Fonte: Bologna Today
Il sisma sarebbe la conseguenza delle trivellazioni idrauliche per l’estrazione di petrolio e gas naturale. 8 pozzi attivi proprio sotto Finale dell’Emilia e Mirandola.
Dopo il terremoto che ha provocato danni e vittime in Emilia Romagna e tanta paura anche a Bologna, si fanno largo ipotesi sul perchè di questo fenomeno dalla portata straordinaria.
Da ieri due sono le parole che sul web stanno facendo strada a una tesi che attribuirebbe agli interessi dell’uomo il sisma: sono "fracking" o "hydrofracking" e "shale gas". Gli interessi sarebbero quelle collegate alle trivellazioni per le estrazioni di petrolio e gas naturale dai pozzi della zona interessata. Se questa teoria risultasse fondata non si tratterebbe più dunque di fenomeni naturali, quanto logiche conseguenze.
Secondo queste ipotesi le numerose trivellazioni avvenute negli anni avrebbero modificato l’equilibrio geologico dell’area compresa tra le province di Modena e Ferrara: la tecnica consiste in perforazioni idrauliche che corrono parallele al terreno. Nei fori che si vengono a creare, vengono pompate ad alta pressione delle sostanze non note per via del segreto commerciale, ma individuate e riconosciute come molto pericolose.
EFFETTI: La Pianura si deforma
ESTRAZIONE DI PETROLIO E GAS PROPRIO SULL’EPICENTRO. "Finale dell’Emilia per esempio si troverebbe proprio all’interno di una concessione mineraria per l’estrazione di petrolio e di gas naturale, la concessione Mirandola, ex ENI ceduta da qualche anno alla controllata di Gas Plus Padania Energia (8 pozzi attivi da 9 anni)" scrive la testata Savonanews. "Altri permessi di ricerca, ma non ancora di estrazione, circondano l’area dello sciame sismico. Sono le concessioni Fantozza, Grattasassi, Bastiglia, Cento, San Vincenzo. C’è infine un’altra concessione in produzione, Recovato (sempre di Gas Plus), che è però un po’ più lontana a sud di Cento".
LA FRATTURAZIONE IDRAULICA. La fratturazione idraulica, spesso denominata fracking o hydrofracking, è lo sfruttamento della pressione di un fluido, in genere acqua, per creare e poi propagare una frattura in uno strato roccioso. Consiste in una trivellazione eseguita in una formazione di rocce petrolifere, per aumentare l’estrazione e il tasso di recupero del petrolio e del gas naturale contenuti nel giacimento. Le fratture idrauliche possono essere sia naturali che create dall’uomo; esse vengono create e allargate dalla pressione del fluido contenuto nella frattura. Le fratture idrauliche naturali più comuni sono i dicchi e i filoni-strato, oltre alle fessurazioni causate dal ghiaccio nei climi freddi. Quelle create dall’uomo vengono indotte in profondità in ben precisi strati di roccia all’interno dei giacimenti di petrolio e gas, estese pompando fluido sotto pressione e poi mantenute aperte introducendo sabbia, ghiaia, granuli di ceramica come riempitivo permeabile; in questo modo le rocce non possono richiudersi quando la pressione dell’acqua viene meno.