A cominciare dai delitti che hanno sterminato la famiglia kennedy fino ad arrivare alle vittime delle stragi nostrane, scopriamo che tutto il terrorismo nazionale ed internazionale, ha sempre avuto un denominatore comune, i servizi segreti. Per questo motivo alcuni noti esperti del settore come gli stessi magistrati inquirenti o autorevoli giornalisti d’inchiesta denunciano da tempo l’esistenza di punti di contatto tra estremismo armato, i “killer solitari” e l’intelligence. Strane convergenze? forse non troppo strane se consideriamo il fatto che il terrorismo svolge l’importante funzione di difendere lo status quo durante i principali momenti di tensione sociale. Serve ad instaurare il sospetto nelle masse che dietro ogni dissidente si possa nascondere un terrorista. La paura degli attentati scatenerà nella popolazione il prevedibile desiderio di maggiore controllo e sicurezza da parte del governo e delle forze dell’ordine. Seguendo il tradizionale modus operandi del problema-reazione-soluzione, queste ultime avranno poi campo libero per criminalizzare la dissidenza e giustificare misure repressive ad hoc. Per gli uomini dei servizi la strategia della tensione è un gioco da ragazzi che funziona sempre. La caratteristica dei processi sui c.d. “anni di piombo” del terrorismo rosso e nero che ha insanguinato l’Italia è infatti l’insabbiamento delle indagini. In pratica i processi vengono bloccati dall’alto ogni volta che arrivano sul punto di smascherare completamente il coinvolgimento degli uomini dell’intelligence. Ciononostante oggi esistono le prove (raccolte in numerosi libri e dossier) per dimostrare che dietro ogni cellula terroristica di un certo livello, si sono sempre trovate le tracce di infiltrati dei servizi segreti, delle loro armi e delle loro basi logistiche.
Quando un paese intero o un singolo presidente tentano di limitare le ingerenze dei poteri forti nella determinazione della politica del proprio paese vengono riportati al silenzio con lo strumento del terrorismo. L’escalation terroristica e dei movimenti estremisti più violenti sono come una bomba ad orologeria pronta ad esplodere nel momento in cui l’ordine precostituito ne ha maggior bisogno. I Black Block ad esempio servono a creare disordini e svolgono l’importante funzione di ridurre all’impotenza le giuste rivendicazioni dei movimenti pacifici di protesta più scomodi. Si tratta di professionisti molto ben organizzati (a cui si unisce sempre qualche ingenuo “utile idiota”) che compaiono sempre come funghi nei cortei che l’establishment intende criminalizzare. Gruppi che si dissolvono nel nulla solo dopo avere creato violenti disordini e aver fatto in modo che i telegiornali parlino esclusivamente della loro incursione violenta. Dopo ogni loro apparizione infatti tutta la manifestazione viene agevolmente trasformata dai mass-media in un movimento di facinorosi e così finisce che se manifesti pacificamente contro il progetto di globalizzazione dell’elite finanziaria o altro, per le masse sei un pericoloso “no-global”, un “black block”, una “testa calda” da arrestare… Altrettanto ovvio quindi che il vero scopo di fantomatici gruppi dell’area antagonista armata come gli anarco-insurrezionalisti (nome assolutamente improbabile per un movimento popolare genuino) e le neonate BR dal seguito politico equivalente allo zero, è quello di far riesplodere l’allarme terrorismo nell’attuale periodo di crisi. Gambizzano un manager, vengono trovati volantini "BR" scopiazzati da quelli degli anni ’70 e subito dopo il governo paventa l’uso dell’esercito per contrastare il terrorismo. Un film già visto….una boiata pazzesca… la solita strategia della tensione….Il futuro che ci attende è quindi facilmente intuibile… se l’establishment sarà in grave difficoltà contro l’antipolitica assisteremo al verificarsi di nuovi attentati a cui faranno seguito leggi speciali e perquisizioni con il pronto ritrovamento di materiale compromettente presso alcuni dei responsabili del movimento che "disturba i progetti dei poteri forti”.
Alcuni dei libri che hanno ricostruito la verità sulla matrice del terrorismo.
Una testimonianza sulla Banda della Magliana e sulle “convergenze” con le alte sfere dei servizi, delle banche e della massoneria…
Genova, i fatti del G8 raccontati da Carlo Lucarelli