DI
CLAUDIO MESSORA
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Paolo Barnard ha ragione. Ma sbaglia. Paolo Barnard sbaglia. Ma ha ragione. Succede sempre così, quando sei border line. Avere ragione pur avendo torto, e viceversa, è il prezzo che si paga quando si sta in bilico, a cavallo tra due mondi: quello apparente, illusorio dei media che proiettano una lente deformante sulla realtà e ne selezionano solo alcune aree, mettendole al centro e mantenendole a fuoco, di modo che tutto il resto scompaia, come se non esistesse, e quell’enorme, sconfinato universo che sorpassa la narrazione mediatica di un infinito ordine di grandezza. Leggere i giornali e mettersi davanti alla televisione è come stare dietro al buco della serratura e vedere sempre lo stesso raggio di sole infrangersi sul lembo di un panno steso. O, se volete, è come guardare il mondo dal satellite, puntando l’obiettivo su un’area di pochi metri quadrati alla volta, costretti ad attendere il giro successivo per spostare la visuale sul settore adiacente.
Non solo la visione d’insieme non si ottiene mai, ma l’immagine che se ne ricava è solo una parte del tutto così infinitesimale da essere ingannevole, soprattutto se chi manovra la telecamera decide cosa inquadrare e trasmettere, restituendo l’illusione che non accada nient’altro se non quello che lo schermo riproduce.
Lo scorso novembre, quel "fate presto" che ha bombardato la retina degli italiani ha usato le ottiche dei media per mettere a fuoco solo una piccola parte di quel che stava avvenendo: lo spread che si alzava. Restringendo l’immagine fino al parossismo e portando lo zoom a fondo scala, la maggior parte di noi (non tutti) ha creduto che intorno al grafico dei rendimenti di mercato non vi fosse nulla: nessuna causa esterna, nessuna ragione di cui parlare, nessun’altra soluzione possibile se non chiamare l’omino dello spread, il tecnico certificato, e restare in attesa mentre sostituiva il componente difettoso, la democrazia, con il nuovo relè automatico. Ma quando il problema è nell’impianto elettrico, e il tecnico non ve lo dice perché l’assistenza 24 ore su 24 rappresenta la sua maggiore componente di reddito, la lavatrice continuerà a rompersi, di nuovo, di nuovo e poi ancora di nuovo.
Quando le donne lavavano a mano, certo non avevano bisogno di un esperto, perché i mastelli non si rompevano. Così, prima che un manipolo di monetaristi inventasse il marchingegno difettoso dell’euro, proponendosi poi per dare assistenza continua, gli stati sovrani europei avevano in casa tutte le competenze di cui avevano bisogno. Potevano cioè lavarsi i panni sporchi in famiglia. Oggi, invece, abbiamo creato un problema che non c’era e abbiamo inventato una professione nuova per risolverlo. Abbiamo creato una tassa che non fa parte di nessuna politica fiscale e quindi non può essere ridotta né eliminata: la nuova decima del debito pubblico.
La Banca Centrale Europea non è stata costruita come la FED, la sua omologa americana. Draghi lo ha detto chiaramente, l’altro giorno alla Sapienza: lo scopo della BCE è unicamente quello di mantenere l’inflazione entro il 2%. Ora, l’inflazione cos’è? E’ l’aumento dei prezzi, ma l’aumento dei prezzi è dovuto alla disponibilità rinnovata di denaro fresco. Si immette denaro e, poichè vi è più ricchezza, i prezzi delle merci, regolati dalle leggi del mercato, si adeguano al rialzo. Dopo un po’ il denaro si svaluta perché i rincari compensano la maggiore disponibilità di liquidi. Tuttavia, il tasso di inflazione è anche una misura indiretta della ricchezza disponibile. Dunque una politica monetaria centrale unicamente concentrata sul controllo dell’inflazione corrisponde ad una precisa volontà politica di contenere la ricchezza. E’ come lasciar scorrere un filo d’acqua da un unico rubinetto per la paura che si allaghi tutto, ma fregandosene di chi muore di sete, mentre una ristretta minoranza di ricchi speculatori si scambiano immensi depositi di acqua e ne usano una minima parte per ricattare gli assetati e costringerli a lavorare in cambio di poche gocce.
Tutte le volte che vogliono convincervi che austerity e pareggio di bilancio sono le uniche soluzioni possibili, non fanno altro che stringere l’obiettivo e zoomare a fondo scala, ma se allargate il quadro e montate un grandangolo, potete vedere chiaramente quali sono i risultati di questo strategia: super ricchezze per pochi (che arrivano a guadagnare 4 miliardi di dollari all’anno come i gestori degli Hedge Funds più estremi) e fame nera per centinaia di milioni di esseri umani. Come è possibile considerare buone le ricette criminali (in quanto costringono alla povertà i popoli della Terra) di chi ha saputo, con la sua dottrina sbagliata, ottenere questi risultati catastrofici? La risposta è evidente:
- mantenendo le moltitudini in uno stato di ignoranza diffusa (come professava l’organizzazione guidata da Monti in uno studio famoso, Crisis of Democracy),
- indottrinando una ristretta cerchia di futuri monetaristi affinchè propagandino a loro insaputa teorie sbagliate dai risultati altrimenti evidenti (come si fa alla Bocconi, di cui Mario Monti è stato presidente) e
- mantenendo aperta una sola finestra sul mondo dalla quale sia possibile vedere uno scorcio dell’immagine complessiva che si apre su una scenografia allestita e presidiata da sagome posticce, a creare una rappresentazione illusoria e mendace del mondo reale, analogamente al mito della caverna di Platone (come fa la televisione ormai da 60/70 anni).
A volte si aprono degli squarci in questo ordine precostituito, perché la complessità del reale resta comunque difficile da governare, e allora assistiamo a trasmissioni (come quella di ieri sera, che è il motivo per cui ci vado) che riescono a spostare anche per pochi fotogrammi gli obiettivi sul mondo che si nasconde oltre i costumi di scena. Anche se può apparire ancora insufficiente, questa operazione di smascheramento richiede gli sforzi congiunti di molte persone: parte del basso, con le istanze della rete, e cerca di farsi strada verso il vertice della piramide, usando diverse chiavi di lettura e numerosi grimaldelli che cooperano in maniera invisibile, ma coordinata dalle geometrie naturali: quelle stesse forze che spingono, come un filo d’erba ricoperto di cemento, fino a quando la prima crepa si insinua nell’asfalto e si apre una speranza.
Non bisogna mai smettere di grattare le pareti della cella. Ho visto innocenti che, dopo avere piegato migliaia di cucchiai ed avere terminato le unghie, alla fine sono riusciti a rivedere il sole.
Claudio Messora
Fonte: www.byoblu.com
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