppo che il privato cittadino possa sottrarsi.
Le istituzioni pubbliche, così, invece di (pre)occuparsi di ridurre i livelli di esposizione ai campi elettromagnetici, contribuiscono paradossalmente proprio al loro aumento.
Come nelle più tragiche commedie, molti dei nostri Sindaci annunciano gaudenti il “nuovo servizio”, “la linea di sviluppo”, “la nuova opportunità” senza generalmente informare dei gravi rischi per la salute cui stanno sottoponendo i cittadini, soprattutto i bambini. Abdicando, tra l’altro, al ruolo di promotori di comportamenti collettivi più consapevoli e responsabili.
C’è di che riflettere leggendo le recenti richieste del Garante per le Comunicazioni al Governo, che chiede di “incentivare misure di cooperazione per reti dati wireless”, di “prevedere la liberazione di nuove risorse frequenziali per lo sviluppo delle reti wireless a larga banda” facendo mostra di enormi cifre di giri d’affari. Neanche un accenno purtroppo ai costi sociali, umani, anche economici nel futuro, che ne possono conseguire, parte dei quali, secondo gli esperti, saranno visibili addirittura tra 2-3 generazioni.
Esistono alternative al wireless: utilizziamo quelle.
In Italia i tumori infantili, nel silenzio generale, stanno crescendo di circa il 2% ogni anno, un tasso allarmante, oltre la media europea.
“L’attesa di prove cliniche e scientifiche di più alto livello prima di intraprendere azioni per prevenire rischi ben conosciuti può portare a costi economici e per la salute molto elevati, come nel caso dell’asbesto, il piombo nella benzina e il tabacco”. (Consiglio d’Europa, nella citata risoluzione).
Il diritto alla vita, alla salute, al libero arbitrio, il principio di precauzione, non devono essere così lecitamente violabili e violati.
Chiediamo così, Illustrissimo Presidente, nel rispetto del principio di precauzione, interventi immediati affinché:
1. sia vietata la possibilità da parte delle istituzioni pubbliche di attivare reti wireless cittadine e in generale nei luoghi dove si sosta a lungo e, ove già installate, prevedere modalità, con carattere di urgenza, di smantellamento. Al contempo sia regolamentato severamente l’uso privato di telefonini e wifi nei luoghi pubblici;
2. sia recepita la risoluzione n. 1815 del 27 maggio 2011 del Consiglio d’Europa, le cui raccomandazioni non costituiscono affatto una sorpresa, pensiamo alle richieste della Commissione Internazionale per la Sicurezza dei Campi Elettromagnetici, ICEMS (1999), alla risoluzioni di Roccaraso (2000), del Congresso di Ischia (2001), all’Appello di Friburgo (2002), alle Risoluzioni di Benevento (2006), di Venezia (2008), del Parlamento Europeo (2009), il Rapporto Bio-Initiative Working Group (2007, 2009, 2010), il Consenso di Seletun (2010);
3. siano attuati test di sicurezza sulla salute, coinvolgendo la scienza indipendente, prima di consentire l’introduzione di nuove tecnologie nel mercato; gli effetti nocivi di sostanze come l’amianto, il tabacco, i PCB, sono venuti alla luce solo decenni dopo la loro introduzione. Per questo sono necessarie misure di precauzione fino al chiarimento scientifico;
4. sia tenuto fede al principio, sacro, per cui “…in tutte le decisioni relative ai fanciulli, di competenza delle istituzioni pubbliche o private […] l’interesse superiore del fanciullo deve essere una considerazione preminente”. (Convenzione dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, 1989).
Le ragioni del mercato, per quanto potenti, non devono, si ritiene, ledere un bene primario come la salute pubblica.
Con la speranza che Lei, Presidente Monti, vorrà farsi portavoce presso il Parlamento e i membri del Suo Governo per accogliere queste esortazioni con carattere di urgenza, a tutela della salute e del futuro soprattutto dei più giovani, Le inviamo i nostri più cordiali saluti».
Associazione Cittadini, Genitori d’Italia